L’EREDITA’ DI SALVINI

Matteo Salvini è uno che ha trovato la Lega morente e l’ha risuscitata, portandola dal 5 o 6% ad oltre il 17% alle elezioni, e sorpassando Forza Italia. Poi, al governo, ha portato quel 17 fino a picchi del 38%. Infine la caduta.
Questo Salvini però è bifronte. Al governo ha avuto successo quando ha chiuso i porti all’immigrazione selvaggia e alla carità pelosa delle o.n.g., ma c’è stato un Salvini che ha predicato un rilancio economico dell’Italia a base di deficit, cioè facendo ulteriori debiti. Sempre che i mercati ce li avessero concessi.
Secondo quanto lui diceva, l’Italia, con i soldi che non aveva, avrebbe dovuto disinnescare la mina dell’aumento dell’Iva, sovvenzionare il reddito di cittadinanza, finanziare la “Quota Cento” e la tassa piatta. E fare chissà quante altre cose. A questo punto i benevoli hanno sperato che scherzasse, i malevoli lo hanno preso sul serio (dopo tutto, le parole di Salvini erano chiare) ed hanno sperato di rovesciarlo con qualunque mezzo.
Ci sono riusciti. E forse è il momento di stilare dei bilanci.
La prima cosa da dire è che neppure i sostenitori di Forza Italia possono essere scontenti. Infatti la Lega è di centrodestra e dunque un suo disastro si sarebbe riflettuto sulla destra intera. Se poi Salvini fosse stato costretto a rimangiarsi tutti i programmi sbandierati (“una manovra coraggiosa in deficit”), la cattiva figura e il discredito sarebbero ricaduti anche sui possibili alleati.
Ora invece, per tener fede al suo buonismo e internazionalismo di sinistra, il Pd allenterà le misure anti-immigrazione e con ciò stesso offrirà a Salvini l’occasione per sparargli contro a palle incatenate. E se quel “Capitano” è arrivato quasi al 40% delle intenzioni di voto, è perché gli italiani sono le mille miglia lontani dal buonismo irrealistico. Se sono in disaccordo col Papa, figurarsi quanto lo saranno con Zingaretti.
In questo senso, l’eredità di Salvini è ingestibile. Non perché abbia governato bene, non perché sia un genio (salvo che come demagogo) semplicemente perché quell’uomo ha, per così dire, avvelenato i pozzi. Ha puntato su un solo cavallo, l’immigrazione via o.n.g., e quel cavallo è tutt’altro che morto. Come reagiranno gli italiani ad una ripresa dell’immigrazione magari più percepita che reale, se si sono dimostrati talmente grati di quella svolta da proiettarlo a livelli di consenso stratosferici? E dopo aver mostrato con selvaggia determinazione il loro rigetto della melassa idealistica?
Pd e Movimento sarebbero stati intelligenti se la politica “xenofobica” l’avessero continuata, semplicemente perché è contrario ai loro interessi rinnegarla. Avrebbero potuto incassare i dividendi dei “porti chiusi”, rigettando su Salvini tutti gli inconvenienti “umani” e “umanitari” provocati dai suoi “Decreti Sicurezza”.
Ma il vero dramma è la situazione economica. Da anni le persone normali e sane di mente (un nome per tutti, Carlo Cottarelli) non saprebbero come affrontare il problema. Ed ora questo problema dovrebbero risolverlo “uomini di Stato” come i pentastellati, o ex comunisti, da sempre allergici al far di conto? Oggi sembrano ingenuamente convinti che, avendo cambiato il matador, abbiano eliminato anche il toro. Invece il toro dell’immigrazione e delle spese di fine anno è ancora lì.
Ecco perché si può e si deve essere lieti della nascita di questo governo. Prima, con la Lega al potere, la partita offriva esclusivamente uno sbocco negativo. Ora invece l’alternativa è soltanto positiva. O i partiti al governo sarano squalificati dai risultati oppure, contro ogni previsione, contro venti e maree, riusciranno a salvare l’Italia.
Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Prima il rischio è stato che i deputati renziani, in future elezioni, non fossero nemmeno candidati. Ora il rischio è che l’intero Pd, dopo essersi fatto carico dell’impopolarità dei provvedimenti di fine anno, sia punito alle elezioni. Ancora una Nemesi. Tempo fa Matteo Renzi ci ha invitati a goderci lo spettacolo degli incompetenti al governo. Ora però, pur di non andare alle elezioni, al governo con loro c’è andato lui. Speriamo che i pop corn non costino cari.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
3 settembre 2019

L’EREDITA’ DI SALVINIultima modifica: 2019-09-03T17:29:01+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo