SI PUO’ VINCERE IL POPULISMO?

Probabilmente da mesi tutti i partiti si stanno chiedendo da che cosa deriva il successo del Movimento 5 Stelle. E immagino si potranno allineare molti fattori obiettivi, con in primo luogo i problemi economici e sociali irrisolti. Ma in fin dei conti quei fattori si riportano ad uno: la delusione nei confronti di tutti i partiti. In particolare del Pd e di Forza Italia. Naturalmente, secondo ogni probabilità, la ragione del successo del Movimento sarà anche la ragione della sua fine, perché certo non farà meglio degli altri. Ma questo riguarda il futuro. Non è ancora il momento di parlarne.
Recentemente gli italiani hanno stabilito una sorta di sillogismo: l’Italia è in crisi; i partiti “seri” non hanno saputo far nulla; ergo non erano seri. E forse bisognava fare l’opposto di ciò che hanno fatto loro. Così l’Italia ha perso la fiducia in tutto ciò che, da sempre, aveva considerato affidabile: i politici di sinistra, per cominciare: con le loro sempiterne ricette marxiste, con i loro slogan e perfino con la loro albagia di “migliori”; Silvio Berlusconi – con la sua mai attuata rivoluzione liberale – che non ha ottenuto risultati diversi da quelli della sinistra; i sindacati infine che, malgrado l’atteggiamento di bellicosa e intransigente difesa dei lavoratori, non hanno saputo impedire che le imprese chiudessero e la disoccupazione dilagasse. Ma non sono i soli imputati. La crisi di fiducia ha investito anche i competenti d’ economia di ogni colore, perché non hanno saputo suggerire la soluzione dei problemi; i media, che hanno soltanto saputo raccontare le nostre difficoltà, continuando ad incensare i governanti. E soprattutto personaggi come Matteo Renzi che ci rintronava con le sue vanterie e nel frattempo portava l’Italia al disastro. Nella lista dei bocciati non manca, ovviamente, la stessa Unione Europea. I burosauri bruxellesi, con l’aria dei Soloni dell’economia – cioè di quelli che sono in possesso delle verità ultime – non soltanto non hanno saputo tirarci fuori da un’interminabile depressione economica, ma ci hanno persino impedito di provarci noi stessi. Si pensa quasi all’Aretino: “Di tutti disse mal, fuorché di Dio, scusandosi col dir: ‘Non lo conosco’”.
Dinanzi ad un quadro tanto negativo, ed anzi tragico, un uomo razionale non perde la testa. Se il suo medico personale è perplesso, e perplessi sono i due luminari chiamati a consulto, si rende conto che il suo caso è difficile. Forse la medicina non ha ancora identificato quella patologia. Forse non c’è un rimedio. Forse è cancro e non vogliono dirglielo. Invece un uomo irrazionale pensa che tutti e tre quei medici sono degli asini. E infatti va da un quarto che lo soddisfa dichiarandosi sicuro della diagnosi e prescrivendogli una cura balorda. Con questo meccanismo mentale tanta gente mette in dubbio la medicina e si rivolge all’omeopatia, all’agopuntura, al primo stregone che incontra.
In fondo non c’è da stupirsi. La soluzione razionale non è consolante, quella mitologica sì. E quanto più un soggetto è intellettualmente primitivo, tanto più facilmente crederà ai miracoli. È proprio ciò che è successo. Dopo dieci anni di crisi gli italiani hanno reagito cercando lo stregone. E infatti i competenti non hanno più voce in capitolo: la prima qualità di un politico è l’onestà, e per questo chiunque sia onesto può governare l’Italia, sarà comunque migliore di coloro che l’hanno preceduto. Abbasso la cultura, abbasso la specializzazione, abbasso i vaccini, abbasso la scienza. Forse il cancro lo ha vinto la cura Di Bella e non ce ne siamo accorti.
Come si può far ragionare un malato al quale i medici hanno dato solo qualche mese di vita? Non rimane che lasciarlo fare. Che mangi soltanto cibi crudi, che si curi col bicarbonato, che vada a Lourdes. Tanto è destinato a morire. Così, quando constateranno il fallimento delle “controricette” del M5S, gli italiani guariranno dalla loro regressione. Purtroppo, dopo aver commesso l’errore di credere che il prezzo da pagare sarebbe stato inferiore a quello che avrebbero imposto i competenti.
Anche se, seguendo le teorie socialiste e le teorie liberiste si possono commettere errori, è certo che non si possono ottenere buoni risultati facendo debiti fino a sbattere contro la sfiducia dei mercati. I professionisti non sempre ci azzeccano, ma figurarsi i dilettanti, passati dalla chat internettiana alla poltrona ministeriale.
Forse non ci rimarrà che ripartire da zero, come dopo una guerra perduta.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

2 settembre 2018
Invito gli amici ad usare come indirizzo giannipardo1@gmail.com. Grazie.

SI PUO’ VINCERE IL POPULISMO?ultima modifica: 2018-09-02T08:14:35+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “SI PUO’ VINCERE IL POPULISMO?

  1. Articolo sicuramente interessante e in gran parte condivisibile, anche se sinceramente mi sembra che dell’attuale marea montante populista (italiana) faccia parte ALMENO A EGUALE TITOLO del M5S anche l’odierna Lega clerico-nazionalista, apertamente filo-russa (riusciamo a immaginare le risate di Togliatti nella tomba?) e amica intima di quei leaders politico euro-centro-orientali che vogliono lasciare l’intero flusso migratorio nordafricano sul groppone dei Paesi dell’area latino-mediterranea…

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