GLI ASINI VOLANO

Ma che mondo è, un mondo come quello della politica, in cui non è possibile orientarsi, talmente le parole non valgono niente?
Nella vita normale spesso le cose vanno abbastanza lisce. Uno chiede al salumiere duecento grammi di mortadella, e quello ce ne dà centoottanta grammi, che è un’approssimazione accettabile (i venti grammi mancanti sono la carta che ci fa pagare al prezzo della mortadella). Invece in politica “no” significa, secondo i casi, “sì”, “mai”, “forse”, “devo pensarci”. E “sì” corrisponde a “no”, “certamente”, “può darsi”, “che cosa gliel’ha fatto credere?”
Il caso del Partito Democratico è esemplare. Renzi e la pattuglia di fedelissimi che lui ha fatto eleggere – scrivendo le liste ad usum delphini, cioè di sé stesso – sono più che sufficienti per impedire che il M5S possa costituire una maggioranza di governo con i deputati del Pd. E sia Renzi che i detti fedelissimi hanno gridato sui tetti, e all’occasione anche nei sottoscala, che mai e poi mai si alleeranno con quei reprobi, quegli incompetenti, quella baby gang dei pentastellati. Com’è che ora lo stesso Pd chiede tempo per riflettere, per discutere, per riunirsi in concistoro? E com’è che quel galantuomo di Mattarella glielo concede? Insomma anche loro hanno rinunciato a dare un significato a quelle inutili parolette, sì e no. E infatti così si esprimono, con il Presidente Mattarella: “Non ci è possibile dire di sì. Ma forse diremo di sì. Oppure malgrado tutto diremo di no, come tutti prevedono. Ma forse si sbagliano. Comunque può chiedere alla Signora Turrita di sedersi e aspettare una settimana. Forse fra una settimana daremo una risposta. Magari due settimane. Ma forse siamo troppo pessimisti su noi stessi. Per la verità siamo molto decisi. Ma non sappiamo ancora a che cosa”. E Mattarella, paziente, si profonde in scuse con l’augusta, e ormai piuttosto imbufalita Signora Turrita, e la prega di sedersi in sala d’aspetto per una settimana – che neanche Enrico IV a Canossa – e aspettare il confuso responso della Pizia.
Non so più in quale civilissimo Paese asiatico – forse in Cina, forse in Giappone, forse altrove – dire “no” è maleducazione. Si risponde “forse”, “sì ma”, “vedremo”. E ovviamente tutti ci inchiniamo dinanzi ad una tale secolare raffinatezza. Ma siamo dei selvaggi occidentali e usiamo andare alla sostanza delle cose, fino a chiedere: se “forse” significa “no”, non è più semplice dire “no”?
Ma qui sono un ingenuo. Gli orientali cambiano la forma del sì e del no, e probabilmente fra loro s’intendono benissimo. Nel nostro mondo politico invece si cambia la realtà. Uno conosce un tizio che notoriamente ama la birra, gli porta della birra e quello dice, con occhi stralunati: “Birra? Lei mi porta della birra? Non lo sa che bevo soltanto vino?” E quando uno gli porta il vino dichiara di essere astemio. O magari che beve soltanto aranciata. Se uno gli fa notare le sue esitazioni, risponde stupito: “Quali esitazioni? È chiaro che lei non ha letto il nostro programma”.
E l’intera Italia deve seguire questi signori, e riverirli, e offrirgli l’auto blu. Anzi l’auto blu e la scorta, nel caso qualche folle ci volesse privare della loro guida illuminata. Perfino l’Italia Turrita deve calmare la propria indignazione, perché maiora premunt. E se Franceschini dovesse riuscire a far cambiare opinione a Renzi? Del resto ha qualche buona possibilità. Non è forse vero che dal dicembre 2016 quell’uomo è disoccupato, avendo lasciato per sempre la politica?
In un convento c’era un frate molto ingenuo e i suoi fratelli ogni tanto lo canzonavano. Una volta uno gli disse: “Vieni, vieni alla finestra. C’è un asino che vola”. E quando tutti ridendo gli fecero notare che era impossibile, lui rispose: “Mi pareva più probabile che un asino volasse che un frate mentisse”. Apologo altamente edificante, ma rimane che il povero imbecille andava curato.
Nel mondo della politica le cose stanno al contrario. Ciò che è normale risulta non vero e ciò che è anormale o contraddittorio magari è poi esattamente ciò che si verifica. Insomma qui gli asini volano. E magari costituiscono il nuovo governo.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 aprile 2018

GLI ASINI VOLANOultima modifica: 2018-04-26T17:56:29+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “GLI ASINI VOLANO

  1. Prof. Lei non è ingenuo, è solo realista con molta utopia. Non sò , se per darci una speranza oppure per toglierla. Saluti Ciro

  2. L’ironia di questo articolo riesce a mettermi di buon umore nonostante la situazione a dir poco frustrante che siamo costretti a vivere…

  3. No, guardi, Pardo: GLI ASINI VOLANO. E che i “poteri forti”, che foraggiano la stampa e pretesi “scienziati”asserviti, non vogliono che lo si sappia, per poter godere essi solo di libere scorribande in cielo a dorso d’asino. Non ha mai visto, nel tardo pomeriggio, fluttuare davanti al sole al tramonto delle ombre scure? Sono loro! Se va a vedere, nella stampa e nei siti che dicono “LA VERITAA”, troverà le foto, e anche le prove dei “bisogni” asinini caduti dal cielo durante i trip. E quindi è vero. E noi lo crediamo, e quindi sappiamo.

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