L’ONESTA’ È SVANTAGGIOSA

L’educazione ha lo scopo di renderci migliori. Questo compito è universalmente delegato ai genitori e ai maestri, persone degnissime, e tuttavia ci si può interrogare sulla validità dei loro sistemi. Essi insegnano che bisogna dire la verità, non le bugie; che bisogna essere generosi, non egoisti; che bisogna essere umili, non ambiziosi. In altri termini insegnano come fallire nella vita. Il messaggio, malgrado le smentite della realtà, rimane indiscutibile. Infatti anche gli ambiziosi, gli egoisti e i furbi cercano di passare per persone degnissime e l’ipocrisia, ha detto La Rochefoucauld, è l’omaggio che il vizio rende alla virtù. 

La scuola, oltre a predicare qualità melense e nocive all’individuo, insegna pure una scala di valori completa­mente falsa. I giovani si sentono ripetere quanto è grande Socrate, quanto è grande la letteratura, quanto è importante la cultura, e poi scoprono che per la maggior parte della gente quei valori hanno tanto corso quanto le mine greche e i sesterzi romani. Ecco perché l’educazione è un disastro.

L’insegnamento delle medie superiori è accademico e romantico per una società che non è né l’una cosa né l’altra. Poi le naturali tendenze degli adolescenti peggiorano le cose. Il professore ha avuto il torto di parlare d’ideali estetici, culturali, politici? E i ragazzi immaginano d’essere artisti loro stessi, d’essere degli innovatori e a volte perfino dei rivoluzionari. Naturalmente questa ribellione si concreta nel vestirsi alla moda con dei vestiti finto-lisi, nell’esibire una barba trascurata e nel criticare la società dei consumi. Essi soffrono per il benessere che è loro imposto e per la mancanza d’ideali della società borghese ma nel frattempo piangono se non hanno gli status symbol della loro età, temono la pioggia quasi piovesse acido solfori­co e prendono l’autobus per tre fermate.

Il Libro Cuore di deami­cisiana memoria deve il suo successo all’essere un riassunto abbastanza fedele della stupidità pedagogica. Fra i banchi si fa credere che il merito è costantemente compensato e il male costantemente punito; che nel mondo ha successo chi è bravo e onesto ed è respinto chi non sa e cerca di barare; che i buoni la vincono sempre sui cattivi.  È vero che nel mondo dovrebbe essere così – ne saremmo tutti felici – ma così non è. A cominciare dal professore che ha detto tutte queste cose e poi magari promuove un ragazzo perché raccomandato.

Illude­re i giovani è delittuoso. Bisognerebbe insegnargli che nella realtà italiana il miglior modo per divenire chirurgo è nascere figlio di chirurgo. Una volta, durante degli scrutini, una professoressa, col coraggio degli imbecilli, osò dire: “Noi dobbiamo presentare ai giovani il mondo come dovrebbe essere. Ci penserà la vita a disillu­derli”. Che è come dire: “Nascondiamo ai giovani l’esistenza dell’AIDS. Quando l’avranno presa, ci penserà il medico a rivelargliela”.

Qui però bisogna intendersi. Non è che la scuola ideale dovrebbe insegnare ad essere disonesti. Dovrebbe mostrare tutte e due le facce della realtà; spiegare i vantaggi e gli svantaggi reali dell’onestà e della disonestà, del fair play e del trucco, della correttezza e della scorrettezza. Ettore è certo un eroe, ma lo è anche il callido Ulisse che barando vince addirittura una guerra.

La scelta di uno stile di vita all’insegna del bene, contrariamente a ciò che dicono i maestri elementari, ha parecchie controindicazioni. Solo dopo avere avvertito di ciò, è lecito aggiungere che la virtù ha lo stesso grandi vantaggi: il piacere di apprezzare le cose belle, che a volte offre solo la cultura; la coscienza tranquilla di chi non ha nulla da temere; la stima degli amici ed infine, se se ne è capaci, la voluttà di trionfare con fair play su quelli che cercano di barare. L’uomo colto, intelligente e perbene, pur battuto, ha una stima di sé che gli permette di mantenere il sorriso di chi ha buone ragioni per sentirsi superiore all’occasionale vincitore.

La scuola ideale dovrebbe insegnare la virtù non perché dia dei vantaggi, ma perché è talmente bella e dà tali intime soddisfazioni che la si può preferire al denaro, alla carriera e al successo immeritato. Così com’è, invece, la scuola rischia di insegnare il fallimento ai buoni e l’ipocrisia ai cattivi. 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

26 ottobre 2011

L’ONESTA’ È SVANTAGGIOSAultima modifica: 2011-10-26T16:15:44+02:00da gianni.pardo
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