L’IDENTITA’ EUROPEA

Nel progettare – anni fa – la propria Costituzione, l’Europa rifiutò di menzionare, accanto ad altri elementi comuni, le nostre “radici cristiane”. Fu un errore, dovuto a quell’ingenuo laicismo che, nato con l’Illuminismo e rafforzato dal materialismo marxista, è ancora abbastanza operante per ottenere questo risultato.
L’identità è ciò che siamo, non ciò che ci piacerebbe essere. Rinnegare le propri radici è stupido perfino quando le si sono strenuamente combattute, fino a credere di essersene del tutto liberati: infatti, se abbiamo dovuto combatterle con forza, è segno che erano gran parte di noi e difficilmente una gran parte di noi, anche se amputata, potrebbe non lasciare tracce.
Un ottimo esempio è Nietzsche. Questo filosofo è profondamente anti-cristiano, ma è tale non perché fanatico o cieco dinanzi agli apporti artistici e culturali di questa religione, ma perché ha visto i guasti che essa poteva provocare. Ed ecco un’ovvia osservazione: non sarebbe stato tanto critico, col Cristianesimo, e forse non ne avrebbe neppure parlato, se fosse vissuto in un Paese buddista. Per non dire che personalmente era figlio di un pastore protestante.
Dunque Nietzsche è estremamente – e perfino dolorosamente – cosciente di quanto la civiltà europea sia legata a quella religione. Se egli la critica, è perché essa colpevolizza l’uomo e va contro il principio della vita (“eros”). Piega l’individuo alla schiavitù della colpa e dei rimorsi. Se Nietzsche vagheggia l’Ellade – e siamo ancora e sempre in Europa – è perché in essa crede di ritrovare il meglio della mentalità europea, nella direzione dell’eros e della libertà.
Benedetto Croce aveva ragione, quando diceva che “non possiamo non dirci cristiani”. Perché lo siamo anche noi atei. Philip Roth, nel “Lamento di Portnoy”, parla infinite volte di masturbazione, in certe pagine fino alla mania. Come non vedere che in questo egli è ebreo e, per così dire, cristiano? Tutti i suoi libri vogliono essere una rottura delle convenzioni sociali e della morale corrente, e quale pratica è stata fra le più condannate della masturbazione, dai tempi remoti della Bibbia fino al presente? In un mondo in cui del sesso fosse stata condannata soltanto la patologia, non ci vorrebbe nessun coraggio a parlare di masturbazione, di adulterio, di sodomia e di qualunque altra pratica non pericolosa e liberamente consentita.
La profondità delle nostre radici si ritrova persino nella mentalità scientifica, nata in Europa con Talete, con Archimede, con Aristotele, e perfino con la mitologia greca. Questa infatti è un insieme di favole (è questo il significato della parola “mito”) ma sono favole che danno una spiegazione dei fenomeni naturali. E se la spiegazione fantastica non vale nulla, vale ancora molto l’averla cercata. Questo bisogno di darsi conto del reale ha dato all’Europa la sua preminenza nel mondo. La scienza è un prodotto italiano, inglese, francese, non giapponese o cinese, per quanto grandi siano state quelle due civiltà.
Ci si potrà rimproverare di essere stati un Continente bellicoso e dominatore, e la storia della conquista del Sud e del Centro America non ci fa onore. E tuttavia, in fin dei conti, abbiamo regalato all’umanità più cose positive che cose negative. Infatti il mondo intero ha copiato i nostri modelli. In questo siamo stati figli non indegni dell’Impero Romano, quel Superstato che non si limitava a conquistare territori ma li romanizzava. Se oggi l’Africa ha un alfabeto comprensibile a tutti, se conosce due lingue di importanza mondiale come l’inglese e il francese, se ha una speranza di giungere un giorno alla democrazia, è imitando quei modelli europei di cui ha almeno nozione.
Riconoscere le nostre radici non significa ignorare i nostri limiti e le nostre colpe. Non possiamo essere troppo severi col fanatismo religioso degli altri perché abbiamo conosciuto le guerre di religione. Non possiamo essere severi con l’assolutismo, perché abbiamo avuto secoli interi di assolutismo, e la macchia della Shoah non infanga soltanto i tedeschi, infanga tutti noi, come tutti siamo infangati dall’interminabile tirannia staliniana, in pieno Ventesimo Secolo. Dunque non ci porremo a modelli di virtù, cosa che del resto nessuno può permettersi. Ma possiamo e dobbiamo riconoscerci per quello che siamo; figli dell’Ellade, figli di Roma, figli del Cristianesimo. Rinnegare il Cristianesimo è tanto stupido quanto rinnegare l’Illuminismo e la Scienza. Fa parte di noi. Sforziamoci piuttosto di conservare ciò che di positivo ci ha dato tutto il nostro passato, cercando di emendarci dai suoi lati negativi.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
28 aprile 2019

L’IDENTITA’ EUROPEAultima modifica: 2019-04-29T12:19:05+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “L’IDENTITA’ EUROPEA

  1. Articolo difficilmente criticabile, ma il problema mi sembra direttamente legato al fatto che i numerosi & rumorosi supporters delle “radici cristiane” generalmente:
    1) sottintendono “radici cattolico-apostolico-romane”, con tanti saluti alle altre Chiese cristiane, in particolare quelle evangelico-protestanti (degne invece di eguale attenzione), per non parlare della componente ebraica, a volte “generosamente” associata a quella cristiana ma altre volte completamente dimenticata, e del tutt’altro che insignificante contributo arabo-islamico (cfr. le relative aree euro-meridionali medievali);
    2) tendono a lasciare più o meno marcatamente sullo sfondo tutte le altre componenti afferenti alla c.d. Cultura occidentale estranee all’ambito religioso-confessionale: non solo quella greco-romana ma anche quella illuminista e naturalmente il moderno Pensiero scientifico.
    Quanto a Croce, sinceramente dubito molto che egli intendesse il Cristianesimo alla stessa maniera in cui lo intende (ad es.) l’attuale Pontefice emerito…
    Cmq. sia, viva l’identità europea (almeno finché ancora ci è lecito proclamarla)!

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