NON HO FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA

Pare che l’ufficiale dei Carabinieri chiamato “Capitano Ultimo” abbia rinunciato alla prescrizione in un processo in cui è imputato. Atteggiamento lodevole, secondo molti. Quando si è assolutamente sicuri della propria innocenza e non si tollera che rimanga una piccola macchia sul proprio onore, si può rifiutare un’estinzione del reato che non corrisponde a una condanna, come reputano molti fanatici, ma non corrisponde nemmeno certo ad una piena assoluzione.

Questo nobile ragionamento non è detto che resista ad alcune obiezioni puramente logiche. Se un uomo è assolutamente sicuro della propria innocenza, se è sicuro della dimostrabilità di essa, se è perfino sicuro che i suoi avvocati l’abbiano compiutamente dimostrata, e tuttavia è stato condannato in primo grado e in secondo grado, innanzi tutto dovrebbe chiedersi se la solare evidenza di quell’innocenza non sia una sua propria illusione. Infatti se fosse un’evidenza oggettiva, sarebbe risultata tale anche ai giudici. A più forte ragione, se si ammette che non esista una “evidenza oggettiva”, si dovrebbe dedurne che la propria innocenza non è detto che risulti tale ad altri: proprio perché l’evidenza non è oggettiva.

Anche se tutti coloro che conoscono il caso arrivassero alla stessa conclusione dell’imputato, e cioè che la sua condanna è assurda e che i magistrati si sono sbagliati, c’è un’obiezione che distrugge ogni certezza. E che si può riassumere in una semplice domanda: “Se si sono sbagliati i giudici di primo grado, se si sono sbagliati i giudici di secondo grado, chi garantisce che non si sbaglino anche i magistrati della Cassazione?”

L’espressione “ho fiducia nella magistratura”, oltre ad essere un’ingenua captatio benevolentiae, è insostenibile. In primo luogo essa stabilirebbe una sorta di temeraria infallibilità dei magistrati che nemmeno essi stessi pretendono. Un’infallibilità comunque continuamente smentita dalle sentenze riformate nel secondo grado di giudizio o in Cassazione. In secondo luogo, dopo essere stato presuntuoso in nome della magistratura, chi dice “ho fiducia nella magistratura” diviene presuntuoso in nome proprio. Infatti quella frase significa: “Sono talmente sicuro di avere ragione, e del fatto che non si possa che darmi ragione, che, giudicandomi, i magistrati avranno solo l’alternativa fra assolvermi e… sbagliarsi”.

La prescrizione è una confessione di incapacità e inefficienza da parte dell’amministrazione della giustizia. Fra l’altro i tempi massimi del procedimento sono stati stabiliti dallo Stato stesso, con generosità verso i magistrati, non dagli imputati. E se neppure in tale tempo la macchina della giustizia riesce a concludere l’iter processuale, ha ancora il diritto morale di tenere sulla corda – sottoposto al sospetto della società – un cittadino che potrebbe anche essere innocente?

A sua volta, il cittadino che ha dinanzi agli occhi un aspetto tanto grave dell’inefficienza della macchina giudiziaria, come potrà ragionevolmente sperare che tale inefficienza, improvvisamente si trasformi in veloce efficienza, riconoscendo la sua innocenza?

In campo giudiziario, l’atteggiamento di chi rifiuta la prescrizione è peggio che azzardato. Chi corre volontariamente tale rischio dimostra un’imperfetta conoscenza dell’amministrazione della giustizia accoppiata con un’insufficiente cultura psicologica e filosofica. Solo chi non ha digerito un po’ di filosofia può credere che la verità appaia la stessa a tutti, e solo chi non ha attentamente osservato il comportamento degli esseri umani può credere che esso sia costantemente dominato dalla razionalità.

L’uomo di buon senso non dovrebbe dire: “Ho fiducia nella magistratura” ma: “Io sono innocente. E ora non mi rimane che incrociare le dita”.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

10 marzo 2012

 
NON HO FIDUCIA NELLA MAGISTRATURAultima modifica: 2012-03-10T13:03:39+01:00da gianni.pardo
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