RENZI E L’OVERBIDDING

 

 

A tutti gli uomini sarà capitato di confessare di essere attirati sessualmente da una donna che tuttavia si giudicava severamente per il suo cattivo gusto o per la sua ignoranza. Né c’è da stupirsene. Il giudizio intellettuale è un conto, “ma per il sesso non si richiede alle ragazze d’avere inventato la polvere da sparo”, cantava Georges Brassens. A me capita qualcosa del genere a proposito di Matteo Renzi. Lo trovo d’una irresistibile simpatia e tuttavia mi sorprendo ad augurargli di andare a sbattere. E allora mi chiedo se gli voglio bene o gli voglio male. Oggi finalmente s’è fatta luce e mi scuso se per spiegarmi devo prenderla alla lontana.

Nel bridge c’è un’asta iniziale in cui si propone di realizzare un certo risultato e vince – non la mano, naturalmente, ma semplicemente la possibilità di giocarla – chi fa l’offerta più alta. Come è ovvio, più l’impegno è arduo, più è difficile realizzarlo. E se per caso è impossibile, è come se ci si mettesse volontariamente nelle condizioni di fare cattiva figura. Nel gergo del gioco questo eccedere nell’asta è detto overbidding. Quando capitava a me – naturalmente per colpa del mio partner, perché quell’errore è contrario al mio temperamento – io mi arrabbiavo talmente, mi reputavo talmente meritevole di perdere e di fare cattiva figura, che un giorno un amico, divenuto poi giocatore di serie A, mi rimproverò aspramente. La sua tesi era che, commessa la sciocchezza, bisognava lo stesso fare il possibile per riuscire. Dopo tutto, anche gli altri potevano commettere qualche balordaggine. Io invece mostravo chiaramente la voglia di vedere me stesso e il mio compagno “puniti” per l’errore. A momenti avrei aggiunto giocate maldestre per aggravare il disastro. E questo era sbagliato. Gaetano aveva ragione, tecnicamente. Ma ognuno ha il temperamento che ha e la mia indignazione era irrefrenabile.

Ciò spiega l’atteggiamento che si può avere nei confronti di Renzi. Il suo continuo overbidding può mandare in bestia. Al punto che, pur non avendo personalmente nulla contro di lui, come ovviamente non avevo nulla contro me stesso a bridge, non posso trattenermi dal desiderare che paghi lo scotto delle sue fanfaronate. Lo smargiasso merita le massime umiliazioni e sarebbe somma ingiustizia se per pura fortuna riuscisse a realizzare ciò che ha promesso. Questa sarà pure una spinta morale eccessiva, ma è talmente umana che innumerevoli film western ci presentano la scena in cui uno sbruffone aggressivo è ridicolizzato, e magari ucciso, da un eroe modesto e tranquillo. Lo spettatore è felice quando lo strong silent man batte il vanesio che fa ruotare vorticosamente la pistola intorno all’indice.

La politica è essenzialmente lontana dalla morale. Dunque rimproverare a Renzi il suo stile è fuor di luogo. Soprattutto se si pensa che con questo stile ha azzerato i bonzi del suo partito, ha battuto la concorrenza di Grillo, ha stravinto le elezioni europee e sembra quel Gastone, il cugino di Paperino, cui va tutto bene, anche quando ha posto le premesse perché vada tutto male. Negare i suoi successi passati sarebbe da ciechi o da invidiosi; ma sarebbe da incompetenti pensare che il gioco del bridge si esaurisca nell’asta. Ottenuto il “contratto”, nel nostro caso la carica di Primo Ministro, poi bisogna governare e superare l’esame della realtà. E qui le previsioni non possono essere rosee. Se l’esuberante giovanotto fiorentino riuscisse ad attuare la metà delle cose promesse, farebbe dei miracoli. Ma etimologicamente il miracolo non è necessariamente una buona notizia: è qualcosa che ci sbalordisce. Cioè qualcosa che va contro le nostre fondamentali nozioni sulla realtà. Dunque l’ambito dei miracoli è tanto più grande quanto più grande è l’estensione della nostra ignoranza. La realizzazione dei sogni renziani dai quali siamo inondati significherebbe che i critici hanno sbagliato tutte le analisi, tutte le diagnosi e tutte le previsioni. Perfino l’aritmetica comincerebbe a dubitare di sé stessa. È incontestabile: se veramente i miracoli si verificassero, sarebbe una gran brutta notizia per la buonanima di Galileo.

Renzi mi è simpatico, lo confermo. Ma vorrei tanto che limitasse le promesse a ciò che può realizzare e sarei lietissimo di vedere che mantiene la parola. Ne sarei felice per lui e per l’Italia. Invece continua a rilanciare come se avesse in mano soltanto assi. È difficile che molti riescano a trattenersi dal ridere quando inciamperà.

Gianni Pardo, pardo.ilcannocchiale.it

6 giugno 2014

 

RENZI E L’OVERBIDDINGultima modifica: 2014-06-06T12:37:03+02:00da gianni.pardo
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