IL FUTURO DI BERLUSCONI

Che farà, Berlusconi, in futuro? Se lo si chiede a lui, dice che non lo sa. Figurarsi dunque se possono saperlo gli altri. Ma porsi delle domande può essere utile anche quando si è sicuri di non avere le risposte giuste. Ad esempio: “Che farei se mi regalassero cinque milioni di euro?” Personalmente penso che li investirei e continuerei a vivere esattamente come prima. Ma posso esserne sicuro? Se qualcuno mi aiuta a risolvere il dubbio, sono pronto a fornire le mie coordinate bancarie.

Berlusconi non è un ragazzino. Un tempo, alla sua età, si era guardati come persone che erano riuscite a sfuggire all’occhio della morte. Invece oggi a quasi ottant’anni uno può essere pimpante e vigoroso. Dunque – salvo imprevisti e attenendosi alle statistiche – normalmente si dovrebbero fare ancora i conti con lui. Il problema non va dunque posto chiedendo “se sarà ancora vivo” (e comunque i cornetti rossi sono a buon mercato) ma “se avrà ancora voglia di partecipare al gioco”. 

Il dubbio è fondato. Sarebbe stato normale che una personalità esplosiva come la sua, dopo avere abbandonato Palazzo Chigi, o cercasse di rimanere protagonista o desse spettacolo del suo dispetto. Invece Berlusconi è sparito dagli schermi radar. Si comporta come uno al quale della politica importa poco, o forse, addirittura, ne sa poco. Distribuisce sorrisi, battutine insignificanti, osservazioni ovvie. “Buongiorno, ci vediamo!”

La prima cosa da spiegare sarebbe dunque questo atteggiamento e alcune buone ipotesi sono possibili. La prima, la più semplice – anche se improbabile per “un uomo del fare senza tregua” –  sarebbe che Berlusconi si sia stancato. “Non sono un ragazzino, ho un mare di soldi e persino femmine a volontà, ma che vadano tutti a farsi benedire”. Ma è raro che un grand’uomo sia capace di questo buon senso terra terra.

L’ipotesi più seria è quella politica. Il Cavaliere si è fatto da parte in un momento in cui il debito pubblico italiano esplodeva e in cui tutti erano convinti che fosse necessaria una politica di rigore. Addirittura recessiva. E probabilmente ha ritenuto che il costo sarebbe stato troppo alto, per lui. L’Italia intera gli sarebbe saltata addosso. Quello che sarebbe stato perdonato ad altri, in nome della necessità, sarebbe stato imputato a lui come prova della sua nequizia. E allora meglio farsi da parte, pur senza essere stato sfiduciato in Parlamento. 

Completata l’operazione, sembra abbia ottenuto i seguenti risultati: 1) ha trasferito la responsabilità a un governo di tecnici, sapendo che sarebbero stati la testa di turco dello scontento popolare. Come è puntualmente avvenuto; 2) ha coinvolto nel sostegno a questo governo il Pd, rendendolo corresponsabile e dunque neutralizzandolo. Tanto che l’attuale protesta “antipolitica” è tanto contro il Pdl quanto contro il Pd; 3) il Parlamento non è stato sciolto, e il suo partito, in fin dei conti, mantiene il pallino, come si dice. Può far cadere questo governo in qualunque momento; 4) inoltre, mantenendo un profilo estremamente basso, Berlusconi è divenuto invisibile. Mentre tutti parlano di lui come di un personaggio di un’altra epoca, lui sa che tutto questo gli va a sangue. Se fra qualche mese si presentasse sulla scena politica, sarebbe un uomo nuovo proprio perché la controparte avrebbe dato il vecchio Berlusconi per morto e sepolto da molto tempo; 5) infine ha avuto l’occasione di prendersi un bel po’ di soddisfazioni. Si è visto che la crisi non dipendeva da lui, prova ne sia che un governo dei tecnici non l’ha risolta ed anzi ha caricato gli italiani di tasse e imposte mai viste. Si è visto che il suo partito, se lui non se ne occupa dalla mattina alla sera, ha tendenza a squagliarsi. Si è visto che azzerando il fanatico bipolarismo Berlusconi-sì/Berlusconi-no non è che si vada molto lontano, tanto è vero che nelle recenti elezioni ha avuto tendenza a vincere il qualunquismo più becero e più spinto. Cioè il rifiuto di tutti i partiti. Anche di quelli secondo i quali senza Berlusconi saremmo tornati all’età dell’oro. Non c’è che dire, il Cavaliere se la ride sotto i baffi da mesi ormai, e per questo appare tanto sereno. E magari desidera che lo spettacolo non finisca presto, perché un domani, con la sua grande capacità di comunicazione, potrebbe utilizzare tutti questi dati.

Tutto quanto precede potrebbe essere falso, ma rimane stupefacente la faciloneria con la quale tanta gente considera Berlusconi un fenomeno del passato. Un po’ come l’Europa considerò un uomo del passato quel piccoletto confinato all’Elba.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

24 maggio 2012

 
IL FUTURO DI BERLUSCONIultima modifica: 2012-05-24T10:03:04+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IL FUTURO DI BERLUSCONI

  1. Si è visto anche che, senza lui alle redini, ‘quella’ parte d’Italia non lo considera più capro espiatorio di crimini che vanno dall’uccisione di Gesù in poi; non tutti almeno. E’ abbastanza impressionante, in numeri, la remissione di processi che lo vedono protagonista in atto da quando ha detto basta. Solo per questo io in lui riderei sotto gran baffi, e appunto il suo non è un pensionamento definitivo, non se lui non lo vuole. Ho idea l’ipotesi della rimessa a nuovo – ad occhi altrui – per pausa autoimposta sia la probabile, col fatto che una mole di lavoro come la precedente forse lo ha stancato e riprenderà magari ad oneri decurtati.

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