I contrasti fra legislativo e giudiziario non sono un’esclusiva italiana. Un caso nell’Iowa. Tre giudici sono stati mandati a casa dal popolo.

Un articolo di Sulzberger, tradotto da Gianni Pardo. Nota introduttiva

Fra i tre poteri di Montesquieu, lo scontro più verosimile è quello tra l’esecutivo e il legislativo. Il re pensava d’essere tale per grazia divina, il Parlamento ricavava la sua legittimazione dalla volontà popolare. Il contrasto meno frequente e il meno grave sarà apparso al philosophe quello tra legislativo e giudiziario. E tuttavia anch’esso si poteva verificare e si verifica anzi oggi non solo in Italia, dove è divenuto un’emergenza nazionale, ma anche negli Stati Uniti. Là dove i giudici a volte sono confermati dal popolo e si ha dunque la stessa legittimazione sia per il potere legislativo che per quello giudiziario.
Lo dimostra l’articolo che segue. In esso si vede a quali pericoli può andare incontro un corpo giudiziario che non ha come Stella Polare unicamente la Legge ma guarda alla Giustizia. Infatti, se i giudici intendono soltanto applicare la Legge, dal momento che essa è stabilita dai rappresentanti del popolo, in ultima istanza sarà il popolo stesso a governarsi. Se invece i giudici intendono perseguire la Giustizia, si correrà il rischio che i funzionari in toga usino i loro poteri per rendere più morale la società (Iowa) o, chissà, per togliere di mezzo un Primo Ministro non gradito (Italia).
Si veda l’esempio americano in questo interessante (anche se scritto mediocremente) articolo di Sulzberger.
Gianni Pardo
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LA RIMOZIONE DEI GIUDICI DELL’IOWA INVIA UN SEGNALE ALLA MAGISTRATURA
Di A.G.Sulberger

DES MOINES – Un voto senza precedenti – per la rimozione di tre alti magistrati della Suprema Corte dell’Iowa che hanno partecipati alla decisione unanime di legalizzare il matrimonio omosessuale nello Stato – è stata celebrato dai conservatori come il pesante rimprovero per uno straripamento giudiziario, anche se esso ha allarmato i sostenitori dell’indipendenza della magistratura.
Il risultato del voto è stato presentato nello stesso tempo come un ripudio del matrimonio omosessuale da parte di tutto lo Stato e come una dimostrazione nazionale del fatto che i conservatori – che per lungo tempo si sono lamentati per il comportamento dei “legislatori in toga” – sono effettivamente in grado di prendere di mira e mandare a casa giudici che emettono decisioni impopolari.
I capi della campagna per la rimozione hanno detto che i risultati dovrebbero costituire un monito per i giudici anche altrove.
“Penso che questo invierà un messaggio a tutta la nazione che il potere è del popolo”, ha detto Bob Vander Plaats (un candidato repubblicano non eletto governatore) che conduceva la campagna. [Nelle sentenze si dice] “In nome del popolo, non in nome dei Tribunali”.
Ma i critici di questa campagna, e fra loro quelli che vedono le corti come le protettrici dei diritti delle minoranze, hanno detto che la politicizzazione delle elezioni giudiziarie, pure non contestate, rappresenta un pericolo.
“Ciò che è spiacevole in tutto questo è che il fatto potrebbe veramente far sì che in futuro i giudici siano meno disposti a proteggere le minoranze per paura di essere rimossi dalla carica”, ha detto Erwin Chemerinsky, il decano dell’Università della California, Irvine, Scuola di Legge. “Una cosa come quella che è avvenuta farà correre un brivido nella schiena degli altri giudici”.
I sostituti dei tre giudici mandati a casa saranno nominati dal governatore partendo da una lista di candidati nominati dalla Commissione Giudiziaria di Stato per le Nomine e anche loro dovranno sostenere periodiche votazioni per rimanere in carica: un sistema noto come selezione per merito.
Dalla sua prima decisione nel 1839, la Suprema Corte dell’Iowa ha dimostrato una propensione a spingersi oltre la pubblica opinione nel campo di diritti delle minoranze, emanando sentenze contro la schiavitù, la segregazione scolastica e le discriminazioni, decenni prima che il sentimento nazionale si indirizzasse verso l’uguaglianza di diritti delle razze.
Questa tradizione fu citata nei circoli liberal, l’anno scorso, quando i sette membri della corte votarono all’unanimità per riformare una legge che definiva il matrimonio come un istituto riguardante un uomo e una donna. Essi avevano così reso lo Stato il primo del Midwest che permetteva il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Ma i rischio che comporta il passare oltre – o ignorare – l’opinione pubblica su materie controverse è stato posto in evidente rilievo martedì, quando i votanti hanno scelto di rimuovere tutti e tre i giudici che si presentavano alle elezioni per essere riconfermati.
I gruppi conservatori quest’anno hanno lanciato campagne simili in un certo numero di quegli Stati che usano il sistema della selezione per merito ed hanno preso di mira i magistrati delle supreme corti che hanno votato in favore dell’aborto, delle tasse, di risarcimento di torti e in materie sanitarie. Diversamente da come è andata ai tre dell’Iowa, questi giudici – in Alaska, Colorado, Kansas, Illinois e Florida – sono stati tutti rieletti.
Il numero di sfide, e di successi, nell’Iowa ha causato qualche preoccupazione riguardo alle elezioni di riconferma. Queste dovrebbero essere apolitiche al massimo ed invece stanno divenendo tanto aspramente combattute quanto le altre gare. Quest’anno, nelle campagne per la riconferma, è stato speso molto di più di quanto sia stato speso nell’intero decennio precedente, secondo il Centro Brennan per la Giustizia nella Scuola di Legge dell’Università di New York.
La rimozione ha fatto ripensare ad un’elezione in California che, nel 1986, condusse alla rimozione di tre giudici della Suprema Corte che erano indicati come oppositori della pena di morte.
“Ovviamente questo ha un effetto sull’indipendenza dei giudici e su come essi concepiscono il loro ruolo. Penso sia evidente.”, ha detto Joseph R.Grodin, un professore di diritto che è stato uno dei tre giudici californiani che hanno perso nella votazione per la riconferma. “Ma quel ch’è più importante, ha continuato, “è che a mio parere il danno non riguarda i giudici, ma il fatto che le corti arriveranno ad essere viste – e i giudici arriveranno ad essere visti – semplicemente come legislatori in toga”.
Il maggiore sforzo per mandare a casa i giudici in questo ciclo di elezioni nell’Iowa è stato compiuto dalle organizzazioni esterne allo Stato che si oppongono al matrimonio fra omosessuali, fra cui l’Organizzazione Nazionale per il Matrimonio e l’Associazione delle Famiglie Americane. Queste hanno speso parecchio denaro nella campagna contro i magistrati. Nelle elezioni per la riconferma i giudici non devono affrontare oppositori: devono semplicemente ottenere più voti positivi che voti negativi. È così che ottengono una riconferma per altri otto anni. Nell’Iowa i tre giudici ora rimossi non hanno messo in atto una raccolta di fondi per la campagna e sono soltanto comparsi in pubblico per difendere se stessi, verso la fine dell’elezione.
Ognuno dei tre giudici – Marsha K.Ternus, Presidente; Michael J.Streit e David L.Baker – ha ricevuto circa il quarantacinque per cento dei voti e questa è stata la prima volta che i membri dell’alta corte dello Stato sono stati respinti dai votanti. Gli altri 71 giudici delle corti inferiori hanno tutti facilmente ottenuto la rielezione.
La non rielezione dei magistrati non avrà effetto sulla legge riguardante il matrimonio omosessuale, che rimarrà in vigore. I giudici hanno rifiutato di concedere interviste ma hanno rilasciato un comunicato che denunciava quello che essi hanno chiamato “un attacco senza precedenti di gruppi esterni allo Stato, portatori di speciali interessi”. Il comunicato difende il sistema di selezione dei giudici ma offre un velato ammonimento riguardo agli impulsi populisti di riformare il sistema giudiziario: “In fin dei conti, dunque, la preservazione delle oneste ed imparziali corti del nostro Stato richiederà qualcosa di più dell’integrità e della fortezza dei giudici individualmente presi, richiederà il costante sostegno del popolo”.
La sconfitta è stata un’amara delusione per molte delle comunità degli operatori di giustizia, qui, perché costoro sostenevano i magistrati, ed essa è stata considerata con particolare preoccupazione dalla comunità dei gay, che ha trovato maggiore comprensione nelle corti dello Stato che nel potere legislativo dello Stato.
“Noi passiamo molto tempo nelle corti, sollevando casi giudiziari, perché esse ci sono per proteggere la minoranza contro la tirannia della maggioranza”, ha detto Carolyn Jenisen, direttore esecutivo dell’One Iowa, un’organizzazoine che sostiene i diritti dei gay, “Esse ci sono per prendere decisioni coraggiose senza tenere conto dell’opinione popolare”.
Trad.di Gianni Pardo
Testo originale leggibile in:
http://www.nytimes.com/2010/11/04/us/politics/04judges.html?emc=eta1

I contrasti fra legislativo e giudiziario non sono un’esclusiva italiana. Un caso nell’Iowa. Tre giudici sono stati mandati a casa dal popolo.ultima modifica: 2010-11-06T08:11:00+01:00da gianni.pardo
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