DUE GRAVI COMPLESSI DI BERLUSCONI

 Silvio Berlusconi rimarrà nella storia d’Italia. Non sarà visto come l’omuncolo spregevole che immaginano coloro che lo odiano, non sarà il salvatore della Patria che lui avrebbe amato essere: fra l’altro perché la Patria non abbisognava di essere salvata e gli italiani, che sono contro tutte le riforme, la vogliono com’è. il Cavaliere sarà comunque un oggetto di studio.
Sul piano umano, la storia non ignorerà le sue capacità organizzative, la sua natura gioviale, il suo parlare senza riflettere, la sua passione per le donne e tante altre cose ancora. Qui ci si occuperà di due dati caratteriali negativi: il bisogno dell’approvazione altrui, quando non dell’amore, e il complesso di onnipotenza.
L’io ha bisogno di autostimarsi. A questo scopo è dispostissimo ad apprezzarsi al di là dei suoi reali meriti, a perdonarsi quello che gli altri non gli perdonano, ma deve fare i conti con la realtà. Ci si può ingannare solo fino ad un certo punto: un certo riscontro bisogna proprio averlo, diversamente diveniamo insicuri o cadiamo in depressione. E per questo facciamo del nostro meglio.
In personalità particolarmente narcisiste questo bisogno della conferma da parte dei terzi diviene patologico. L’attore vive in funzione dell’applauso. Quand’anche i critici in coro dicessero che professionalmente è un cane, se il pubblico lo apprezza, è felice. E senza applauso si sente morire.
Berlusconi ha straordinarie capacità imprenditoriali, straordinarie capacità di realizzazione, straordinarie capacità di resistenza e di fede in se stesso. Ma ha una debolezza: la natura di attore. Soltanto che mentre questi fa piccole cose e si contenta di piccoli applausi, Berlusconi – che ha un complesso di onnipotenza – vuole fare cose enormi per avere applausi oceanici, nazionali, storici. E si attiva in questo senso.
Qualcuno potrebbe dire che non c’è niente di male, ma non è così. Se si tiene troppo all’applauso, gli oppositori acquistano un’arma che non dovrebbero avere. Sanno che se alla fine fischiano invece di applaudire, il primo attore ne è intimamente distrutto.  Sanno che egli ha bisogno di essere amato e per questo gli gridano in faccia il proprio odio. Mosse che non avrebbero nessun effetto su Giulio Tremonti la cui autostima, enorme, non ha bisogno dell’applauso. Egli guarda chiunque con l’aria di dire: “Sei troppo inferiore a me perché io mi curi del tuo plauso o della tua disapprovazione”. E infatti nessuno lo attacca con virulenza.
Se poi il bisogno dell’applauso si coniuga con l’onnipotenza, finisce che si getta continuamente il cuore oltre l’ostacolo. Berlusconi non può vedere un problema senza proclamare che lo risolverà. Tutti avranno ciò che desiderano, il mondo sarà felice perché l’ha fatto felice Silvio Berlusconi. Naturalmente, da realizzatore, fa molto: ma non può mantenere tutte le promesse. Lo stesso Gesù promise la fine del mondo “prima che gli apostoli avessero finito di visitare tutte le città d’Israele”, e il mondo è ancora qui. Dunque quelli che vogliono farlo soffrire definiscono Berlusconi imbroglione, piazzista, bugiardo, ballista, fanfarone e qualunque altro aggettivo gli venga in mente.
La tendenza al proscenio lo conduce a commettere errori non necessari. Il caso migliore è quello della spazzatura di Napoli. Il problema è locale. Per giunta, una sentenza del Tar (voluta anche dalla sinistra) ha vietato che i rifiuti fossero inviati fuori dalla Campania. Ora la città affonda nella sporcizia e Berlusconi non sa resistere alla tentazione di gridare “Ci penso io!”
Mentre era in una botte di ferro, riesce così a mettersi dalla parte del torto. Avrebbe dovuto dire: “Il problema è locale. Lo deve risolvere De Magistris, che del resto ha promesso di farlo in pochi giorni”. Invece il complesso dell’onnipotenza e il bisogno dell’applauso lo spingono a strafare: “Il governo si attiverà. Il governo aiuterà Napoli. Il governo non lascerà soli i napoletani”. Naturalmente non ci riuscirà. Non solo la Lega (giustamente) si è messa di traverso; non solo si tratta di andare contro una decisione della magistratura amministrativa, ma il problema è strutturale: i napoletani non vogliono la spazzatura e contemporaneamente non vogliono nessuna soluzione che permetta di eliminarla.
Il risultato è che oggi la sinistra per il disagio di Napoli dà la colpa al governo – totalmente innocente – e il nostro prim’attore è triste per il mancato applauso.
Non bisogna pretendere di essere amati e applauditi da tutti. Non bisogna pretendere di fare miracoli. Il narcisismo e il complesso di onnipotenza sono cattivi consiglieri.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
1 luglio 2011

DUE GRAVI COMPLESSI DI BERLUSCONIultima modifica: 2011-07-01T11:37:25+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “DUE GRAVI COMPLESSI DI BERLUSCONI

  1. Condivido in pieno l’analisi. Per fortuna le debolezze di Berlusconi comportano anche un punto di forza: l’opposizione rabbiosa non riesce veramente a comprenderle. Perche’ le debolezze di Berlusconi sono moralmente innocenti, ed e’ questo che non riescono ne’ a capire ne’ ad immaginare, quindi continuano a cercare di dipingerlo come un mostro morale o criminale, attaccandolo dal lato sbagliato e fallendo regolarmente.

  2. Osservazione molto sottile.
    Se si accusa qualcuno che si sente innocente, agli occhi dell’interessato ne conseguirà non qualche scrupolo o un sentimento di umiliazione, ma una condanna morale dei calunniatori.
    Chissà come reagirebbe se, invece di dipingerlo come l’Uomo Nero, lo accusassero di nevrosi narcisistica? O, comunque, di qualcosa di veramente plausibile? Anche se temo che ormai, dopo che gliene hanno dette tante, se anche lo accusassero di non essere alto un metro e novanta, lui non ci crederebbe.
    Al lupo, al lupo.

I commenti sono chiusi.