CHI HA BLOCCATO L’ITALIA PER ANNI

Luca Ricolfi, per chi non sia di sinistra, è l’interlocutore ideale. Non è un fanatico, è pronto a riconoscere i difetti della propria parte politica e se critica gli avversari non lo fa né in modo irridente né in modo assurdo. Esprime la propria opinione invitando il lettore a rifletterci, per eventualmente controbatterla con uguale serenità.
Nell’articolo comparso sulla “Stampa”(1) sostiene che l’Europa si trova ad affrontare un rebus senza soluzione. Normalmente, i Paesi deboli rimettono a posto i conti e i rapporti con i terzi mediante la svalutazione: ma proprio questo meccanismo è oggi bloccato dall’euro. È un problema non diverso da quello che si è creato con l’unità d’Italia: il Sud non ha raggiunto il Nord, economicamente, e se le due metà convivono è perché undici regioni versano parte del loro reddito alle nove regioni deficitarie (Lazio e Sud): ma questo riequilibrio forzoso è inconcepibile fra nazioni diverse.
Tuttavia i nostri guai – scrive Ricolfi – sono complicati dal fatto che dal 1999 ad oggi “gli ultimi due esecutivi (Prodi e Berlusconi) [sono stati] capaci di competere fra loro solo nell’arte del non governo”. “Il governo Berlusconi ha negato sistematicamente la gravità della situazione”; ha tentato “una manovra risibile, in cui l’85% dell’aggiustamento necessario veniva scaricato sulle spalle dei governi futuri”. Tanto che l’Europa l’ha costretto all’ “anticipo al 2013 del pareggio di bilancio”. “Questo governo è diventato un problema, se non il problema”. Purtroppo le opposizioni “non sono la soluzione, ma una parte del medesimo problema”. “Ancora più scoraggiante è la genericità, per non dire il vuoto spinto, dei documenti delle cosiddette parti sociali”. In realtà bisogna trovare 50 miliardi “senza provocare né una recessione né una rivolta sociale. Ecco perché penso che il rebus sia insolubile”, conclude.
Come spesso avviene, l’editorialista espone fatti difficilmente contestabili e tuttavia commette un errore riguardo alle loro cause. Egli le identifica nelle limitate capacità tecniche e intellettuali dei nostri politici ma in questo, a nostro parere, manca completamente il bersaglio: i nostri governanti non sono più stupidi o meno colti di altri. Né mettono meno buona volontà di altri nell’affrontare i problemi nazionali. Il fatto è che – in particolare Prodi e Berlusconi – si sono trovati in situazioni paralizzanti senza rimedio.
Il caso di Romano Prodi è il più semplice. Il Professore è giunto al governo attraverso una vittoria peggio che risicata: sei decimillesimi di scarto alla Camera dei Deputati e duecentomila voti in meno del centrodestra al Senato; è stato a capo di una coalizione rissosa e contraddittoria, sempre appesa al voto dei senatori a vita; è stato continuamente a rischio di sfiducia per un voto o due ed ha sempre avuto una vita estremamente difficile. Anche a non averne una grande stima, ci si può chiedere chi avrebbe fatto di meglio. Da un lato egli doveva frenare gli entusiasmi degli estremisti che, per motivi ideologici, avrebbero voluto adottare provvedimenti demenziali; dall’altro doveva rabbonirli quando costoro, delusi, minacciavano di far cadere il governo. Nel suo caso, l’immobilismo era l’unica salvezza e il galleggiamento una grande conquista.
Il caso di Berlusconi è simile, con l’unica differenza che le sue difficoltà non sono venute dall’interno della coalizione (salvo, nell’ultimo periodo, da Fini) quanto dall’esterno. In democrazia è naturale che il governo sia contrastato dall’opposizione ma in Italia esso è stato anche oggettivamente ostacolato dalla Corte Costituzionale che ha annullato molti provvedimenti con argomenti giuridici discutibili; è stato combattuto da una parte della magistratura che è arrivata, in qualche caso, a non applicare delle leggi approvate dal Parlamento (per esempio a proposito degli immigrati) ed ha perseguitato il Primo Ministro e molti altri politici con accuse tanto infamanti quanto – a volte – fantasiose; infine una larga parte del Paese – minoritaria in termini di voti ma largamente maggioritaria nel campo della pubblica opinione – è riuscita a far annullare un’utilissima riforma costituzionale che avrebbe reso il Paese un po’ meno ingovernabile.  Insomma è stato attuato un continuo fuoco di sbarramento, a tutti i livelli, accusando il governo, anche per i motivi più futili, di agire per interesse personale, di volere il male dei più deboli, di essere un hostis humani generis, un nemico del genere umano.
L’opposizione – e non solo quella parlamentare – ha trasformato l’antiberlusconismo in una sorta di terrorismo politico. Il risultato è quello indicato da Ricolfi: Prodi non ha potuto governare perché la sua coalizione non aveva un programma coerente, Berlusconi non ha potuto governare perché l’intero Paese si è mobilitato per impedirglielo.
La conclusione è che i colpevoli della crisi italiana non sono i nostri governanti. I colpevoli siamo noi italiani, troppo sensibili alla demagogia per essere sensibili alla voce della ragione.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
10 agosto 2011
(1)http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9074

CHI HA BLOCCATO L’ITALIA PER ANNIultima modifica: 2011-08-10T08:23:03+02:00da gianni.pardo
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