L’ALTRA SOLUZIONE PER LA PANDEMIA

L’ espressione “cigno nero” non ha molti anni di vita. L’ha resa famosa un saggio del 2007 (di Nassim Nicholas Taleb), ma il concetto risale, nientemeno, ad un verso di Giovenale. Questi ha parlato di “un uccello raro molto simile ad un cigno nero”. E infatti, prima che si parlasse del cigno nero, si parlava di rara avis. La cosa curiosa è che lo si faceva con una connotazione opposta: rara avis è l’uomo di grandi qualità, tanto che non se ne vedono molti, mentre il cigno nero è un fatto imprevisto ed estremamente negativo. Un evento che non era stato messo in conto ed è capace di sconvolgere tutti i piani.
Ovviamente, chi ne è vittima ha tendenza a dire che lui personalmente è innocente: “Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe successo quello che è successo?” E c’è del vero, in questa difesa. Con un limite, tuttavia. Se per andare e tornare da un certo posto so che consumerò venti litri di benzina, sarò uno sciocco se partirò con venti litri nel serbatoio. Soprattutto se so che non ci sono distributori, sul percorso. Devo prevedere l’imprevisto (una deviazione obbligatoria che allunga il percorso, un guasto del motore che ne aumenta il consumo, una piccola perdita nel serbatoio o quello che sia). Chi è prudente intanto parte col pieno, tanto, se gli rimane molta benzina, non è che poi sia costretto a buttarla via.
Il cigno nero però non è il piccolo fatto negativo, quello per il quale bisognerebbe avere comunque approntato delle difese: è piuttosto quell’avvenimento tanto negativo e di tali proporzioni, che non sarebbe stato in nessun caso parabile. Se una pandemia, una guerra, una catastrofe naturale, mettono in ginocchio un Paese per due anni, la tragedia è inevitabile. Quale Paese mai ha messo da parte riserve per sopravvivere due anni senza produrre nulla? Una nazione può essere stata governata con prudenza e saggezza, ma nessuno ha risparmi equivalenti a ventiquattro mesi di prodotto interno lordo.
Tutto questo significa che la situazione attuale è peggiore di quel che si dice. Se per salvarci dal Covid sospenderemo la produzione di ricchezza per molto tempo (e ricordiamoci che producono ricchezza anche i bar, le pizzerie, le balere, il calcio) il Paese ne riporterà tali danni, che non riesco ad immaginare quanti anni gli occorreranno per riprendersi. Al punto che – e così passo alla distopia – invece di applicare tutte le misure atte a contrastare la pandemia, a qualunque costo, si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi opposta e dire ai cittadini: “Non possiamo proteggervi contro questo flagello. Dunque riprenderemo a comportarci come se non esistesse. Naturalmente morirà molta gente, ma moriranno soprattutto coloro che non impareranno a proteggersi. Siate dunque prudenti. Stramaledite chi non porta la mascherina o vi si avvicina molto senza ragione, uscite di casa il meno possibile e lavatevi spesso le mani. Per il resto, il governo vi garantisce soltanto che, se tutti continuano a fare la loro parte, nessuno morirà di fame. E naturalmente se tutti continueranno a pagare le tasse: perché lo Stato il denaro per i suoi servizi non lo può inventare”.
Un discorso del genere a molti apparirà folle. Ma forse – forse – è la motivazione di fondo della “disinvoltura” del Presidente degli Stati Uniti. Trump sembra più preoccupato della sopravvivenza economica del suo Paese che della sopravvivenza fisica degli americani. In particolare dei vecchi e degli imprudenti.
Noi italiani, come sempre, questo problema non ce lo poniamo. Né chiaramente né seriamente. Siamo troppo affezionati a detti come: “Una soluzione comunque si troverà”, “Questa ipotesi è troppo negativa per essere vera” e “Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge”. Invece il diavolo è proprio come lo si dipinge. L’alternativa è tra la malattia e la fame. Per non parlare dell’analfabetismo dei nostri ragazzi. Ma – chissà – forse qualcuno pensa che la scuola è inutile. Ci educa la televisione.
Intendiamoci, nessuno sostiene che ogni pandemia sia senza rimedio, o che debba durare anni. Ciò che si vuol sottolineare è che l’ottimismo fideistico è tanto stupido quanto il pessimismo pregiudiziale. Soltanto il tempo ci dirà qual era la soluzione giusta. E comunque, se entro la fine dell’anno ci sarà sul mercato un vaccino veramente efficace contro il Covid-19, presto nessuno parlerà più di malattie e tutti penseranno a leccarsi le ferite economiche di questo sfortunato 2020. Ma l’idea corrente che, soltanto facendo debiti, si possa passare indenni come salamandre attraverso le dieci piaghe d’Egitto, è da mentecatti.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
15 ottobre 2020

L’ALTRA SOLUZIONE PER LA PANDEMIAultima modifica: 2020-10-16T10:27:03+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

6 pensieri su “L’ALTRA SOLUZIONE PER LA PANDEMIA

  1. Una normale questione di analisi costi/benefici, sulla quale potremmo contare sull’expertise di Toninelli. I benefici sono quelli da Lei indicati: salvaguardia della produzione e della “vita sociale”, quindi del benessere. Sull’altro, un aumento di morti (soprattutto tra gli anziani, ma con benefici per le casse pubbliche) e “complicanze inabilitanti”, insoddisfabile pressione sulla Sanità pubblica, che forzatamente dovrebbe trascurare parte di questa patologia e molte altre per non sconquassare le casse pubbliche; mantendendo centrale il criterio della responsabilità individuale nella tutela della propria salute, e degli altri se a conoscenza della propria “pericolosità sociale”. Ma – orrore! – violando il dettato costituzionale della tutela della salute dei cittadini (che va insieme a tanti altri “diritti” proclamati). Quindi, chi adottase questa soluzione nella versione totale (“liberi tutti”) verrebbe esecrato per l’eternità (anche dai sopravvissuti in buone condizioni economiche: avrebbero anch’essi un figlio/padre/nonno mortoo invalidato) come pazzo omicida. Ma anche una versione “modulata” e moderata darebbe luogo a recriminazioni. La razionalità vorrebbe che si adottasse questo criterio di decisione, ma sarebbe un suicidio politico a medio periodo. Che si fa allora, per “pararsi il culo”? Si stabiliscono disposizioni STRINGENTISSIME a carico (=”contro”) i cittadini, cosicché sarà loro la responsabilità per i danni: “ve l’avevamo detto!”. Sulla eventuale illogicità e irrealtà delle disposizioni, è giustificata dalla emergenza e dal dover fare tutto il possibile, “a qualunque costo”.
    E comunque il debito è percepito come l’ultimo dei problemi: “si può non pagare, non è mai stato pagato”.

  2. “Trump sembra più preoccupato della sopravvivenza economica del suo Paese che della sopravvivenza fisica degli americani. In particolare dei vecchi e degli imprudenti.”
    Come lui, viene da aggiungere

  3. Credo che la miglior strategia sia quella cinese. Appena si riscontra un caso, tamponi a tappeto in tutta la comunita’. Se necessario, in tutta la citta’. Anche se conta milioni di abitanti. La pandemia e’ sotto controllo, e la vita prosegue come sempre (o quasi). Ma penso che una strategia del genere sia adottabile solo in un regime dittatoriale.

  4. Sempre che si creda ai dati relativi alla Cina. Io penso che i cinesi mentano spudoratamente sulle cifre di contagiati, malati e morti (in questo sostenuti dai loro amici dell’OMS). In alternativa devo pensare male e ritenere plausibile la creazione del virus in laboratorio e la sua diffusione ad arte, previo possesso di un vaccino. Una piccola fuga nello Hubei, è stata contenuta a fatica, ma contenuta perché già prevista come rischio. Ma vi sembra plausibile che in una regione con sessanta milioni di abitanti, dei quali dieci-dodici nella sola Wuhan, i morti siano stati solo tre-quattromila? Ed i casi presentatisi a Pechino che fine hanno fatto? In Cina non ci sono rapporti di scambio con altri paesi? E la seconda ondata in Cina non si vede?

  5. x Giorgio Benussi
    D’accordo, in Cina c’e’ uno stato di polizia. Telecamere che ti riprendono da ogni lato (speriamo non di profilo: ho il naso lungo). E a me che me frega? Una volta uscito per strada, divento automaticamente di dominio pubblico. Non ho nulla da nascondere. Ormai ho superato l’eta’ in cui mi avrebbe dato fastidio se una telecamera mi avesse filmato in certi luoghi, e poi ne avessero informato mia moglie.
    Controllo totale della popolazione? 1984? Lasciateli divertire.

I commenti sono chiusi.