IL SUSSIEGO DIVERTENTE

Bisogna confessarlo: se si ha l’esprit tordu, cioè un modo distorto e bizzarro di vedere le cose, è con intimo gaudio che ci si appresta a leggere un articolo di Galli Della Loggia(1). È difficile evitare gli sbagli, ne commettiamo tutti, soprattutto in campo politico, dove si cerca disperatamente di risolvere un indovinello che è impossibile da risolvere: che cosa ci riserva il futuro? Ma Della Loggia invita ad un particolare divertimento per la contenuta violenza, per l’assertiva certezza e per il professorale sussiego con i quali esprime le sue storiche verità e le sue incontestabili profezie. 

L’articolo di oggi in questo senso è prezioso. Il politologo sostiene questa tesi: che mentre il Pd sa quello che farà, più o meno, ma non lo dice, il Pdl semplicemente non lo sa. Nel Pd c’è un dibattito interno, più segreto che pubblico, nel Pdl non c’è nessun dibattito interno. Neppure segreto. Infine afferma che il Pdl ormai sa che con Berlusconi “non si va da nessuna parte”, ma senza lui andrebbe molto peggio. 

Ecco le affermazioni in dettaglio. “Sulla nostra scena politica non c’è più la destra, quasi a conferma di una patologica anomalia della vicenda politica italiana nell’età della Repubblica”. Ma un paio di righe prima ha ricordato che la destra è attualmente quella che ha la maggioranza in ambedue le camere, il che corrisponde a dire che non passerà nessun provvedimento che le sia realmente sgradito. Francamente, per una fazione politica assente non pare risultato da poco.

Egli continua: quanto al Pdl “Sia sul passato che sul futuro ogni dibattito al suo interno è inesistente”. E Della Loggia come lo sa? Se quel dibattito è interno, non si può aspettare che gliene vadano a riferire i risultati. Fra l’altro, lui pone di seguito quattro importanti domande sulla politica del Pdl: perché è caduto il governo? Come si comporterà con l’Europa? Proseguirà la politica di Monti? Con chi si alleerà? E qui si potrebbe chiedere a lui che cosa gli fa credere che le stesse domande non se le pongano i leader di quel partito. La solita sciocca pretesa degli intellettuali secondo cui loro e i loro amici sono tanto, tanto intelligenti e gli altri sono tanto, tanto cretini. 

“Intendiamoci, scrive. Su questi temi anche il Pd evita di pronunciarsi in via definitiva”. Insomma a proposito del partito di Bersani, senza sapere niente del suo dibattito interno, presume che il dibattito ci sia (infatti non è che quel partito non sappia che pesci pigliare, ma “evita di pronunciarsi”) mentre per il Pdl “ogni dibattito al suo interno è inesistente”.

Dopo avere detto che il Pd evita di pronunciarsi, pur di favorirlo si scambia la rissa per riflessione. “Ma almeno a sinistra si discute, ci si divide, si agitano le questioni vitali del futuro, sicché alla fine gli elettori sono più o meno in grado di farsi un’idea, di capire chi, in quel campo, vuole che cosa. Nel Pdl invece niente”. Chi fosse ostile al Pd qui potrebbe dire: mentre nel Pdl hanno il buon senso di lavare i panni sporchi in famiglia, qui tutti sono contro tutti, fino a far dubitare gli elettori della loro serietà e affidabilità. La destra infatti può starsene alla finestra, ché tanto, forse, la sinistra si sconfiggerà da sé. 

Poi lui stesso si accorge che forse sta esagerando e scrive: “Eppure nel Pdl non mancano politici di lungo corso i quali di sicuro hanno opinioni, idee…” “Verosimilmente pensano che con Berlusconi non si va più da nessuna parte”; eppure, ammette il professore, il Cavaliere ha ancora un peso e un seguito, “dal momento che con lui alla testa il Pdl può sempre sperare domani in un 18-20 per cento di voti”, mentre “senza Berlusconi (e le sue risorse di ogni tipo) perfino il 10 per cento è problematico”. Insomma non si può fare a meno di lui e ciò malgrado “con Berlusconi non si va da nessuna parte”. Si ottiene solo il 18-20% dei seggi. Non fa una piega, come esempio di contraddizione. 

Del resto, la superficialità e la stolida malevolenza dell’articolo si vedono alla fine, quando il Pdl è definito “partito di plastica”, riesumando una definizione di cui ormai molti si vergognano. Perché prendere legnate da un grande avversario, se non è un onore, poco ci manca; ma prenderle da un avversario di plastica, come nel 2008, significa essere un ectoplasma.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

12 settembre 2012

http://www.corriere.it/editoriali/12_settembre_12/un-partito-allo-specchio-galli-della-loggia_8c411cc4-fc9e-11e1-8750-e7d636bddd26.shtml

IL SUSSIEGO DIVERTENTEultima modifica: 2012-09-13T11:10:05+02:00da gianni.pardo
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