IN DIFESA DI NIKI VENDOLA

Fiducia nella magistratura? Purché non si tratti di politici

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Niki Vendola rappresenta per alcuni il peggio del peggio; non dal punto di vista personale, ché anzi potrebbe trattarsi di persona perbene e gradevolissima: dal punto di vista politico. È stato per tutta la vita un comunista a priori, di quelli che lo sono prima di ragionarci su, da vero credente. È partito dalla Federazione Giovanile Comunista, per passare al Pci e poi, rifiutando la svolta della Bolognina, al Partito della Rifondazione Comunista. Infine, dal momento che non c’è un partito più a sinistra, è il massimo dirigente di Sinistra, Ecologia e Libertà. Ma le sue caratteristiche non finiscono qui. È laureato in lettere e questa, che sarebbe una lode per un filologo, per un politico è una qualità preoccupante. La politica si occupa della realtà come la letteratura si occupa di poesia, ma è un guaio quando la politica si occupa di poesia (e si è visto nell’Unione Sovietica) o quando la letteratura si occupa di politica (e si sono visti i risultati economici in Italia).

La cultura umanistica ha peggiorato lo stile di questo politico. Infatti la sua demagogia diviene quasi dannunziana e si ammanta di immaginifici voli, di terminologie esoteriche e di astrazioni suggestive (le famose “narrazioni”). La sua utopica passione per l’ideale è testimoniata anche dalla sua severità morale nei confronti dei corrotti e persino dei poveracci che sono entrati nel mirino della magistratura. Che solo per questo lui, come molti, vorrebbe condannare all’ostracismo preventivo.

Non basta. Vendola è irritante anche per altre caratteristiche secondarie. Se uno è omosessuale, sono affari suoi: ma se va in giro con un orecchino come distintivo, per esibire questa qualità, quasi fosse una caratteristica superiore, la cosa infastidisce. Il “pride” dei “gay” è assurdo. Dal punto di vista della dignità umana ed intellettuale un omosessuale non è né migliore né peggiore di un altro, ma dal punto di vista della conservazione della specie non c’è dubbio che qualche limite lo ha. Rimanendo nel campo delle caratteristiche fisiche, rispetto a quelle visive si potrebbe ovviare chiudendo gli occhi, ma come chiudere le orecchie? La sua pronunzia infatti è farfugliante, blesa, appannata e per uno che ama le lingue sentirlo è uno strazio.

Ce n’è abbastanza per dire che, almeno per alcuni, avere un “penchant” per Niki Vendola è piuttosto inverosimile. E tuttavia si sente il dovere di difenderlo perché ieri, a proposito della saga dell’Ilva di Taranto, lo si è rinviato a giudizio per concussione. Avrebbe “fatto pressioni” su un perito, perché ammorbidisse il suo giudizio, o quello che sia. Ora, non solo la Costituzione ha ragione quando stabilisce che nessuno è colpevole fino a sentenza passata in giudicato, ma lo stesso buon senso dice che non tutti i condannati sono colpevoli e non tutti gli assolti sono innocenti. Vendola stesso, prima di oggi, ha visto due seri procedimenti a suo carico archiviati e in quelle occasioni  non c’è stata ragione di credere che fosse innocente. Così come oggi, pur vedendolo rinviare a giudizio, non ne siamo lieti e reputiamo – quale che sia il verdetto della magistratura – che molto probabilmente è innocente. Quand’anche avesse “fatto pressioni” per preoccupazioni riguardanti i famosi “livelli occupazionali”, non avrebbe fatto che il suo mestiere, anzi (sposiamo la sua alta retorica) avrebbe “aththolto” la sua missione di uomo di sinistra.

Insomma la tesi è semplice: ogni volta che la magistratura si occupa di politici, non si sa mai se amministra giustizia o entra nel gioco, se giudica sulla base del diritto o dei pregiudizi di parte. Non si dice affatto che tutti i giudizi sono inquinati, sarebbe una stupidaggine. Si dice soltanto che ciò è possibile e tanto basta per non reputarli credibili. E dunque la valutazione politica e la stima umana per Vendola rimarranno invariate quando l’assolveranno o lo condanneranno. Il politico che dichiara di “avere totale fiducia nella magistratura” non può essere sincero.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

7 marzo 2014

IN DIFESA DI NIKI VENDOLAultima modifica: 2014-03-07T13:48:58+01:00da gianni.pardo
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