LA TRAGEDIA DI PULCINELLA

Titolo del Corriere: “Sel dà del «Calderoli» a una scimmia”. Sotto c’è l’immagine di una bella ragazza accucciata che dice sorridendo a uno scimpanzé in piedi e imbronciato: “Dài! Scherzavo quando ti ho chiamato Calderoli”. Il titolo prosegue: “Lega: «Vendola espella quei consiglieri»”.

Da piangere. 

Per misurare a che punto ci si può vergognare della mancanza di “sense of humour” del proprio Paese, bastano due episodi attribuiti a George Bernard Shaw. Una volta il commediografo disse in faccia ad una vecchia signora: “Lei è veramente brutta”. E quella, senza scomporsi: “Lei è ubriaco fradicio”. “È vero, ma io domani sarò sobrio”. 

Secondo episodio. Una signora, stanca di sentire le battute del misogino Shaw, gli disse sul muso: “Se lei fosse mio marito le metterei il veleno nel caffè”. E lui: “Se fossi suo marito lo berrei”.

Querele, schiaffi, tragedie? Niente di niente. Di fronte ad una battuta di dubbio gusto o si fa spallucce o si risponde adeguatamente. Di fronte a una battuta veramente brillante si ride, anche se la battuta è su di noi. Nessuno pretende il livello di GBS, ci vuole genio, per certe cose. Ma almeno si può sopravvivere senza annunziare querele, senza chiedere punizioni esemplari, senza parlare di scandalo nazionale e di autodafé purificatori.

A volte uno pensa che all’estero esagerano, quando ci considerano il Paese di Pulcinella: ma sbagliamo anche noi, se confondiamo Pulcinella con Amleto. Fra l’altro la Lega ha perso la buona occasione di dichiarare che per primo Calderoli aveva molto riso della variazione sul tema, con ciò stesso suggerendo che anche la signora Kyenge avrebbe dovuto riderne. E che forse era proprio ciò che aveva fatto. Insomma, se Fanfani avesse dovuto minacciare di morte tutti coloro che facevano allusione alla sua statura, oppure Andreotti ogni volta che si è riso della sua gobba, saremmo stati freschi. Avremmo avuto una magistratura tanto indaffarata da giustificare il ritardo nell’espletamento degli altri processi. 

Henry Labouchère, volendo accusare di ipocrisia il severo e osservante Gladstone, disse: “I don’t object to Gladstone always having the ace of trumps up his sleeve, but merely to his belief that the Almighty put it there”: Non obietto al fatto che Gladstone abbia sempre l’asso di briscola nella sua manica, ma soltanto alla sua credenza che sia stato l’Onnipotente a mettercelo”. Qualcuno pensa che basterebbe una querela, per controbilanciare questo insulto immortale?

Ma quanto siamo lontani, noi, da tutto questo? Forse non bisognerebbe parlare del “Canale della Manica”, ma dell’ “Oceano della Manica”. Questo è il tipo di mare che separa l’Inghilterra dall’Italia.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

22 luglio 2013

LA TRAGEDIA DI PULCINELLAultima modifica: 2013-07-23T09:38:53+02:00da gianni.pardo
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