IL GOVERNO E LA TEORIA DEI GIOCHI

Tutti hanno sentito parlare della teoria dei giochi, del dilemma del prigioniero e via dicendo. Ma anche prima che questo genere di problemi fosse battezzato e nobilitato col nome di teoria, si è vissuta l’incertezza dei risultati quando le variabili sono molte.
Se io sono più forte di te, non mi devo strapazzare per indovinare il risultato dello scontro. Ma se le nostre forze all’incirca si equivalgono, tutto cambia, Se poi nel gioco c’è un terzo, che potrebbe schierarsi con me o contro di me, il problema comincia ad apparire insolubile.
Purtroppo, “insolubile” non significa “che si possa fare a meno di risolvere”. Nella condotta di una guerra si è costretti ad adottare quasi ogni giorno decisioni di grande importanza, pur continuando a chiedersi se siano quelle giuste. “Facciamo così e incrociamo le dita”. Questo perché, come ha detto una volta von Moltke, nessuna battaglia si svolge come era stato previsto”.
Historia magistra vitae, è stato detto. Ma la storia insegna meno di quel che si vorrebbe. Infatti il suo svolgimento mostra quanta parte abbiano, nella realtà, il caso, la follia, l’imprevedibilità umana. Quando disse che non voleva generali eroici ma generali fortunati, Napoleone non affermò soltanto che teneva prima di tutto ai risultati, ma anche che quei risultati non sempre corrispondono al valore degli attori. E infatti un cinico acuto ha detto che “decidere corrisponde a ridurre tutti gli errori ad uno”. Senza dimenticare che anche non decidere è nella lista degli errori.
Considerazioni che sembrano inadeguate alla piccola miseria di un governo come il nostro, ma alle quali è difficile non pensare. Durante la guerra del Kippur, dopo che aveva rischiato di essere sopraffatta, Israele riprese l’iniziativa e soprattutto, con Ariel Sharon e la sua task force, aggirò l’esercito egiziano, penetrando nel territorio nemico fino ad essere in vista del Cairo. Ma lì si fermò. Non soltanto perché ciò che Israele voleva era la pace, non l’umiliazione dell’Egitto, ma anche perché il Cairo è troppo grande e contiene più abitanti dell’intera Israele. In questo caso il Cairo era più debole di Sharon, ma Sharon non poteva approfittare della sua debolezza. E se se ne parla qui, è perché, curiosamente, è la stessa situazione del governo italiano. Esso è debolissimo ma nessuno osa attaccarlo, perché nessuno crede di potersi permettere il seguito della storia, e cioè lo scioglimento delle Camere e le successive elezioni.
E qui entra in campo la teoria dei giochi. Se un governo è coeso, ha un programma chiaro e forte, ed una maggioranza che lo sostiene perché ne condivide la linea, siamo in presenza di una situazione stabile. Se invece la “forza” di un governo è data da una sorta di stallo e da interessi contrapposti, il rischio aumenta molto. Perché è vero che, come nel nostro caso, chi volesse farlo cadere dovrebbe poi vedere che cosa gliene viene, ma questa varietà e divergenza di pulsioni può in qualunque momento deflagrare in modo devastante. Forse nessuno ha veramente e coscientemente voluto la Prima Guerra Mondiale, ma certo è scoppiata. E sappiamo con quali conseguenze. Pare fra l’altro che uno dei motivi sia stato che parecchie grandi potenze pensavano di vincere facilmente e in poco tempo. E oggi alcuni parlamentari potrebbero pensare, non appena la congiuntura appare favorevole, che sia venuto il momento di giocare le proprie carte. Che poi gli vada bene o che gli vada male, è quello che registrerà la storia.
L’unica conclusione che si può trarre da queste osservazioni è che, pure se è vero che il governo attuale appare blindatissimo dalla volontà dei parlamentari di non interrompere la legislatura (e lo stipendio alla fine di ogni mese) ciò non toglie che il cinismo che lo tiene in piedi possa in qualunque momento rivoltarsi contro di lui.
Essere più machiavellici di Machiavelli non è una buona politica. Se Napoleone era seguito ed obbedito fino alla morte, è perché non soltanto era un genio della tattica, ma anche perché si faceva amare dai suoi soldati. Il “petit caporal” era, o almeno appariva, uno di loro. I pretoriani romani erano di un’altra pasta. Spesso hanno designato e fatto imperatore la persona che pensavano gli potesse essere utile, ma non appena ne erano scontenti il sostegno si trasformava in tirannicidio. Sono pochi gli imperatori della decadenza che sono morti nel proprio letto.
La tattica dell’attuale simil Presidente del Consiglio dei Ministri è quella di rinviare, rinviare, rinviare. Per Giuseppe Conte, ogni giorno guadagnato è un affare, e poco importa di come andrà fra una settimana. Ma una simile politica è utile soltanto a lui e, alla lunga, aliena amici e nemici. La furbizia produce dei dividendi, ma nessuno è divenuto miliardario soltanto perché era furbo.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com

IL GOVERNO E LA TEORIA DEI GIOCHIultima modifica: 2020-10-17T09:56:18+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IL GOVERNO E LA TEORIA DEI GIOCHI

  1. L’ importante è arrivare al luglio 2021. Lì comincia il semestre bianco (e “contestualmente” finisce il Covid: si accettano scommesse) e “questo Parlamento” eleggerà il presidente della repubblica (Renzi dixit). Il resto non ha importanza e del popolo chissene ecc. ecc..

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