LA SALUTE MENTALE DEI POLITICI

I politici sono sani di mente? In sé, la domanda è stupida come lo sarebbe a proposito di qualunque altra categoria di esseri umani. A meno di chiedere: “Gli psicotici sono sani di mente?”, perché in quel caso la risposta sarebbe contenuta nella domanda.
Posto che in tutti i rami d’attività ci sono persone sane di mente e persone meno sane, la prima cosa che val la pena di notare è che alcuni mestieri predispongono più di altri ad un insufficiente senso del reale. In questo senso sono particolarmente in pericolo i professori. Essi sono spesso passati direttamente dall’università all’insegnamento: non solo dunque non hanno affrontato la vita reale e lo scontro quotidiano con altri adulti, ma spesso si sono occupati di materie del tutto teoriche. Tutto ciò da un lato li può spingere ad un eccesso di idealismo, dall’altro alla convinzione di avere ragione su tutto, dal momento che i ragazzi, meno colti e posti su un piano di subordinazione, non hanno la possibilità di un’autentica contestazione. Questo spiega perché tanti docenti siano di sinistra: perché la sinistra è più idealista della destra.
Un altro mestiere ugualmente pericoloso è quello dei magistrati. Da un lato essi hanno il potere di ordinare e decidere – e quello che ordinano e decidono è dichiarato “giusto” dallo Stato – dall’altro, pur se hanno a che fare con adulti, questi adulti sono costretti ad inchinarsi a loro nel modo più deferente. Il vecchio avvocato tratterà col massimo ossequio “il signor giudice” fresco di nomina. Esiziale. È difficile sfuggire alla tentazione di sentirsi una razza a parte di superuomini, quasi di semidei.
I politici, come campo di attività, sono all’estremo opposto. Non solo incontrano solo adulti, spesso assolutamente privi di scrupoli e tutt’altro che deferenti ; non solo hanno a che fare con la realtà più brutale ma sono indotti essi stessi, se vogliono sopravvivere, a comportarsi con lo stesso egoismo e lo stesso livello morale degli animali della savana. Quello dei politici è un mestiere che induce ad un eccezionale senso del reale. In un certo senso è l’ideale per la sanità mentale, col limite di Honoré de Balzac: questo romanziere era così capace di capire (e descrivere) la realtà più prosaica da essere incapace di sentire e di parlare dei sentimenti più delicati e sottili.
I politici sono tigri molto efficienti che solo la professione – deleteria per il loro livello etico – spinge all’ipocrisia. Fanno credere agli elettori di essere buoni, morali e disinteressati mentre sono delle belve. Parlano di servire lo Stato e i cittadini mentre sono divorati dall’ambizione. Trattano tutti da amici mentre sono pronti a tradire chiunque e rispettano soltanto i propri interessi. In linea di principio sono sanissimi e da questo punto di vista la professione non li danneggia affatto.
Il problema sta a monte: nel fatto che in questo campo il successo può arridere non solo a chi finge di essere ciò che piace alla gente, ma anche a chi effettivamente lo è. Se Hitler fosse stato sano di mente e avesse finto di credere a tutto ciò che diceva, avrebbe avuto un grandissimo successo e sarebbe morto nel suo letto, di vecchiaia: la democrazia fa largo posto ai demagoghi. Invece era pazzo e quando parlava di Übermenschen parlava sul serio, quando parlava di eliminare gli ebrei parlava sul serio, quando sognava di dominare l’intera Europa parlava sul serio. Il pericolo non è che l’uomo sano di mente, divenendo un politico, impazzisca, è che il pazzo, divenendo un politico, abbia molto successo.
Lo schema si riproduce anche ad un livello molto più modesto, nell’Italia attuale. Ci sono degli estremisti di cui non faremo il nome che hanno successo perché dicono enormi sciocchezze, insultano gli avversari, propongono provvedimenti assurdi, si presentano come paladini delle soluzioni che alcuni dei loro futuri sostenitori avevano già formulato con la faccia insaponata, dal barbiere. Personaggi più o meno paranoici. Ciò non gli impedisce di essere eletti, di fondare partiti e di influenzare la politica della nazione. Il loro stesso delirio, la loro stessa dismisura ne fa i beniamini di certi strati della popolazione che solo di quelle idee e di quelle proposte sono capaci.
Il professore rischia di essere psichicamente danneggiato dal suo mestiere, e il magistrato ancora di più. Il politico no: rischia soltanto la suprema amarezza di vedersi battere dal collega ignorante e squilibrato. Quanti politici sani di mente c’erano, in Germania, negli Anni Trenta?
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
7 settembre 2011

LA SALUTE MENTALE DEI POLITICIultima modifica: 2011-09-07T12:22:25+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA SALUTE MENTALE DEI POLITICI

  1. # Il pericolo non è che l’uomo sano di mente, divenendo un politico, impazzisca, è che il pazzo, divenendo un politico, abbia molto successo

    icastico e magistrale!

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