MARILYN MONROE, BAD LUCK SYMBOL

Si usa dire che le migliori diete sono progettate a stomaco pieno. Perché a stomaco pieno si ha la mente abbastanza sgombra per comprendere che il sovrappeso è causa di ogni sorta di guai. Ma quando lo stomaco è vuoto, già l’odore del pane caldo è una tentazione irresistibile. Si dimenticano i buoni propositi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Perché l’uomo è dominato molto più dall’affettività, dagli istinti e dalle emozioni che dalla ragione.

Se un pensatore dicesse parole di estrema saggezza, gli ascoltatori che lo hanno approvato cambierebbero poi vita? E se è pressoché inutile fare appello alla ragionevolezza degli adulti – che magari qualcosa ogni tanto leggono – figurarsi quante speranze si hanno di influenzare la vita dei giovani. E tuttavia ci sono riflessioni che non si possono tacere. 

Tutto parte da una foto: “Marilyn, cinquant’anni dalla morte”. Mitica star, Marilyn Monroe. Tutti gli uomini la desideravano e tutte le donne l’ammiravano. Chissà quante di loro si sono tinte i capelli di biondo solo per somigliarle. E tuttavia così stiamo parlando non di una persona ma di un involucro, con i suoi capelli, il suo seno, i suoi fianchi, il suo sorriso, perfino la sua aria di svanitella che è facile sedurre. Un patrimonio immaginario e immarcescibile che nel suo caso non invecchierà mai. Non ci sarà mai il contrasto fra il suo viso a trenta e a ottant’anni. 

Ma un essere umano non è solo una facciata. Per chi gli vive accanto ha il suo carattere, la sua fisiologia, i suoi dolori e le sue speranze. Chi era veramente Marilyn Monroe, anzi, Norma Jeane Baker? 

Leggendo la sua biografia nella fluviale versione di Wikipedia, per i suoi primi anni si è indotti alla pietà. La storia di Marilyn è quella, sostanzialmente, di un’orfana che non ha avuto nemmeno la fortuna di trovare buoni genitori adottivi. Ma questa pietà si trasforma in perplessità dinanzi alle sue innumerevoli vicende sentimentali, o semplicemente sessuali; alla dozzina di aborti; all’abuso di farmaci; al precario equilibrio psichico. La grande star come persona fu sempre un’adolescente ignorante e sbandata.

Tutti abbiamo interesse a conoscerla meglio: apprezzeremo così l’enorme vantaggio di avere avuto una famiglia normale. La piccola Norma non seppe mai chi fosse, fra i possibili, il suo vero padre; a sua madre a un certo punto fu diagnosticata una forma di schizofrenia; lei, piccolissima, passò da una famiglia all’altra, non seguì studi regolari, fu operaia a quindici anni e a sedici era già sposata e casalinga. Che educazione, che formazione ci si può aspettare che avesse? I suoi stessi inizi nel mondo delle modelle fotografiche e del cinema furono così stentati che a un certo momento si dice si sia data alla prostituzione. Non fu mai capace di ricuperare gli svantaggi iniziali e anche quando arrivò al successo non seppe amministrare il proprio status di celebrità. Non ebbe neppure la fortuna di incontrare un uomo che fosse per lei una guida. Forse non sapeva che cosa fosse l’amore, forse non lo incontrò, forse non seppe riconoscerlo. Lo stesso matrimonio con Arthur Miller fu veramente un azzardo. Lui era un celebre drammaturgo, ma anche un semplice avvocato o un professore di storia non sarebbero stati appropriati, per lei. Come essere a proprio agio con una persona cui non si può citare Leonida, Virgilio, Thomas Moore o Melville? Lui forse ebbe il torto di considerarla un grazioso animale domestico, lei dovette sentirsi costantemente umiliata da un sentimento di esclusione.

È un’immensa fortuna avere avuto un’adolescenza normale in un ambiente normale. Marilyn avrebbe potuto pagarsi docenti privati e comprare intere biblioteche: ma le basi culturali o si formano in quegli anni o non si hanno più. Nel mondo dei miliardari si sorride degli sforzi patetici di un povero padre che vuole offrire alla figlia nozze sfarzose ma nel mondo delle persone colte si sorride dei miliardari ignoranti. Fuori dal proprio ambiente si rischia il disadattamento e se si giunge in alto, ci si vede rimproverare ciò che non si ha. Al poeta vecchio e brutto sarà forse perdonato il suo aspetto, perché nessuno è brutto per propria volontà. Per l’ignorate l’irrisione è sempre in agguato, perché l’incultura è vista sempre come una colpa.

Il sex symbol Marilyn Monroe è forse in realtà il symbol della sfortuna nell’infanzia e nell’adolescenza. Una sfortuna che l’ha uccisa a trentasei anni.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

4 agosto 2012

 
MARILYN MONROE, BAD LUCK SYMBOLultima modifica: 2012-08-04T18:07:27+02:00da gianni.pardo
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