GESÙ FU COLPEVOLE DI FAVOREGGIAMENTO?

In materia di meretricio le persone per bene da un lato dichiarano di avere schifo delle parole che lo riguardano, dall’altro dicono che bisognerebbe fare di tutto per proteggere e redimere le prostitute. Da un lato non si permetterebbero di dire che le considerano delle delinquenti o delle peccatrici, dall’altro farebbero fuoco e fiamme se delle donne si prostituissero nel loro condominio. Però non devono neanche cercare i clienti per strada: “È uno schifo questo mercato dinanzi agli occhi dei bambini, in un quartiere come il nostro!” La sintesi è che quelle poverine saranno pure incolpevoli, sfortunate, costrette dal bisogno o con la nuda violenza, certo bisogna tenerle lontane da tutto, come appestate; forse bisogna punirle per la loro professione; forse bisogna punire gli uomini che vanno con loro (proposta che è stata fatta seriamente).
Questo stato d’animo contraddittorio nasce dall’incontro fra la tradizione religiosa – che ha visto nella prostituzione un peccato orribile – e la laicità dello Stato moderno, in cui ciascuno può usare il proprio corpo come vuole e guadagnarsi da vivere come meglio crede. Purtroppo il peso della tradizione è così forte da trasfondersi in confuse regole penali.
Il reato di favoreggiamento della prostituzione è cosa ben diversa dallo sfruttamento. Chi sfrutta una situazione ci guadagna, chi la favorisce la rende più facile senza nulla guadagnarci. Se una donna cerca un appartamento per  prostituirsi, e qualcuno – sapendo che molta gente troverà scuse per dirle di no – le chiede un canone doppio, si ha sfruttamento. Se qualcuno gliel’affitta al prezzo normale, non c’è reato. Naturalmente sempre che il giudice non reputi che quel canone, pur essendo uguale a quello degli altri appartamenti limitrofi, costituisca sfruttamento della prostituzione perché superiore all’equo canone. Infine facciamo il caso di un vecchio signore che ha pietà della prostituta in difficoltà e le dice: “Ti presto l’appartamento”. Ebbene, questo signore è un delinquente. È colpevole dell’orribile reato di favoreggiamento della prostituzione.
Il delitto può apparire sorprendente. Si capirebbe se esso rendesse più facile la prostituzione come fenomeno generale: ma in realtà è un atto rivolto ad un essere umano in particolare, senza intenti sociologici. Come può essere reato aiutare qualcuno? È infatti facile distinguere l’atto dall’induzione. Chi induce qualcun altro a prostituirsi lo avvia ad una professione e dunque ad una vita da fuori casta, immorale, negativa. Ma chi favorisce la prostituta per pura generosità non l’induce a nulla. Prostituta quella è già.
Se un ladro si ferisce durante l’arresto, i carabinieri lo portano in ospedale. E non commettono certo il reato di favoreggiamento. Ma se un carabiniere desse un passaggio al ladro mentre va a rubare, sapendo che va a rubare? Giusto, favoreggiamento. Solo che il paragone non regge perché prostituirsi non è reato. E tuttavia! Se do ogni giorno un passaggio alla vicina di pianerottolo che va ad insegnare dall’altro lato della città, sono un buon vicino. Se le do un passaggio perché va a prostituirsi, sono colpevole di favoreggiamento, pur non essendo la prostituzione un reato. Il fatto è che è ancora oggi la si sente come un peccato; come qualcosa che contamina; come qualcosa che obbliga tutti a tenersi lontano dalla puttana e a negarle persino un favore, un aiuto, un segno di umanità.
La legge, dirà ancora qualcuno, vieta il favoreggiamento della prostituzione, non della prostituta. Purtroppo è difficile distinguere le persone dalla loro professione. Nel caso del signore che prestava l’appartamento alla prostituta (e che qualunque giudice condannerebbe per favoreggiamento), in quella casa la donna sarebbe vissuta, oltre che praticarvi la propria professione. Non diversamente da un notaio che ha lo studio nella propria abitazione. E se la prostituta che riceve ogni giorno un passaggio in auto dal vicino di casa, arrivata a destinazione, oltre ad esercitare “il mestiere”, facesse anche la spesa, sarebbe favoreggiamento della prostituzione e insieme favoreggiamento dell’alimentazione?
Le inestricabili contraddizioni nascono dal mancato riconoscimento di alcuni fatti. La prostituzione è detta “il più vecchio mestiere del mondo” perché è antichissima e nessuno è mai riuscito a sradicarla. Dunque è ineliminabile. Lo sfruttamento della prostituzione è un crimine orribile e va punito; ma non va punito ogni contatto con le prostitute e i “prostituti”. Se si vogliono aiutare questi malcapitati, anche a redimersi, bisogna cominciare col permettere loro di vivere normalmente. Non da paria il cui contatto è infamante e penalmente rischioso.
Niente sfruttamento della prostituzione, dunque; niente induzione; ma che il puro, disinteressato aiuto non sia un delitto.  Perché favorire un essere umano senza alcun interesse personale non può essere reato: o allora l’avrebbe commesso anche Gesù Cristo.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
16 febbraio 2011

GESÙ FU COLPEVOLE DI FAVOREGGIAMENTO?ultima modifica: 2011-02-18T10:01:23+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “GESÙ FU COLPEVOLE DI FAVOREGGIAMENTO?

  1. Ovviamente ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.

    Chi è in buona fede avrà senz’altro capito che ci si riferisce a Don Benzi, che da anni si dedica ad aiutare le ragazze che con la violenza vengono messe sulla strada. Ma i maligni comunisti sicuramente penseranno a Berlusconi.

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