GLI ALIENI E NOI

Un gentile corrispondente, James Hansen, mi invia una nota(1) da cui risulta che una forte percentuale della popolazione mondiale crede vere parecchie affermazioni sugli alieni. E non fanno eccezione nemmeno i Paesi sviluppati. Gli alieni esistono. Gli alieni sono fra noi, anche se noi non li vediamo. Gli alieni non ci reputano alla loro altezza, e per questo non ci parlano. E via di questo passo. Affermazioni che possono lasciare stupito chiunque abbia mentalità scientifica, e non perché esse siano sempre assurde. Per esempio è ben possibile – dato il numero straordinariamente alto di galassie, e conseguentemente di pianeti – che la vita come noi la concepiamo esista anche altrove. Ma il punto è un altro: come mai tanta gente è capace di confondere il possibile con l’esistente? Un mammifero col becco e le zampe palmate sembra qualcosa di assurdo, e infatti è qualcosa che l’umanità non ha mai visto, per millenni. Tuttavia, è possibile? Certo che è possibile. Ma è stato vero soltanto a partire dal Settecento, quando si è scoperto l’ornitorinco.
Come si dice, mai dire mai. Che si potesse parlare ad una persona distante mille chilometri è stato un assurdo finché non si è inventato il telefono. Ma quale persona ragionevole l’avrebbe affermato come vero, prima di Meucci? Ecco, ancora una volta, la differenza fra possibile e vero. E allora come può tanta gente essere sicura dell’esistenza fra noi degli alieni, cosa di cui non ha nessuna prova?
Per decenni ho pensato che la credenza in una vita dopo la morte dipendesse semplicemente dalla paura di morire che abbiamo tutti. Così come il malato di un cancro che non perdona spererà fino all’ultimo in un miracolo. “La paura fa novanta”, dicono dalle mie parti. Ma credere agli alieni, pur ammettendo che non se ne vede nessuna traccia, a che serve? Forse soltanto a dimostrare quanto grande sia la credulità degli uomini?
Interessanti sono pure le ragioni ipotizzate per spiegare il fatto che dell’esistenza degli alieni fra noi non abbiamo nessuna prova. Non ci reputano abbastanza maturi per avere rapporti con loro, dicono. Sono i governi che hanno le prove ma ce le nascondono. E queste spiegazioni sono ritenute più ragionevoli della semplice osservazione che ciò che non constatiamo probabilmente non esiste.
Se questa è l’umanità in pieno Ventunesimo Secolo, che speranza ha la razionalità di essere il nostro criterio di giudizio? Se si crede che i governi facciano l’impossibile per nasconderci l’esistenza fra noi degli alieni – cosa di cui non dovrebbe importargli assolutamente niente – quanto sarà disposta la gente a credere che qualunque governo fa il possibile in favore dei suoi cittadini?
Ovviamente nessuna persona di buon senso sostiene che i governi lo facciano per bontà di cuore o per obbedienza agli ideali. È soltanto evidente che è più facile mantenersi al potere con la soddisfazione dei sudditi piuttosto che con la loro ostilità e, al limite, con la loro voiontà di rivolta. Magari si lasceranno prevalere l’interesse personale e i grandiosi progetti del despota, di cui il popolo paga il costo: ma ciò non toglie che il tiranno sogna sia la propria gloria, sia immensi vantaggi per i governati. Basterà pensare ad Adolf Hitler. Questo personaggio – negativo, se mai ce ne fu uno negativo – voleva ingrandire la Germania fino a farla diventare il Tausendjahr Reich, l’Impero di Mille Anni; fino ad unificare finalmente l’Europa, seppure sotto il suo potere; fino a fare dei tedeschi un Herrenvolk, un popolo di signori, depurato per giunta di quelle malefiche genie che erano costituite dagli ebrei, dai comunisti, dai folli, dagli omosessuali e dagli zingari. Ci fu mai un programma migliore, per la Germania?
Piuttosto che credere alla nequizia dei governi, la gente dovrebbe imparare a guardarsi dai progetti di paradiso in terra. Sono questi che hanno fatto i maggiori danni. Si pensi a Stalin, a Mao e a Pol Pot. E invece la massa continua a subire il fascino della demagogia, delle speranze infondate, delle promesse mirabolanti e dei miracoli. Ogni volta sbattendo il muso e mai imparando la lezione.
A vedere com’è l’umanità si capisce perché gli alieni non sono fra noi. Probabilmente hanno avuto precise notizie su come ragioniamo.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
19 ottobre 2020

(1)Alieni tra noi — In una recente intervista apparsa su The Guardian, la prima astronauta britannica ad essere andata nello spazio, Helen Sharman, ha dichiarato: “Gli alieni esistono, non c’è alcun dubbio. Con tanti miliardi di stelle là fuori nell’universo, devono esserci tante forme di vita… È possibile che siano qui, ora, e semplicemente non riusciamo a vederli”. La parte iniziale del commento—l’esistenza di altre forme di vita nell’universo—appartiene al comune modo di pensare occidentale. Ricerche demografiche hanno più volte dimostrato che almeno il 70% della popolazione europea e nord americana è convinta che non siamo soli nel creato. Anche il secondo punto—il fatto che forse “gli alieni” si muovono tra noi senza che lo sappiamo—è un convincimento comune, seppure non maggioritario. Qualche anno fa, un’indagine Reuters/Ipsos condotta su 23mila adulti in 22 paesi ha rivelato che nel mondo il 20% degli intervistati riteneva che degli alieni vivessero tra noi, travestiti da umani. Il 40% degli indiani e dei cinesi ne era convinto. I più dubbiosi sono stati i belgi, gli svedesi e gli olandesi—tutti e tre all’8%. Una visione meno paranoica riguarda la semplice esistenza—da qualche parte—di alieni intelligenti potenzialmente in grado di comunicare con noi. Un sondaggio YouGov condotto nel 2005 ha registrato che ne erano convinti il 56% dei tedeschi, il 54% degli americani e il 52% dei britannici. In tutti e tre i paesi, erano gli uomini a crederci di più. Solo in Germania c’era una lieve maggioranza (51%) di donne credenti. Influisce anche l’età. Nel Regno Unito per esempio “solo” il 45% dei rispondenti sopra i 60 anni ne era persuaso, paragonato al 59% nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni. La cosa interessante è che, oltre alla piccola minoranza di individui convinti di essere stati personalmente sequestrati dagli alieni—soprattutto a scopi “riproduttivi”—non esistono per ora prove affidabili di tutto questo. Interpellato al riguardo dal New York Times, il Dr. Seth Shostak, il “Senior Astronomer” del SETI Institute americano—un grande progetto per la ricerca di forme di vita intelligente nell’universo—ha detto che al momento non ne esiste “essenzialmente nessuna”. La risposta di Shostak non scuoterà la fede delle molte persone convinte invece che le prove ci siano, ma vengano sistematicamente nascoste dai governi. Un’altra spiegazione offerta è la cosiddetta “ipotesi zoo”: l’idea che non vediamo gli alieni perché si sarebbero accordati di lasciarci stare mentre la nostra civiltà acquisisce la necessaria maturità per entrare a far parte della “comunità galattica”. Quando l’ipotesi è stata originariamente suggerita, negli anni Settanta, per molti il segno della maturità acquisita doveva essere il disarmo nucleare. Da qualche tempo invece è diventato il controllo del riscaldamento globale e la sconfitta della crisi ecologica. Indipendentemente dall’opinione che si possa avere su questi temi, il semplice fatto è che sono comunque ritenuti pura ed evidente verità da un enorme numero di persone nel mondo. Con il crollo dei vecchi Dei, una popolazione assolutamente significativa ora spera nella redenzione e nella salvezza in arrivo dalle stelle.

GLI ALIENI E NOIultima modifica: 2020-10-19T16:53:50+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “GLI ALIENI E NOI

  1. Magari potessi credere che si tratta di alieni, sarebbe uno scarico di responsabilità. Invece sono degli italiani tipici. Ed è per questo che, con Dante, potremmo chiedere a noi stessi: “E se per questo non piangi, di che pianger suoli?”

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