È ANTICOSTITUZIONALE, PROTEGGERE GLI OMOSESSUALI?

La Camera ha respinto una legge che creava l’aggravante di avere commesso il reato contro un omosessuale. La ragione invocata è stata l’incostituzionalità di una norma che andrebbe contro l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge. Naturalmente i favorevoli all’aggravante si sono indignati con parole tanto ardenti quanto incongrue. Paola Concia (Pd) ha detto che «la maggior parte del Parlamento oggi ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni». Pier Luigi Bersani ha detto che questo voto «è una vergogna, una delle pagine più brutte e spero che non passi inosservata». E Nichi Vendola, come sempre lirico: “Ancora una volta questo Parlamento si mostra incapace di capire ciò che accade nella società e si chiude nel proprio cuore di tenebra”.
Sperando che il nostro cuore non sia di tenebra ma magari solo di penombra (cosa gradevole, in estate) cominceremo col dire che la pregiudiziale di incostituzionalità è discutibile in quanto il codice penale all’occasione fa già distinzioni fra i cittadini. Per l’art.61 n.5 c.p. il reato è aggravato se il reo ha “profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. “Anche in riferimento all’età” significa che uno scippo è più grave se operato contro un vecchio che contro un giovane: eppure si tratta di due cittadini uguali dinanzi alla legge. Ma non è l’unico caso. Aggrava il reato (art.61, n.10) “l’avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, o rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato”. E qualcosa di simile fa anche il n.11. Dunque non si vede perché debba essere anticostituzionale l’aggravante proposta.
Tuttavia questo caso non può rientrare per analogia nella ratio legis di queste circostanze. Da un lato l’omosessuale non è più debole di un qualunque altro uomo (n.5), dall’altro egli non è meritevole di quella speciale protezione (n.10) che si reputa adeguata a chi è “superiore” al normale cittadino in quanto rappresenta lo Stato (il pubblico ufficiale) o Dio (il sacerdote).
E qui viene un po’ da ridere. Per secoli – e fino a non molto tempo fa – gli omosessuali sono stati sottoposti ad una discriminazione e ad un’oppressione tali da sconfinare nella crudeltà. In alcuni Paesi islamici, ancora oggi, si arriva addirittura alla pena di morte. L’irrisione, l’insulto, il disprezzo sono stati il meno che gli sia potuto capitare. Oggi si è finalmente arrivati a concedere loro ciò cui avevano un incontestabile diritto – cioè l’uguaglianza – ma non si vede perché da questa uguaglianza si debba addirittura passare alla superiorità. Se era ingiustificato considerarli “inferiori”, altrettanto ingiustificato sarebbe oggi considerarli “superiori”. Non è che essere omosessuali sia uno speciale titolo di merito.
La legge a nostro parere è stata respinta con una motivazione erronea:  non sarebbe stato anticostituzionale assicurare ad una categoria di cittadini una maggiore protezione, se essi fossero stati più deboli o più meritevoli della media. Ma di fatto essi non hanno né l’una né l’altra caratteristica.
Al passaggio l’episodio viene a confermare la teoria, più volte espressa in questa sede, secondo cui le norme generalissime, come alcune di quelle della Costituzione, si prestano, proprio perché tali, a interpretazioni discutibili.  E la Consulta ne ha dato più volte la dimostrazione.
Il Parlamento non si è schierato con i violenti e non ha un cuore di tenebra. Solo chi è fanatico passa da un eccesso all’altro. Oggi la moda è lodevolmente a favore del rispetto degli omosessuali ma molti la seguono in quanto tale, non in quanto giusta. Per questo c’è da temere che, quando la moda era quella della discriminazione degli omosessuali, la Concia e gli altri li avrebbero discriminati.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
26 luglio 2011

È ANTICOSTITUZIONALE, PROTEGGERE GLI OMOSESSUALI?ultima modifica: 2011-07-27T11:57:20+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “È ANTICOSTITUZIONALE, PROTEGGERE GLI OMOSESSUALI?

  1. Mi limito a fare una domanda. Ammetteiamo che le vittime di violenze in una società siano ogni anno l’1% della popolazione, ma che all’interno di quel 1%
    medio vi sia un 10% che colpisce una determinata categoria di persone. Quel 10% evidenzia una patologia rispetto all’1% che si ritiene fisiologico.
    Il legislatore deve intervenire per cercare di correggere questa patologia o no?

  2. No, secondo me proteggere le categorie e’ una strada scivolosa.
    Correggetemi se sbaglio: negli USA il Ku-Klux-Klan e’ stato un bel problema, ma aggredire una persona dalla pelle scura non credo che sia ne’ sia mai stata un’aggravante. Il movente razzista lo e’, ma si tratta di tutt’altra cosa.
    Tornando a noi, ammettiamo che io aggredisca un omosessuale a scopo di rapina, senza sapere nulla delle sue preferenze erotiche. Che succederebbe ? Sarebbe piu’ grave che rapinare un eterosessuale ? E perche’ mai ?
    Ecco il punto: si deve fare il processo alle intenzioni. Cosa forse possibile con i macabri rituali incappucciati del KKK, simili a sceneggiate dell’Inquisizione, ma veramente difficile al giorno d’oggi, in Italia, con gli omosessuali.

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