LA SINISTRA AMMETTE CHE LA TERRA È TONDA

 

Come si fa a parlare e scrivere correttamente la propria lingua? Bisogna andare a scuola, frequentare persone colte, leggere molto, ma soprattutto stare attenti a come ci si esprime e non rassegnarsi mai all’errore. Per esempio, ogni volta che si sente qualcuno parlare di “clima sàlubre” bisogna dirsi mentalmente: “non sàlubre, salùbre”, io dirò “salùbre”. E via dicendo. Soltanto con un’implacabile vigilanza si può evitare di scivolare nell’andazzo comune e commettere errori.

Purtroppo questo non è l’unico campo in cui la trincea deve essere presidiata notte e giorno. È necessario rettificare mentalmente tutti gli errori che sentiamo, anche se li sentiamo migliaia di volte. Uno dei migliori esempi è la Resistenza. Per quanto ci abbiano ripetuto il contrario fino alla nausea, non bisogna accettare che i partigiani si siano dati alla macchia per patriottismo, che abbiano vinto la guerra contro i tedeschi, che abbiano liberato l’Italia e che abbiano creato i valori democratici. Perché in verità si sono dati alla macchia per evitare, con ragione, di essere costretti a combattere una guerra già perduta; ovviamente la guerra contro i tedeschi l’hanno vinta gli inglesi e gli americani, con i loro carri armati ed i loro aeroplani; come truppe di terra hanno avuto più importanza degli italiani i polacchi e i marocchini; i partigiani non hanno affatto liberato l’Italia – semplicemente perché mai avrebbero potuto – e comunque, per finire, essendo spesso comunisti, non hanno introdotto i valori democratici; questi sono stati teorizzati dagli Illuministi francesi e portati in Italia dagli anglosassoni. Per non dire che c’erano già con i Savoia. Ecco, una persona di buon senso può sentirsi ripetere il contrario per (ormai) settant’anni, e ogni volta rispondere mentalmente: “Non è affatto vero”. La Repubblica non è nata dalla Resistenza, ma dalla sconfitta.

In campo economico qualcosa del genere è avvenuto col deficit dello Stato. Quando negli anni Settanta e Ottanta l’Italia spendeva e spandeva, uno si diceva: “Ma così programmano un immane disastro”. E si vedeva dare torto da tutti. Ora il disastro del debito pubblico ci uccide, e quello che allora era evidente soltanto a pochi, che dovevano caparbiamente ripeterselo, è evidente a tutti.

Infine, quando ormai avevamo perso la speranza, il fenomeno comincia a verificarsi anche in campo politico. Senza essere innamorati di Berlusconi, ci siamo stupiti per molti decenni della paranoia nazionale nata intorno al suo nome. Infatti non è tanto esistito il berlusconismo quanto l’antiberlusconismo. Il primo tendeva soltanto ad arginare la sinistra, il secondo aveva una spinta propulsiva propria, un suo fanatismo incontrastabile che lo faceva somigliare ad una religione. E come una religione era prontissimo a passare oltre la razionalità, pur di non negare la fede.

Finalmente ecco qualcuno che, da sinistra, osa dire ad alta voce ciò che abbiamo sempre osservato. Scrive Luca  Ricolfi(1) sulla “Stampa”:  “C’erano cose che, specie negli ambienti progressisti, non si potevano dire (e spesso non si osavano neppure pensare), pena l’immediata squalifica”. “Quante volte mi sono sentito dire: ma questo è quel che pensa Berlusconi, se scrivi questo fai il gioco della destra”. Renzi invece “ha capito che oggi si possono dire e fare cose impensabili fino a pochi anni fa (in questo aiutato dall’istinto conformistico dei media)”. “Si possono criticare i sindacati, si possono stigmatizzare i disoccupati che cumulano sussidio e lavoro nero, si può tagliare la spesa pubblica per ridurre le tasse, si può parlare di flessibilità sul mercato del lavoro, si può criticare la magistratura, si può dare dei «professoroni» ai vati della cultura progressista. E infine, eresia massima: si può essere d’accordo con Berlusconi su alcune cose”. Mentre per decenni si è stati disposti a dire che la Terra era cubica, se lui avesse detto che era tonda. “Con Renzi viene finalmente al pettine il nodo del conservatorismo italiano”, “che ha bloccato il paese sia sul terreno delle regole sia su quello delle grandi riforme economico-sociali”.

Riguardo all’influenza negativa dei “professoroni”- cui Renzi finalmente si ribella – Ricolfi nota giustamente che più di essa è stata ed è importante “Una élite progressista fatta di professori, scrittori, magistrati, registi, artisti, comici, attori, giornalisti, intimamente convinti della propria superiorità morale e civile” che ha il dovere di “insegnare al paese come vivere e che cosa pensare”. Una élite che “ha finito per inchiodare la sinistra ai suoi miti e ai suoi riti, con un danno incalcolabile per il paese non meno che per la sinistra stessa”. E allora abbiamo fatto bene a stupirci e indignarci, per decenni, per questo fanatismo miope e presuntuoso.

Ma niente indica che questo ripensamento sia irreversibile. Bisognerà continuare a pensare con la propria testa.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

6 aprile 2014

(1) http://www3.lastampa.it/fileadmin/mobile/editoriali.php?articolo=4

 

LA SINISTRA AMMETTE CHE LA TERRA È TONDAultima modifica: 2014-04-07T09:10:04+02:00da gianni.pardo
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