MONTI E I CAPELLI BIANCHI

La vecchia solfa dei capelli bianchi è una di quelle che più infastidiscono i giovani. Soprattutto i più intelligenti. Essi infatti dicono giustamente che un vecchio imbecille è prima di tutto un imbecille e spesso la sua età aggiunge alla sua insipienza solo l’arroganza. Se si ragiona rettamente non importa l’età, importa il filo logico dell’argomentazione. 

Tutte osservazioni ineccepibili, in teoria. E tuttavia erronee, per un dato che i giovani non considerano a sufficienza. La realtà è molto meno “geometrica” di quanto non si creda. Anche a non essere vera quell’affermazione che piaceva tanto a Indro Montanelli, per la quale “in Italia la linea più breve che congiunge due punti è l’arabesco”, il comportamento degli uomini – di tutti gli uomini – rientra difficilmente negli schemi astratti.

Poniamo il caso che un giovane dica: “Ho fatto un lavoro per Tizio e, secondo il contratto, mi pagherà duemiladuecento euro alla fine di aprile. Dunque posso prenotare un viaggio in Siria per la metà di maggio”. Che cosa gli si può obiettare, logicamente? Nulla. È vero che ha fatto quel lavoro. È vero che la somma è quella. È vero che la scadenza è a fine aprile. Ma chi ha i capelli bianchi gli porrebbe subito la domanda: “Ma sei sicuro che a fine aprile sarai pagato?”

Gli adulti e la scuola non fanno che parlare ai ragazzi della lealtà, dell’onore e della moralità. Se hai promesso qualcosa devi mantenerla e se non la mantieni meriti il disprezzo. Per giunta, anche se i ragazzi si considerano cinici e trasgressivi, quegli insegnamenti cadono su un terreno fertile e pronto ad accoglierli. Perché sui giovani e sugli ingenui la pressione delle parole è quasi invincibile. Se un uomo pensoso e con gli occhiali dice con aria serissima che la sua lozione fa ricrescere i capelli, come si può pensare che non dica la verità? E quanto si vergognerebbe, se poi gli fosse dimostrato che la sua lozione al massimo unge i pochi capelli rimasti? No, non è possibile che non dica la verità. È per questa ragione che prosperano i truffatori. Come è anche per questa ragione che agli avvocati il lavoro non manca mai. Perché tutti si fidano delle parole altrui. Soprattutto ricordano benissimo gli impegni presi dagli altri e molto poco quelli presi da loro stessi. Forse è Mirabeau che ha detto: “La parola è stata data all’uomo per nascondere il suo pensiero”. Gli impegni in generale significano poco e in Italia – dove di fatto l’amministrazione della giustizia latita – pochissimo. 

Ecco l’utilità dei capelli bianchi. Ci vuole quasi una vita per arrivare alla più completa diffidenza e al più completo pessimismo. Chi è vecchio ha avuto tante di quelle occasioni d’essere deluso da vedere le parole più o meno come suoni, quando non come rumori. Soprattutto quando inducono a sperare. Se lo Stato dice che reintrodurrà l’ICI, appesantendola del 60%, gli si può credere senza esitare. Se invece dice che farà la tale riforma, non bisogna affatto contarci. È infatti possibile che mantenga la parola ma non gli si può prestare più fede che ad un ragazzo di dodici anni il quale ci prometta che un giorno sposerà una bionda.

Ecco perché il fatto che il nostro attuale Presidente del Consiglio ripeta tutti i giorni, o magari due volte al giorno, che entro marzo pubblicherà il testo della riforma del lavoro, con l’accordo dei sindacati o senza l’accordo dei sindacati, è qualcosa di estremamente noioso. Si sarebbe veramente lieti di non sentire più questo ritornello. Perché quelle parole non significano niente. Se la ministra Fornero e tutto il Consiglio dei Ministri realmente stileranno quel testo e lo presenteranno al Parlamento perché lo approvi, ne saremo sorpresi come se mai una simile intenzione fosse stata annunciata. E se invece, dopo avere ripetuto fino alla noia che nulla li fermerà, tutti loro si fermassero, non ne saremmo molto stupiti. 

I capelli bianchi si possono anche tingere, l’esperienza del passato non riesce a cambiare colore.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

18 marzo 2012

 
MONTI E I CAPELLI BIANCHIultima modifica: 2012-03-19T09:06:41+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

5 pensieri su “MONTI E I CAPELLI BIANCHI

  1. “I capelli bianchi si possono anche tingere, l’esperienza del passato non riesce a cambiare colore” Bella immagine, caro Gianni.

    P.S. La citazione: “La parole a été donnée à l’homme pour déguiser sa pensée” è quasi unanimamente attribuita a Charles Maurice, principe di Talleyrand Périgord ma sembra che anche altri se ne attribuiscano il merito fra cui:J.Fouché e Voltaire.

  2. Cara Ivana,
    conoscevo la citazione ed ho cercato su Google l’eventuale autore. Eventuale perché certe citazioni hanno molto più di un padre. In effetti, anche qui ho trovato la solita insalata. Ho scelto Mirabeau perché lo credevo precedente. Di fatto ho visto ora che aveva solo qualche anno più di Talleyrand. Ed ho anche visto che la maggior parte propende per quest’ultimo. Ma non basta eventualmente neppure citare l’opera in cui ha scritto quelle parole, perché potrebbe averle usate perché le conosceva. Lo ha fatto anche Molière. Forse è un proverbio, dopo tutto. Come quell’altro (Giove rende pazzi quelli che vuol perdere) che è figlio di madre e padri ignoti, e risale ad un’epoca tanto remota che forse non ha un padre cui si possa risalire. Anni fa ci ho perso un bel po’ di tempo, ma non c’era ancora internet. Insomma, anche i tragici greci l’avrebbero ripreso da una citazione. Credo. Ma queste sono questioni per filologi, e le lascio a lei, più competente di me.

  3. D’essere per lo stesso motivo che la giovinezza e’ molto piu’ attiva e produttiva della vecchiaia: perche’ ancora non sa quanti e quali effetti non previsti (a volte disgrazie, a volte esiti inutili), e con quale preponderanza, deriveranno dalla sua irruenza e buona fede.
    Purtroppo chi arriva ai vertici della politica nella maggior parte dei casi vi arriva, per definizione, dopo un’esperienza esistenziale di preponderanti vittorie: quindi difficilmente avra’ la saggezza della maturita’. Avremo davanti solo un’adolescente coi capelli bianchi, tanto piu’ pericoloso quanto piu’ seducente nella sua sicumera.

  4. Indubbiamente la giovinezza è più irruente della vecchiaia. Quanto ad essere più produttiva, bisogna vedere. Soprattutto in campo artistico ci sono stati dei grandi vecchi, un esempio massimo è Tiziano. Ma in generale lei ha ragione.
    I politici non sempre hanno un’esperienza esistenziale di preponderanti vittorie. La maggior parte di loro riesce ad essere al massimo assessore in un paesino di duemila abitanti. E anche per arrivare lì fa l’esperienza della politica com’è, e che non sto a descriverle. Dunque i politici somigliano ai vecchi, solo che sono risoluti a sfruttare la realtà com’è (inclusa l’ingenuità del prossimo) per avere successo. Non credono ad una parola di un discorso retorico, ma a loro volta fanno continuamente discorsi retorici.
    Non sono tanto imbroglioni loro quanto fessi gli altri. E, come si dice, chi pecora si fa, il lupo la mangia.

  5. Dei politici, intendevo quelli che arrivano ai vertici, quelli che “comandano” davvero, per quel che si puo’ comandare. Loro si’ hanno solo l’esperienza del vincente, con tutti i limiti che essa si porta dietro.
    Per il resto, purtroppo a volte il “fesso” si comporta come tale per calcolo egoista: perche’ sa che, se facesse anche lui l’imbroglione, se tutti fossero imbroglioni, tutti starebbero peggio, lui compreso. Dico purtroppo perche’ l’umanita’ non merita tanto.

I commenti sono chiusi.