LA SINISTRA: UN GOVERNO PURCHESSIA

Nell’attuale discussione politica c’è una costante: quella delle trattative. Volendo ottenere un governo purchessia – ma senza Berlusconi – si è pronti ad avere Tremonti Primo Ministro? Casini è eventualmente disposto ad allearsi con Di Pietro? E Di Pietro è disposto ad allearsi con Casini, come oggi secondo “Repubblica” l’invita a fare Bersani? E riguardo a Fini? D’accordo, Casini potrebbe allearsi con lui – sono già stati nello stesso raggruppamento – ma Di Pietro? E Fini accetterebbe di sedere gomito a gomito con l’ex pm? E che dire dell’idea di Tonino di imbarcare anche tutta la sinistra oggi extraparlamentare? Naturalmente essa porterebbe dei voti, ma sarebbe disposta a convivere con Fini? e Fini con essa? Il chiasso fa pensare alla piazza di un mercato.
La chiave del momento la fornisce il titolo che Repubblica dà all’intervista a Massimo Donadi, importante esponente dell’Idv (1): “Disposti ad allearci anche col diavolo, pur di liberarci del Cavaliere”. Questo atteggiamento è sbagliato e non per motivi etici o ideologici: è sbagliato perché autolesionistico.
Come hanno detto e ripetuto decine di volte riflessivi uomini di sinistra, l’antiberlusconismo non solo non è una teoria politica ma non produce risultati positivi. Lo dimostra la storia degli ultimi quindici anni. La bandiera di un odio fanatico è allarmante. “La sinistra, pensano gli elettori, non ha il progetto di fare il bene del Paese e non saprebbe come farlo. Ha solo l’idea di far male a Berlusconi. E se tutto quello che sa fare è questo, meglio non votarla”. Sono cose che sanno tutti, anche se non Donadi.
Più interessante è un altro fenomeno: questi generali parlano come se le truppe che li seguono fossero ai loro ordini, Tanto da poter progettare strategie e tattiche: noi attacchiamo da qui, voi attaccate da lì, noi abbiamo tot carri armati, voi ne avete tot, in totale fanno tot. Purtroppo nella realtà non è così. Nel conflitto politico i generali possono dare ordini ma le truppe non sono tenute ad eseguirli.
Molti anni fa i generali socialisti si resero conto che avere due partiti era una stupidaggine. Per ottenere più voti decisero la fusione e il risultato fu opposto, tanto che i due partiti tornarono a separarsi. Né le cose andarono diversamente quando Giancarlo Fini, pressoché in perfetta solitudine, ebbe la grandiosa idea di un rilancio alleandosi con Mario Segni e anche stavolta le truppe non obbedirono. Il risultato fu disastroso e Fini ebbe la sfacciataggine di rimproverare ai suoi quadri un’operazione che essi avevano soltanto subita.
Oggi forse i generali commettono lo stesso errore. Quanto può essere ragionevolmente sicuro, Fini, che i suoi elettori lo seguiranno, se si alleerà con Di Pietro o, Dio non voglia, con Niki Vendola? E quanti elettori di Niki Vendola lo seguirebbero, se si alleasse con Fini? Inutile dire – come propone Donadi – che si intende costituire un governo di transizione. In Italia nulla è più stabile di ciò che nasce come precario. E poi, finiti i novanta giorni di cui parla Di Pietro, il problema si ripresenterebbe esattamente come prima. Alle elezioni, magari con una diversa legge elettorale, chi dice che Berlusconi non vincerebbe come ha vinto tante volte in passato? E chi dice che gli elettori non sarebbero disgustati da un governo composito, in cui si litiga su tutto? Anche la nuova legge elettorale infatti è un problema: in concreto ci si accorgerebbe che essa non può fare gli interessi di tutti nello stesso modo.
I partiti politici seguono più spesso i loro interessi che i loro ideali, ma gli elettori seguono più spesso i loro ideali che i loro interessi. Anche perché non ne hanno: la politica a loro non offre nulla in concreto, né denaro, né una carica e spesso nemmeno una raccomandazione. Dunque non cambiano facilmente. Non si può dire ad un militante di sinistra: “Vota per Fini perché te lo dico io”. Infatti la risposta dell’altro è: “Fino a ieri tu mi hai detto che è un fascista ed ora io dovrei votare per lui?”
La minoranza farebbe bene a smetterla di volere risolvere i suoi problemi con la mancanza di scrupoli. Ha innanzi tutto bisogno di un programma e di un leader. Al popolo della sinistra bisognerebbe dare uno scopo positivo da perseguire e un generale cui affidarsi con entusiasmo. Oggi invece si vorrebbe un’armata Brancaleone in cui ogni singolo leader e ogni singolo elettore rischiano di decidere per conto proprio.
Attualmente l’esercito dell’opposizione conosce solo il nome del generale nemico: Berlusconi. E questo rischia di favorirlo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
12 agosto 2010
(1)http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=TCFDP

LA SINISTRA: UN GOVERNO PURCHESSIAultima modifica: 2010-08-13T10:25:00+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “LA SINISTRA: UN GOVERNO PURCHESSIA

  1. Per di piu’ i leader dell’opposizione sono profondamente convinti che gli italiani in realta’ e liberamente pensando vorrebbero loro al governo, solo che sono momentaneamente sedotti dalla fascinosa anomalia del cavaliere.
    Visto che la sinistra in senso lato da 16 anni a questa parte qualche volta ha vinto di stretta misura, e prevedibilmente, ma la maggior parte delle volte e’ rimasta sbigottita di fronte all’entita’ della sconfitta, magari anche inaspettata, cosa c’e’ che non funziona nella loro strategia ?
    Per i motivi di fondo, non ho nulla da aggiungere a quanto gia’ esposto da Gianni Pardo:”Al popolo della sinistra bisognerebbe dare uno scopo positivo da perseguire e un generale cui affidarsi con entusiasmo”
    Nel frattempo il wishful thinking puo’, da errore occasionale, trasformarsi in metodo: dal cavaliere hanno imparato l’importanza dei sondaggi, ma dal 1994 in avanti hanno avuto sistematicamente in mano i sondaggi sbagliati ed hanno agito di conseguenza, immaginando un’Italia che non esiste.
    Li hanno pagati profumatamente, e li hanno commissionati a chi garantiva risultati incoraggianti.

  2. Cosa c’è che non funziona nella loro strategia? Bella domanda. Anzi, terribile domanda. Una cosa mi pare certa: una tale serie di sconfitte richiede un ripensamento non solo coraggioso, non solo audace, ma forse eroico: la capacità di mettere in discussione anche ciò che sembra ovvio e indiscutibile. Invece a sinistra sembrano condannati a ripetere lo stesso genere di campagne politiche e gli stessi errori.
    Per parecchi anni la sinistra inglese ha detestato Margareth Thatcher ed ha avuto come politica la maledizione di Margareth Thatcher (in ciò imitata dalla sinistra italiana). E tuttavia i laburisti sono tornati al governo solo con Blair, il quale ha avuto il coraggio di svecchiare il labour, di smetterla con i miti della sinistra, e di dichiararsi “un figlio della Thatcher”.
    Il fatto è che in inglese c’è un proverbio fondamentale, if you can’t beat them, join them, in Italia no. E soprattutto non c’è nella sinistra.

  3. ““La sinistra, pensano gli elettori, non ha il progetto di fare il bene del Paese e non saprebbe come farlo. Ha solo l’idea di far male a Berlusconi. E se tutto quello che sa fare è questo, meglio non votarla”

    Magari!!! …la sinistra non possiede nemmeno l’idea di far male a Berlusconi!

    Pensa Pardo, nel 1943 vennero istituiti i CLN (Comitati di Liberazione Nazionale), rappresentati da comunisti, democristiani, liberali…etc..insomma, una vera “armata di Brancaleone”, che godeva certamente i favori oltreoceanici.
    Il Re, non è proprio ben visto dall’attuale governo statunitense e neppure alla comunità europea risulta così simpatico.
    http://www.youtube.com/watch?v=WiYppEt5QSY&feature=player_embedded

    Eppure Berlusconi è stato coraggioso ad aprirsi all’est e ai paesi mediterranei…un vero e proprio “cambio di prospettiva”, che andrebbe meglio analizzato e discusso, ma evidentemente questa cosa non piace.

    Tuttavia credo che Pardo abbia ragione, forse le tattiche di guerriglia andrebbero “affinate” (che bel gioco di parole), ora come ora siamo lontani dalla Repubblica di Salò, mancano i numeri.
    Ma chissà, magari il viaggetto statunitense di Bersani non è stato solo un diversivo.
    Ufff…..cavolate, restiamo ai fatti come educazione impone.
    Ugo Foscolo sbagliò riguardo Napolene, che venne, in Italia, accolto come un liberatore, egalitè fraternitè libertè, poi dovette ricredersi.
    Berlusconi nel 1994 era una gran novità, il liberatore della politica, ma poi si è rivelato quello che è…ovvero poca cosa, politicamente parlando, il resto è “opinione”..per ora.
    Berlusconi è un incapace Presidente del Consiglio?
    Restando ai fatti, senza far opinione, la risposta risulta chiaramente positiva.
    A capo del governo con la più ampia maggioranza parlamentare della storia della Repubblica Italiana, riesce a “litigare” con il co-fondatore del suo partito e a mettere in atto la più “futile” crisi governo mai vista.
    Ben Fatto!
    Davvero incapace, era facile accordarsi con Fini, anche il più mediocre dei politici sarebbe riuscito nell’impresa, ..ops ancora un gioco di parole, ma Berlusconi è un imprenditore e non un politico “poltronaro”, benissimo…lo si nota …anche altri rappresentanti europei lo hanno notato, ma allora che ci fa in politica?
    Sono 16 anni che ci tormenta, è sempre VITTIMA, chissà cosa ci trovano i veri fascisti in questo personaggio così Vittimista, Pound sia prima che dopo la sua prigionia lo avrebbe preso a bastonate.
    Vittima dei Comunisti, poi delle toghe rosse, poi dalla stampa, poi di Casini, adesso di Fini,
    ufff noiosetto questo leaderino!

    Ho cercato di limitare i puntini, anche se per me risulta difficile perchè scrivo con un pc dalla tastiera francese.
    Buon fine settimana!

  4. La tastiera si può modificare e renderla “italiana”. Non fisicamente, dal punto di vista elettronico. Purtroppo i tasti continuerebbero a riportare fisicamente il simbolo della tastiera com’è ora. Ma lei può metterci sopra un cartoncino, con il simbolo italiano. Anche se le consiglio la tastiera 850 (se non ricordo male) che è quella americana ma ormai internazionale. Sarà obbligato ad usare le maiuscole per la “é”, così corrente in francese, ma sarà anche in grado di usare la tastiera dovunque nel mondo, dal momento che la 850 è la più diffusa. Se le interessa le dirò anche come scrivere le vocali con accento circonflesso o tréma.
    Sulla sua tesi politica le rispondo che lei sembra dire che Bolt è arrivato primo nei cento metri per puro caso. Perché gli altri si sono attardati a discorrere, su quella pista.

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