LA POLITICA CI HA STANCATI

Con quale coraggio dire ad un innamorato che la sua amata è bruttina? E con quale coraggio dire ai molti appassionati di politica che essa non è appassionante? Quanto meno, non in questo momento?
Naturalmente non si può dimenticare il principio per cui “se tu non ti interessi di politica, ricordati che la politica si interessa di te”; se dunque avvenisse qualcosa di molto importante, il disinteresse sarebbe una colpa. Ma il problema è esattamente questo: accade qualcosa d’importante, in questi giorni?
I recenti avvenimenti egiziani indubbiamente potrebbero rivelarsi importanti, per la stabilità del Vicino Oriente e per il possibile instaurarsi di un governo vagamente favorevole al terrorismo in uno Stato così vicino e così importante: ma non è questo l’argomento che interessa gli italiani. Maiora premunt: Berlusconi è andato a donne? Ecco l’interrogativo epocale. Ora, a parte il fatto che, più che uno scandalo, sarebbe un miracolo, data la sua età e la pregressa operazione di prostata, è lecito rispondere un sonoro: “Non me ne frega niente”?
Quando i giornali non si dedicano con un’attenzione degna di miglior causa a questo argomento sotto la cintura, spendono lo stesso una miriade di articoli per avvenimenti minimi. Tizio ha detto questo, Caio ha detto quest’altro. Forse il tale passerà dal tale partito al tal altro partito. Che farà Pannella? Il federalismo ci costerà caro? Uno dice una cosa, l’altro lo smentisce; il governo non dura, no, il governo dura; anzi è ogni giorno più forte. Sì, ma non potrà governare. E invece governerà eccome, non avete sentito ciò che ha detto quel tale uomo politico?
Siamo sommersi da un mare di pettegolezzi politici. L’unica cosa che varrebbe la pena di commentare sarebbe la caduta del governo, se si fosse già verificata: ma, appunto, non si è verificata. E non si sa se si verificherà. Dunque è praticamente inutile parlarne. Discuterne è tanto inutile quanto discutere, oggi, se il quattordici marzo prossimo venturo a Roma pioverà o no. Da un lato non possiamo affatto saperlo, dall’altro non possiamo influenzare in nessun modo il verificarsi di questo evento.
Ecco perché sorge spontaneo il parallelo con l’innamorato. I giornali che parlano di politica sembrano non accorgersi della futilità del momento attuale. Tanto che si avrebbe voglia di dir loro di calmarsi. Il fatto che la bella sia uscita in pantaloni o con la gonna non è ciò intorno a cui ruota il globo terracqueo. Se qualcosa d’importante si può ricordare, negli ultimi mesi, è la riforma dell’Università. Ed anzi, perfino a questo riguardo, bisognerà vedere se funzionerà: perché, se funzionasse, sarebbe veramente una notizia. E se non funzionasse, come stupirsi? L’immobilismo italiano sarebbe un esempio da manuale per il mondo, se soltanto il mondo si interessasse di noi.
Ma – dirà qualcuno – e il processo intentato a Berlusconi, per reati tanto infamanti? Anche qui, la risposta è semplice: la magistratura ci ha stancati. L’antiberlusconismo ci ha stancati. Che ci sia del vero o sia tutta una montatura, non ci interessa più: la cosa ci ha stancati. Ci abbiamo fatto il callo. Perfino se Berlusconi si dimettesse, lasciando il posto ad uno dei suoi, non sarebbe chissà che notizia: rimarrebbe il dominus del suo partito e dunque del governo. Che governi personalmente, o per interposto Gianni Letta o Angelino Alfano, non cambia molto le cose. Né si intravede una vittoria della sinistra: una coalizione inconcludente, sempre scandalizzata e sempre sopra le righe, che schiamazza senza dir nulla. Dunque tutto quello che può verificarsi non è un terremoto, ma lo spostamento di qualche mobile. Il divano contro la parete est piuttosto che contro la parete nord e le poltrone tutte e due dallo stesso lato.
L’unica notizia – ma è ormai vecchia – è che c’è più tendenza a lasciare l’opposizione per il governo che l’opposto. Dunque si prospetta la stabilità. La stabilità rissosa e piuttosto inconcludente che è caratteristica del nostro Paese.
Una volta il Times, per supremo snobismo e fiducia nella qualità del proprio prodotto, in prima pagina non pubblicava nessun titolo: ci metteva gli annunci economici. Oggi, analogamente, in prima pagina i giornali potrebbero portare gli avvenimenti sportivi, i programmi televisivi, le critiche cinematografiche e la cronaca nera. Il resto è interessante solo per gli innamorati. Ma non lo siamo tutti.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
8 febbraio 2011

LA POLITICA CI HA STANCATIultima modifica: 2011-02-08T18:31:30+01:00da gianni.pardo
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