IO, BERLUSCONI

A leggere ciò che scrivono i retroscenisti, c’è da pensare che Silvio Berlusconi viva come un fachiro dentro una teca di vetro, in una sala cui tutti hanno accesso, magari in compagnia di una piccola folla di cobra. Dunque qualunque cosa faccia o dica è pubblica e può essere riferita. Ecco perché i giornalisti sanno tutto ciò che è stato detto durante i consigli dei ministri, le battute che si sono scambiate Giulio Tremonti e l’uomo nella teca, ciò che Silvio ha detto durante una telefonata e naturalmente anche ciò che ha pensato ed ha intenzione di fare.
Personalmente, forse perché non ricevo un lauto stipendio dal “Corriere” o da “Repubblica”, non so molto di Berlusconi. Da un lato non posso scrivere nessun retroscena, dall’altro dubito perfino di ciò che affermano giornali e televisione. Insomma sono fra i più ignoranti del mondo. So a malapena che il governo è in pericolo e che l’attuale maggioranza è risicata. Ma da questo a dire che la prossima settimana si sfascia tutto o che la situazione rimarrà invariata fino al 2013 ce ne corre.
Tuttavia c’è una cosa che credo di sapere, anche perché me la ripetono tutti i santi giorni: l’opposizione e una parte della maggioranza invitano Berlusconi a dimettersi e l’interessato dice che non lo farà.
A questo punto, invece di rivelare agli amici il perché di questo atteggiamento (dal momento che non lo so) mi lascio andare a un gioco: “Se fossi Berlusconi, mi dimetterei?”
La risposta è no. Ed ecco quello che direi.
Indubbiamente, anche per battere un record, vorrei arrivare al 2013. Purtroppo, sono nelle condizioni di qualcuno che in piena notte, mentre tutti i distributori sono chiusi, rischia di rimanere senza benzina. Quelli che viaggiano con me mi ripetono che non ce n’è abbastanza e che ci converrebbe proseguire a piedi. E sul fatto che la benzina potrebbe finire hanno ragione: ma il consiglio è lo stesso sbagliato. Infatti, se scendiamo subito, faremo un bel po’ di strada a piedi; se invece proseguiamo magari presto l’auto si fermerà, ma faremo sempre meno strada a piedi di quella che faremmo scendendo prima che finisca la benzina.
Tornando al problema del governo: dimettendomi mi troverei nelle condizioni in cui mi troverò se mi votano la sfiducia. E allora perché somigliare a un tacchino tanto stupido da dire che il Natale è il primo dicembre? Non mi rimane che diffondere ottimismo, dire che ho la maggioranza, sorridere a tutti e dimostrarmi sicuro. Ché tanto, se mi mettessi a piangere, non durerei per questo un minuto di più.
Qualcuno però dice che, se mi dimettessi, la cosa faciliterebbe la ripresa dell’Italia. Veramente? Io non lo credo affatto. Un governo raccogliticcio e comprendente parecchi politici di sinistra dovrebbe attuare i provvedimenti di destra che io non sono riuscito ad attuare? È come chiedere ad un dilettante di riuscire dove non è riuscito un professionista.
E c’è di più. Se fossi sicuro che quelli che mi consigliano di andare a piedi poi mi terrebbero compagnia, potrei giudicare il loro consiglio giusto oppure sbagliato ma almeno disinteressato. Qui invece c’è il rischio che, se io scendo, gli altri si rimettano alla guida e mi lascino solo in mezzo alla strada. Insomma le anime buone che tanto si preoccupano delle sorti dell’Italia sono le stesse che dalle mie dimissioni contano di trarre vantaggio. A cominciare dall’opposizione. E allora, quanto vale il loro consiglio? Se un donatore di sangue vi invita all’Avis, forse vuole aiutare qualche malato. Ma se il sangue ve lo chiede un vampiro, crederete facilmente che sia per un’opera buona?
Infine confesso che mi diverto un mondo.  Sono al centro dell’attenzione di tutti. L’Italia intera non fa che parlare di me, dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina. Peccato che io abbia poco tempo. Se solo ne avessi chissà quante cose scoprirei, su me stesso, leggendo i giornali e seguendo le televisioni. Saprei quante cose ho detto e fatto senza neppure saperlo. Che cosa ho intenzione di fare. E soprattutto quello che penso. Che riposo.
Fra l’altro, mi diverte anche l’aria di superiorità con cui parlano di me i pensosi commentatori politici e l’insignificante popolo minuto dei professionisti dell’antiberlusconismo: tutte persone che non contano niente, non hanno capito niente e che il tempo dimenticherà. Ed anzi, a proposito, penso che li punirò tutti indistintamente in modo crudele: non ne menzionerò neppure uno nelle mie memorie. Non vorrei che, dicendo male di uno di loro, gli regalassi un posto nella storia.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
7 novembre 2011

IO, BERLUSCONIultima modifica: 2011-11-07T07:26:07+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IO, BERLUSCONI

  1. Analisi perfetta, come al solito, caro Gianni e credo anche azzeccata.
    Ma quest’ultima ipotesi ci verrà svelata quanto prima.

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