KIM-TRUMP

Potrebbe sembrare estremamente azzardato commentare l’incontro fra il Presidente degli Stati Uniti e il dittatore nordcoreano, quando non si è fra i massimi editorialisti mondiali; quando non si dispone di informazioni riservate; soprattutto quando si sa che le cose importanti sono dette a porte chiuse. Tanto che a volte si conoscono molti anni dopo. E tuttavia non è così. Infatti i massimi commentatori non ne sanno molto più degli altri. I media offrono fotografie, sorrisi e gossip, ma niente di politicamente sostanziale. Insomma a volte i grandi avvenimenti pubblici sono tutt’altro che pubblici.
Ciò non impedisce tuttavia di avere le idee chiare su alcuni punti. Per esempio: se le parti si sono incontrate, è segno che avevano interesse all’incontro. E il primo interesse comune, in questo caso, è proprio il dato apparentemente “insignificante”: la pubblicità. Le photo opportunities, i titoli dei giornali, le strette di mano servono a veicolare dei messaggi.
Trump vuol far credere al mondo che, diversamente dai suoi predecessori, lui è riuscito ad ammansire la Corea del Nord. L’ha indotta a promettere la pace. Addirittura il disarmo nucleare. Successo epocale.
Kim, da parte sua, dopo aver dimostrato al mondo che il suo poverissimo Paese è riuscito ad ottenere lo status di potenza atomica, vuol far vedere che persino il Paese più forte del mondo viene a patti con esso. Che la dinastia dei Kim è salda. Che la Corea del Nord è uno dei Paesi più importanti del mondo. Ovviamente non è vero, ma mentre per decenni Pyongyang è vissuta nella paura dell’invasione (e della fine della dinastia) oggi si può presentare quanto meno come una potenza regionale, di cui la ricchissima Corea del Sud ha veramente paura.
E fin qui tutto bene. Ma siamo ancora alla facciata. Per la sostanza sarebbe invece importante quella denuclearizzazione “totale e controllata” che è stata promessa. Ma è credibile? Probabilmente no. Nessuno costruisce un grande castello, con anni di sforzi e spendendo ingenti somme di denaro (pur essendo povero) per poi distruggerlo con la dinamite. Dunque è probabile che Kim farà saltare qualcosa in favore di telecamere, e persino un sito in cui prima, effettivamente, è stata sviluppata l’arma nucleare, ma conserverà tutte le attrezzature, e soprattutto il know how e tutto il necessario, per fabbricare bombe atomiche altrove. Non è doppiezza, non è malafede, è buon senso, égoïsme sacré, ragion di Stato o comunque si voglia chiamare la mossa. Dunque, da questo punto di vista, Trump probabilmente non ha guadagnato niente. O forse soltanto l’assenza di test nucleari che possono essere scoperti.
E poiché queste considerazioni, se possono essere fatte sul tavolo della cucina da un cittadino qualunque, sono sicuramente state fatte dal Pentagono e dai consiglieri di Trump, bisogna vedere perché si è montata questa pantomima.
Per quanto riguarda Kim, l’ipotesi potrebbe essere in primo luogo che, da sempre, la sua dinastia teme un attacco esterno od anche un attacco interno sostenuto dall’esterno. Una volta che Kim ha stretto la mano di Trump, è come se l’avesse impegnato a non aiutare né apertamente né copertamente i suoi nemici ad abbatterlo. Kim Jong-un, vuol far credere, non è un pericoloso dittatore che rappresenta un pericolo per la pace nel mondo (ciò che autorizzerebbe il primo che passa a sparargli) ma al contrario un leader saggio e talmente mite che, per amore della pace, è disposto a rinunziare alla sua bomba atomica. E questo potrebbe anche migliorare i commerci e la situazione economica della Corea del Nord.
Gli Stati Uniti, da parte loro, avranno fatto un calcolo pragmatico. Che la Corea del Nord abbia l’arma atomica è un dato da cui non si torna indietro. Qualcosa avrebbero potuto fare Clinton, Bush, Obama, ma ormai è troppo tardi. La pace è in pericolo. Ma se Kim Jong-un è talmente spaventato che una stretta di mano può rassicurarlo, e se per averla è disposto ad impegnarsi per la pace, rendendola quanto meno, se non sicura, certo più probabile, perché non dire di sì a questo suo desiderio di parata pacifista? In fondo, è soltanto un viaggio a Singapore, che non cambierà nulla ma farà dormire più tranquilli gli abitanti di Seul.
Se poi le cose dovessero girare per il verso sbagliato, si riprenderebbero i piani bellicosi precedenti. L’eventuale peggioramento della situazione non sarebbe dipeso da questo incontro, mentre un “no” di Trump sarebbe stato giudicato malissimo in patria e all’estero. Dunque, fino ad ora tutto bene, come disse al quarto piano quello che cadeva dal ventesimo.
Ma è sempre meglio parlare di pace che di guerra.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
12 giugno 2018

KIM-TRUMPultima modifica: 2018-06-12T14:08:48+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “KIM-TRUMP

  1. Il capolavoro tattico di Kim Jong-un

    Al termine di un vertice pieno di elementi scenografici e privo di sostanza, Trump è costretto ad ammettere di doversi fidare del leader nordcoreano. Non può più fare altrimenti.
    di Dario Fabbri – Limes

    Trump e Kim hanno ottenuto il summit che tanto volevano, zeppo di elementi scenografici, privo di sostanza. Al di là di qualsiasi fantascientifica promessa, i due paesi hanno comunicato di voler accettare il fatto compiuto (non che potessero fare altrimenti). La Corea del Nord è e resterà una potenza nucleare, gli Stati Uniti ne riconoscono il regime come legittimo interlocutore.
    I due leader sono al negoziato per il negoziato: nei prossimi anni la trattativa diventerà obiettivo stesso dell’interazione bilaterale, senza sviluppi concreti.
    Kim prometterà di ridurre il proprio arsenale, magari distruggendo qualche testata atomica a beneficio dei fotografi, senza rinunciare mai al deterrente nucleare. Il giovane dittatore vuole imporre le sue condizioni agli interlocutori, non suicidarsi.Gli Stati Uniti dispenseranno promesse ed elargiranno concessioni economiche, senza abbandonare la penisola coreana. La superpotenza prova a stare in partita, non pensa di ritirarsi. Più concretamente, resta il capolavoro tattico di Kim, assai lucido nel perseguire il suo obiettivo, sebbene in enorme difficoltà al cospetto di un signore che ha 40 anni più di lui e che conosce alla perfezione il mezzo televisivo. Quindi resta la mano sfortunata giocata da Trump, che ha provato a rilanciare senza disporre dei mezzi per vincere. Le precedenti amministrazioni hanno consegnato al presidente un dossier ampiamente compromesso. Per cui era inevitabile giungere alla sconfitta odierna, con Washington costretta a tollerare che Pyongyang abbia la Bomba, in violazione di qualsiasi linea rossa. Così poche ore fa Trump è apparso straordinariamente sincero ai microfoni della Abc, quando ha ammesso di doversi fidare di Kim, senza possibilità di muovere altrimenti. In barba a ogni spin presidenziale legittimamente deputato ad abbellire quanto accaduto. Il magnate newyorkese sa bene che rischia di passare alla storia come colui che ha riconosciuto la Corea del Nord nella sua dignità nucleare, senza averne colpa.
    Piuttosto, per quanto concerne gli apparati statunitensi, nei prossimi anni la superpotenza proverà ad allontanare Pyongyang da Pechino. Non certo attraverso le lusinghe economiche, giacché queste non possono pareggiare quelle del gigante asiatico. Soprattutto ergendosi a garante della sicurezza del Regno Eremita nei confronti della Repubblica Popolare.
    Scommessa di complicata realizzazione, eppure l’unica mossa impiegabile in una battaglia di retroguardia. Nonché l’unico elemento da osservare nel medio periodo.
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    ” In pochi giorni Trump ha disarticolato il G7, ha dichiarato guerra ai partner europei e al Giappone sul commercio, ha umiliato l’amico Trudeau e abbracciato il nemico Kim” ( Corsera ). Forse abbiamo a che fare con uno squilibrato.

  2. Corea del Nord: Trump revoca sanzioni a Kim annunciate dal Tesoro
    https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2019-03-22/corea-nord-trump-revoca-sanzioni-kim-annunciate-tesoro-213331.shtml?utm_term=Autofeed&utm_medium=TWSole24Ore&utm_source=Twitter#Echobox=1553316820

    E lo fa con un tweet : It was announced today by the U.S. Treasury that additional large scale Sanctions would be added to those already existing Sanctions on North Korea. I have today ordered the withdrawal of those additional Sanctions!
    6:22 PM – Mar 22, 2019

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