CONCLUSIONE DELLA VICENDA DICIOTTI

Quando si vogliono fare previsioni per il futuro è meglio decidere di non farne. Come diceva Mark Twain, “Le profezie sono difficili. Particolarmente quelle riguardanti il futuro”. Le previsioni sono come gli investimenti finanziari: più sono interessanti, e meno sono affidabili. Comunque, nel caso della nave della “U.Diciotti” è bene partire da ciò che è ragionevolmente impossibile per poi magari arrampicarsi sui picchi della fantasia.
Secondo l’autorevole giudice Nordio(1), la prima cosa da dire è che, dal punto di vista penale, Matteo Salvini non rischia assolutamente nulla. Le esternazioni e le “incursioni” dei magistrati rischiano di essere state “tutta scena”. Dal punto di vista penale, salvo autentiche sorprese, non ci dovrebbero essere novità.
Altro elemento certo è che gli altri Stati dell’Unione Europea non sono intenzionati ad accogliere nessuna quota degli attuali migranti. Né basterebbe una loro promessa, perché la volta scorsa quella promessa l’hanno fatta e poi non l’hanno mantenuta. Sarà una buona barzelletta, ma non si può raccontare due volte di seguito. Ciò malgrado, l’episodio non è privo di conseguenze. Da domani l’Europa non ci potrà definire immorali e senza cuore, perché gli si potrà rinfacciare il suo l’atteggiamento di oggi, con cui ha gettato la maschera. Perfino Giuseppe Conte è riuscito a dire una cosa giusta, accusandola di ipocrisia.
Ormai il problema, come direbbero in Francia, è italo-italiano. E dobbiamo risolverlo da soli. Ovviamente, la situazione deve comunque trovare uno sbocco, perché non è pensabile che fra un mese o fra un anno la nave Diciotti sia ancora ormeggiata ad un molo catanese. Fra l’altro Salvini ha involontariamente imprigionato anche l’equipaggio, il quale ne ricaverà un supplemento di stima e d’amore per il suo capitano.
La soluzione più semplice è che alla fine, con gesto magnanimo – e facendo finta di accogliere le preghiere del Presidente della Repubblica, del Papa o di qualcun altro – Salvini ceda e faccia sbarcare i migranti. Li manderà a curarsi la scabbia, li ospiterà in qualche centro d’accoglienza, e aspetterà che quelli scappino.
In questo caso si potrebbe dire che Salvini ha perso? Più no che sì. Avrebbe perso perché aveva detto che quei migranti non avrebbero messo piede in Italia, ma avrebbe vinto perché la cosa nel frattempo avrà fatto tanto rumore che quel che Salvini non ha ottenuto in concreto (ma che volete che siano 177 migranti in più) lo ha largamente più che compensato in termini di pubblicità. Ormai non soltanto l’Europa, ma l’Africa e l’Asia sanno che l’Italia fa sul serio. Ha detto no ed è realmente no. Veramente una sorpresa.
Oggi chi vuole venire in Italia sa che potrebbe atterrare in tutt’altro posto o, addirittura, vagare per settimane e mesi su una nave che nessuno vuole accogliere. I poveri migranti sono in generale troppo ignoranti per conoscere la famosa vicenda della Exodus(2), ma chi la conosce non si avventurerebbe facilmente su una nave che non è certa di avere un approdo. Comunque a molti basterà la vicende della Aquarius ed ora, addirittura, quella di una nave della nostra Guardia Costiera. Come pubblicità, un colpo da maestro. Forse – è una possibilità – qualcuno nella Marina ha voluto metterlo in difficoltà, certo è che lui ha rivolto verso l’aggressore la sua stessa arma.
Allontanandoci dal verosimile verso l’inverosimile, sarebbe concepibile che si incaricasse la “Diciotti” di riportare in Eritrea tutti gli eritrei. Certo non è assurdo: se i migranti vogliono essere accolti non in quanto immigrati clandestini ma in quanto naufraghi, che cosa c’è di meglio, per un naufrago, che essere riportato sano e salvo a casa?
Rimane da parlare del capitano della “Diciotti”. Questo signore a mio parere si è comportato come un soldato di Luigi XVI che, nel 1790, non si fosse accorto che c’era stata una rivoluzione. E infatti ha mantenuto la sua eroica fedeltà agli ordini ricevuti prima della conquista della Bastiglia.
A quanto abbiamo letto, il barcone è stato prima avvicinato, nel Mediterraneo e in acque maltesi, da una nave maltese. Questa ha constatato che il natante galleggiava benissimo, ha fornito agli occupanti alcuni generi di conforto e gli ha augurato buon viaggio. Traduzione: il barcone non aveva problemi; i maltesi non volevano i migranti e i migranti volevano andare in Italia. Poi lo stesso barcone è stato avvicinato dalla “Diciotti” e, vedi caso, per l’emozione si è messo ad imbarcare acqua. Tanto che il capitano ha ordinato di prendere a bordo tutti e 177 gli occupanti. Ognuno la pensi come vuole ma io, da professionista del cattivismo, mi dichiaro sorpreso.
La mia ipotesi – ma è solo un’ipotesi – è che il capitano abbia seguito le istruzioni di due anni fa. E infatti pare abbia temuto (lo ha riferito un esponente radicale, Riccardo Magi) di essere arrestato all’arrivo. Dunque avrebbe deciso coscientemente di sfidare Salvini e non scommetterei sul fatto che, come tanti, finisca la sua carriera col grado di ammiraglio.
Salvini ha impartito una minacciosa lezione di fermezza anche alla Guardia Costiera, alla Marina Militare e agli altri ministeri. Per non parlare del Presidente della Camera Fico. La sensazione che è riuscito a dare è che non è soltanto pericoloso andargli contro violando le norme, ma è pericoloso persino andargli contro ndosi sulle norme. Il capobranco, insegnano i libri di etologia, ogni tanto morde a caso un altro lupo tanto per ricordare a tutti che lui, volendo, può sempre farlo.
In totale, secondo le previsioni, il futuro ci riserva questi fatti: i migranti scenderanno a terra; nel mondo si saprà che l’Italia non è un approdo facile; Salvini si sarà dimostrato insopportabile per parecchi versi (io lo trovo insopportabile da molto tempo) ma avrà comunque provato al di là di ogni dubbio che è persona da prendere sul serio.
Peccato si sia legato al M5S, col rischio di andare a fondo insieme con esso. Ma forse, da quel figlio di buona donna che è, farà come i topi che, dicono, scappano dalla nave prima che affondi. Del resto ha messo da parte un importante capitale di popolarità, sfruttabile più a breve termine che a lungo termine. E in questo caso avremmo nuove elezioni prima che il gallo canti.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
25 agosto 2018
(1)http://cercanotizie3.mimesi.com/Cercanotizie3/popuparticle?art=393527071_20180824_14004&section=viewobiettiva
(2) https://it.wikipedia.org/wiki/Exodus_(nave)
Invito gli amici ad usare come indirizzo giannipardo1@gmail.com. Grazie.

CONCLUSIONE DELLA VICENDA DICIOTTIultima modifica: 2018-08-25T06:57:59+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “CONCLUSIONE DELLA VICENDA DICIOTTI

  1. Professore faccia uno sforzo !
    Ricordi !
    C’è stata qualche altra nazione la cui classe dirigente, in toto, ha consegnato su un piatto d’argento gli argomenti migliori contro se stessa ?
    Saluto Sgrammaticato

  2. Caro Memmo, praticamente, ogni volta che un fatto storico ci sembra assolutamente nuovo, di fatto stiamo dimostrando la nostra ignoranza storica. Di nuovo c’è ben poco, perché la storia è piena di dimostrazioni di quante volte i popoli si sono comportati stupidamente, fino a rovinarsi.
    Qualche esempio? Non sono abbastanza colto, per questo. Ma che ne pensa degli italiani degli ateniesi che, senza alcuna necessità (se non la sete di bottino) hanno portato la guerra contro Siracusa, riportandone il più grande disastro della loro storia, dopo la sconfitta contro i persiani? Che ne pensa degli italiani che, per risolvere le loro beghe, invitavano i re di Francia (Carlo VIII e Francesco I) ad invaderli? Che ne pensa, per venire alla storia contemporanea, di Mussolini che entra in guerra senza avere un esercito conc ui farla, solo perché pensava di non doverla combattere e viaggiare senza pagare il biglietto? E dei Francesi che hanno permesso a Hitler di riarmare la Germania, in violazione del Trattato di Versailles, perché erano “pacifisti”?

    E non faccio lo storico, di mestiere. Pensi a quanti esempi potrebbe fornirle un vero competente.

  3. = in questo caso avremmo nuove elezioni prima che il gallo canti. =

    Gentile professore, non sarei per nulla stupito se il governo saltasse durante l’inverno e si andasse a nuove elezioni politiche in abbinamento a quelle europee della prossima primavera. .

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