I GIGANTI: S.P.Q.R, U.S.A., BERLUSCONI

Nel Ventesimo Secolo l’Unione Sovietica, conquistando il suo impero con la forza delle armi, si limitò a calpestare alcuni Paesi e questi, non appena possibile, furono felici di scacciarla e dimenticarla. Roma invece conquistò il mondo prima con le armi e poi dal punto di vista culturale: tutte le province adottarono il latino e il diritto romano; il foro divenne dappertutto il centro degli affari; ogni città si trasformò, per quanto possibile, in una replica di Roma e ciò che avveniva nell’Urbe era discusso dovunque: perché dovunque aveva effetti.
Un fenomeno analogo si verifica ai giorni nostri. Gli Stati Uniti, forse perché ex colonia, non amano dominare militarmente altri Paesi e infatti se ne ritirano appena possono. Tuttavia hanno molto in comune con l’antica Roma: innanzi tutto sono anch’essi un impero, se si accetta che un impero è caratterizzato dal fatto di avere interessi geopolitici dovunque. Inoltre sono il nuovo Impero nel senso che tutto il mondo parla inglese (o vorrebbe parlarlo) e parole inglesi sono penetrate in tutte le lingue: non tutti ricordano come si dice, in italiano, “computer”. Inoltre tutti vedono i film e i telefilm americani; tutti si interessano alla politica nazionale ed internazionale di quel grande Paese; tutti parteggiano per l’uno o l’altro dei candidati alla Presidenza e infine – supremo omaggio – moltissimi certificano la (supposta) onnipotenza degli Stati Uniti dandogli il torto di qualunque cosa vada male nel mondo.
In Italia si verifica qualcosa di analogo, naturalmente su una scala miniaturizzata. Qui abbiamo un uomo, Silvio Berlusconi, che della penisola ha fatto il suo impero, nel senso che il Paese è culturalmente berlusconizzato: qualunque cosa dica o faccia lui è notizia. Se domani dicesse che preferisce la Pepsi Cola alla Coca Cola, molti passerebbero dalla Pepsi alla Coca Cola o viceversa. Nessuno ignorerebbe una simile banalità. Alcuni, più furbi degli altri, diranno addirittura  che la Pepsi gli ha dato miliardi, per quella pubblicità. Se Berlusconi dice che gli piace cantare alcuni diranno che è un’anima solare e allegra, altri diranno che è un buffone. Se dice che vuol fare la tale riforma, e poi non ci riesce, per alcuni è un imbroglione, per altri è la riprova che lui è un valido politico e gli altri si limitano a mettergli i bastoni fra le ruote. L’Italia non è divisa in Nord e Sud, uomini e donne, ricchi e poveri, credenti e miscredenti: si divide in berlusconiani e antiberlusconiani, e sono proprio questi ultimi i più berlusconizzati. Di qualunque cosa uno gli parli, su qualunque argomento, inclusa la dieta dei pinguini e l’eresia ofita, loro devono parlare di LUI, dare la colpa di tutto a LUI, accusare LUI di ogni nefandezza ipotizzata, sospettata, immaginata, fantasticata. Gli antiberlusconiani sognano l’onnipotenza di Berlusconi in Italia come tanti sognano l’onnipotenza dell’America nel mondo.
Gli U.S.A nel mondo e il Cavaliere in Italia proiettano un’ombra così grande da essere incombenti dovunque e in ogni momento; a proposito e a sproposito; nel bene e soprattutto nel male. Anche di Berlusconi, attribuendogli ogni possibile responsabilità, la gente certifica l’immaginaria onnipotenza. E questi colossi che per giunta incorrono nell’aggravante di essere alleati. Sono troppo visibili; troppo forti; troppo ricchi; troppo invidiati. E allora bisogna rassegnarsi. Il risentimento dei perdenti è invincibile.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
29 settembre 2010

I GIGANTI: S.P.Q.R, U.S.A., BERLUSCONIultima modifica: 2010-12-01T09:38:16+01:00da gianni.pardo
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