IL COMMISSARIO

Il decreto per la costruzione di un nuovo ponte a Genova è stato varato e chi ha pazienza può anche leggerlo. Essenzialmente esso stabilisce che, per superare velocemente le infinite difficoltà tecniche, burocratiche e legali , è necessario un commissario dotato di speciali poteri. Un funzionario che possa anche non tenere conto delle regole . Ovviamente la persona nominata riceverà un grande onore e, probabilmente, un grande onorario. Due cose che permetteranno di trovare non uno ma millea candidati alla carica.
Personalmente però, se avessi le qualità richieste e mi si proponesse quell’incarico, lo rifiuterei. Semplicemente perché temerei di concludere l’impresa in galera. O almeno impegolato in una interminabile Via Crucis di processi penali. Come è capitato a Guido Bertolaso, benemerito della Protezione Civile.
Purtroppo, la stessa carica di plenipotenziario è un mostro giuridico. Se le regole sono giuste ed opportune, perché sospenderle in un dato caso? E se sono sbagliate e fanno perdere troppo tempo, perché non cambiarle? Si dirà che c’è un’emergenza, ma ciò non basterà ad evitare guai giudiziari a chi ha in concreto agito. Calmatosi il vento, vengono infatti fuori i giustizialisti e i cacciatori di teste. In occasione di una rapina, un omicidio per legittima difesa putativa si ha nel giro di qualche secondo, mentre poi i magistrati avranno ore ed ore per decidere se, dopo tutto, l’accusato poteva scegliere un’altra soluzione. Magari condannandolo per non averla trovata su due piedi. Forse la giustizia non si può amministrare diversamente ma appunto, se si può, meglio evitare questi rischi.
Nel caso del commissario, facciamo l’ipotesi che si riveli corrotto. La sua speciale carica lo metterà al riparo dalla legge? Certo no, perché se così fosse sarebbe uno scandalo. I poteri gli erano stati dati per un nobile scopo, non perché ne approfittasse personalmente. Ma come dimostrare questa corruzione, quando – sulla base del decreto di nomina – egli era autorizzato a trascurare tutte le regole normali?
E se viceversa è perfettamentè onesto, forse che ciò lo salverà dalle denunce di chi crederà in buona o malafede di essere stato da lui danneggiato? Il ricorrente naturalmente sosterebbe che la decisione è stata adottata non per motivi di necessità e urgenza ma per ben altri e deteriori motivi, che lui stesso si premurerebbe di esporre. E purtroppo la magistratura non potrebbe trascurare queste denunce. L’obbligatorietà dell’azione penale è forse una barzelletta, ma non quando girano molti milioni di euro.
La realtà non è incoraggiante. Le proporzioni degli investimenti e le straordinarie forze giuridiche in campo rendono persino improbabile che la nomina di un commissario possa realmente rendere molto veloci questi lavori. Gli interventi della magistratura ordinaria o di quella amministrativa potrebbero bloccare le operazioni per mesi ed anni e già si è visto che, per rimuovere le macerie, si è dovuto aspettare per mesi il permesso della Procura della Repubblica. E certo non per capriccio. Inoltre gli ineffabili Di Maio e Toninelli si sono intestarditi ad escludere – io non so in base a quali norme – la possibilità che la Società Autostrade si veda affidare in tutto o in parte i lavori, e questo potrebbe essere un motivo per ricorrere perfino alla giustizia comunitaria. Anche con risarcimenti miliadari.
Ancora una volta l’idea che la volontà permetta di superare tutti gli ostacoli si rivela infantile. L’Italia è un Paese in cui nessuno si fida di nessuno e proprio per questo, nell’illusione di creare l’onestà con la forza del diritto, abbiamo sempre avuto una produzione legislativa alluvionale. Migliaia e migliaia di leggi che si accavallano, si intersecano, si contraddicono, in un ginepraio che fa paura anche ai magistrati. Sarebbe bello che si attendesse che qualcuno faccia qualcosa di seriamente sbagliato, per perseguirlo, e per il resto si lasciasse la maggior parte delle persone “agire per il meglio” secondo il loro giudizio del momento. Senza che un galantuomo venga trafitto da una delle mille norme cui sul momento non ha badato e che ora lo trafigge per appuntarlo sul banco degli imputati come un insetto in una bacheca .
Le leggi dovrebbero essere meno complicate e bisognerebbe applicarle senza eccessi di fiscalità. Senza giustizialismi e in dubio pro reo. La magistratura dovrebbe dimostrarsi affidabile, e un galantuomo non dovrebbe temere più il cavillo di un pm zelante che lo scrupolo di aver commesso sul serio una mala azione. Oggi molta attività della Pubblica Amministrazione è paralizzata dalla paura di funzionari onesti di mettere una firma.
Forse a Genova avrebbero fatto bene a creare un collegamento alla diavola, tra Est ed Ovest, magari rivolgendosi al Genio militare. Il ponte sarebbe stato ricostruito col suo tempo normale e si sarebbe evitato il sacrificio umano di un commissario.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
30 settembre 2018

IL COMMISSARIOultima modifica: 2018-09-30T07:08:07+02:00da gianni.pardo
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