RENZI SCHERZA COL FUOCO

Sembra che Matteo Renzi voglia far cadere il governo Letta. Prima il sindaco ha spinto con tutte le sue forze Enrico Letta a condannare Angelino Alfano per la vicenda della signora kazaka, in modo da rompere l’armonia che almeno formalmente regna nel governo; ora fa di tutto perché il partito voti la mozione di sfiducia individuale allo stesso ministro. Probabilmente Renzi non ha nulla né contro Letta né contro Alfano. La loro caduta sarebbe semplicemente strumentale e servirebbe a innescare una catena causale: la mozione di sfiducia farebbe decadere Alfano, il Pdl si ritirerebbe dal governo e sarebbe pressoché inevitabile andare a nuove elezioni. È dunque inutile che il sindaco si proclami fedele amico e sostenitore di Letta, perché in realtà si comporta come chi dicesse: “Io ti sparo per scherzare, se poi tu muori è perché non hai senso dell’umorismo”.

Chi vuole che il Pdl si ritiri dal governo vuole anche che il governo cada, ma in politica le cose non sono mai semplici: non è detto che chi dice di volere qualcosa la voglia veramente. Se Renzi fosse certo di aver la forza di fare cadere il governo, sarebbe ragionevole chiedersi perché agisce così e che scopo vuole ottenere. Poiché invece è probabile che (salvo autentici imprevisti) la sfiducia non passerà, bisogna pensare che al sindaco interessi soltanto “fare la mossa”. Accreditarsi come un vero, adamantino antiberlusconiano. Uno incapace di scendere a compromessi. Egli rinfaccerebbe a tutti i maggiorenti del Pd: “Voi siete disposti a fare un governo con l’uomo di Arcore, io no. Voi non approfittate dell’occasione per squalificare il loro ministro dell’interno, io ci provo. Voi siete vigliacchi e tradite i nostri ideali, io non guardo in faccia a nessuno e neppure ai rischi che corre l’Italia nel caso di una nuova crisi”. Tutto un discorso che naturalmente non ingannerà i dirigenti del Pd: perché è rivolto alla base più rozza e massimalista, strizzando anche l’occhio a Sel e al M5S. 

Renzi forse si crede ancor più furbo di quanto non sia. Dimentica che in politica c’è gente che conosce perfettamente queste mosse demagogiche da prima che lui nascesse: infatti sono caratteristiche dell’opposizione. La minoranza promette quello che non potrà mai mantenere, critica aspramente ciò che altri fanno pur sapendo che non farebbe nulla di diverso e insomma segue il principio del “tanto peggio tanto meglio”. Ma ciò  fa contro gli avversari politici: e invece Renzi questo comportamento lo tiene contro i suoi colleghi. Dunque è in rotta di collisione con loro. A questo punto, o riesce a impadronirsi del partito o approda in un’altra formazione (per esempio Sel) o infine provoca una scissione: certo nel Pd non potrà più contare su molti amici. Né troverà facilmente alleati che si fidino della sua parola: la sua ambizione è troppo divorante per non essere allarmante. E questo gli renderà difficile persino la marcia indietro.

La prima ipotesi è dunque che Renzi faccia un buco nell’acqua e si alieni parecchie simpatie. La seconda ipotesi, molto meno probabile, è che riesca a far cadere il governo. In questo caso i cocci sarebbero così numerosi da non poterli rincollare. Napolitano, indignato e furente, non sarebbe disposto a far da sponda ai tentativi del Pd di formare un nuovo governo. Il Pdl, per non rendersi ridicolo, non accetterebbe di entrare in una maggioranza identica alla precedente. Scelta Civica non basterebbe a creare una nuova maggioranza. Rimarrebbe l’ipotesi di un’alleanza col M5S, ma esso ha detto tante volte no che ci sarebbe da stupirsi se stavolta dicesse sì. E comunque, che cosa otterrebbe, entrando a Palazzo Chigi? Il Paese ha contemporaneamente bisogno di incassare di meno e spendere di più, la recessione è gravissima e una crisi borsistica, o perfino l’implosione dell’euro, non sono escluse. Insomma si rischierebbe di andare al governo per non poter far nulla ed essere additati come i colpevoli di tutto il peggio che seguirà. Meglio lasciare questa responsabilità al Pd e al Pdl.

Se dunque cadesse il governo, probabilmente si andrebbe a nuove elezioni: ma quali prospettive avrebbe un Pd diviso, contraddittorio, litigioso, inconcludente e pieno più di traditori che di traditi? Lo stesso M5S è in perdita di velocità ed è possibile che gli elettori si volgano in massa al centrodestra, non perché lo stimino, ma perché comincerebbero a disistimare ancor di più gli altri. Sarebbe un disastro. Proprio per questo la prima ipotesi è la più probabile. Renzi non concluderà nulla e forse pagherà lo scotto della sua baldanza giovanile. È un errore credere che più rumore si fa più successo si ha. Non sempre è così. Può anche avvenire che qualcuno, spazientito, spari al cane che abbaia troppo.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

17 luglio 2013

RENZI SCHERZA COL FUOCOultima modifica: 2013-07-18T10:40:59+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “RENZI SCHERZA COL FUOCO

  1. In effetti, ogni volta che mi googlo ed esce quel Gianfranco, la mano corre al telefono per chiamare l’anagrafe. 🙂

    La cosa sconcertante, per cui irrenzi dovrebbe essere preso a pedate, e’ che in tempi di bufera economica come questi noi si debba assistere a questi siparietti.

    Sconcertante.

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