CHE COSA HA DECISO BERLUSCONI

Da qualche giorno non si parla più del lodo Alfano, del legittimo impedimento e dei problemi giudiziari di Silvio Berlusconi. E tuttavia non è cambiato niente di oggettivo: si attende una pronuncia della Corte Costituzionale, sostanzialmente in coincidenza con il voto di (s)fiducia al governo, e per il processo Mills non è ancora scattata la prescrizione. Se non è cambiato niente di oggettivo, forse è cambiato qualcosa di soggettivo: l’atteggiamento dell’interessato.
I magistrati gli sono contrari e ci sono da aspettarsi decisioni ostili. La Corte potrebbe sostenere che gli impegni del Presidente del Consiglio non sono abbastanza importanti per rinviare un’udienza. Il Tribunale potrebbe sostenere – l’ha già fatto – che la corruzione si ha non quando il corrotto riceve il denaro ma quando comincia a spenderlo. In modo da spostare più lontano il momento della prescrizione. E dopo tanti sforzi procedurali, si possono avere dubbi sul tipo di sentenza che si vuole emettere?
Il Cavaliere potrebbe dunque essersi detto che questa battaglia lo ha stancato. I fatti per cui gli si possono inventare reati sono ormai molto lontani nel tempo e rimane solo il processo Mills. Ebbene, che lo condannino: lui farà appello e il processo andrà in prescrizione.
Naturalmente la minoranza e gli antiberlusconiani strepiteranno su tutti i toni. Un Presidente del Consiglio condannato per corruzione dovrebbe dimettersi. “In nessun Paese civile del mondo…” conosciamo la canzone. Ma quella condanna è infamante per chi si fida della magistratura: e in Italia non è più così. Al Cavaliere basterà dire che egli è innocente legalmente, cioè secondo la Costituzione (art.27, “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”) ed anche di fatto, in quanto la condanna è il frutto della malevolenza dei magistrati. È vero, una simile dichiarazione non basterebbe “in nessun Paese civile del mondo” ma dopo quindici anni di persecuzione giudiziaria (pubblicamente riconosciuta anche da quel suo grande amico che si chiama Gianfranco Fini), gli italiani non ne possono più di questa interminabile saga. Se oggi fosse proiettato un filmato in cui si vede Silvio che ammazza Veronica, metà degli italiani – quella che vota per il centro-destra – direbbe che si tratta di un trucco cinematografico.
Si tratterebbe dunque di sopportare per qualche settimana o qualche mese la cagnara dei giornali di sinistra, ma non sarebbe un grande sacrificio: la cagnara la fanno comunque.
Che questo possa spiegare l’attuale silenzio su quell’argomento è reso plausibile dal fatto che non diversa è la situazione politica. Berlusconi ha capito che volevano farlo fuori a via di pressioni e intimidazioni, de profundis e dies irae, minacce e persino lusinghe. Per questo ha deciso di reagire come il bufalo attaccato dai leoni. Il colosso si ferma e dice: “So di essere in pericolo di vita. Ma lo è anche il primo che mi si avvicina. Allora, chi si fa avanti?”
Di un bufalo morto si è lieti di spartirsi la carcassa. Ma se è vivo e risoluto a vendere cara la pelle, la voglia di farlo a pezzi diminuisce. I leoni hanno la tentazione di divenire vegetariani.
Naturalmente non è detto che Berlusconi abbia la fiducia, in dicembre; e non è detto che vinca le elezioni, se si terranno. Ma si tratta del dilemma che si presentò a Cesare. Bisogna avere il coraggio di attraversare il Rubicone? Bisogna farlo, sapendo che questo comporta la pena di morte, per le leggi di Roma?
Gli uomini d’azione sono tali perché, con la loro fantasia e con la loro audacia, sono capaci di disorientare il nemico. Dove altri fuggirebbero loro attaccano per primi. Dove altri, come ad Alesia, cercherebbero un accordo, loro cercano ancora la vittoria. E questo fa paura. Gli avversari divengono meno baldanzosi. Casini tende la mano; Fini schizza meno veleno e non insiste sulle dimissioni del Premier; i radicali dialogano; alcuni tornano sui loro passi e nessuno insiste sui problemi giudiziari del Cavaliere: forse perché tutti hanno capito che tirerà diritto, checché accada. Per uccidere il bufalo bisognerà affrontarlo.
Berlusconi sta giocando l’ultima grande partita della sua vita. O vince, e un giorno potrà abbandonare il trono senza che nessuno ve lo costringa: come Silla, come Diocleziano, come Carlo V. Come qualcuno stanco di governare. Oppure perde, ma cade in piedi: per il voto del popolo sovrano, non per una congiura di ominicchi di Palazzo.
Gianni Pardo
giannipardo@libero.it
23 novembre 2010
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CHE COSA HA DECISO BERLUSCONIultima modifica: 2010-11-23T12:41:35+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “CHE COSA HA DECISO BERLUSCONI

  1. “ Casini tende la mano; Fini schizza meno veleno e non insiste sulle dimissioni del Premier… “

    Casini continua a fare la stessa proposta : un governo con dentro anche il PD con o senza Berlusconi a Palazzo Chigi. Una proposta irricevibile per Berlusconi e per il PD. Casini lo sa. Oggi Berlusconi ha fatto una controproposta : l’UDC appoggi il governo dall’esterno senza chiedere niente in cambio. Irricevibile per Casini e Berlusconi lo sa. Fini chiede le dimissioni di Berlusconi e un nuovo governo con l’UDC dentro. Irricevibile per Berlusconi e per Bossi . E Fini lo sa.
    Ognuno offre all’altro quello che l’altro non può accettare. Sono tre mesi che andiamo avanti con questa commedia degli inganni. Per adesso Berlusconi ha scelto la politica del paracarro. Stare fermo.

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