IN CHE MISURA IL GOVERNO È RESPONSABILE DELLA SECONDA ONDATA

Se da qualche parte ci fosse un monumento alla dialettica, cioè all’arte di convincere, mi piacerebbe fosse scritto, sul piedistallo, questa frase di Nietzsche: “Il miglior modo di danneggiare una tesi, è difenderla con cattivi argomenti”. Ne abbiamo un eccellente esempio sotto gli occhi.
L’Italia è notoriamente in preda alla seconda ondata della pandemia. Il Covid-19 si mostra pericoloso e devastante come nello scorso marzo. Altrettanto notoriamente in Italia – come in qualunque democrazia – se ne dà la colpa al governo. Questo perché la gente crede che il governo abbia il dovere di occuparsi di tutto e di fare miracoli. Del resto, esso stesso ha la cattiva abitudine di vantarsene e dunque ben gli sta.
All’inizio della pandemia la paura è stata più forte di tutto, tanto che tutti sono stati grati a chi “cercava di fare qualcosa”. Come dare a Roma la colpa di quella piaga biblica se arrivava imprevista, con un virus fino ad allora ignoto e da cui non si sapeva come difendersi? Ma ora (se contiamo anche la Cina) lo conosciamo da quasi un anno e la seconda ondata era prevista. Assolutamente da tutti. E dunque l’imprevidenza di un governo che non ha adottato per tempo i necessari provvedimenti lo condanna senza attenuanti e senza appello.
Questa è la tesi che appare evidente all’intera Italia. Perfino a coloro che di solito sostengono il governo. Ma non a me. Infatti, dal momento che sono dotato di una memoria eccezionale, addirittura capace di risalire a un paio di mesi addietro, ricordo che in estate l’atteggiamento mentale degli italiani è stato quello di ritenere che la crisi del virus fosse finita. Tutti pensavano che il caldo avesse ucciso il cvirus, pace all’anima sua, e si potesse ricominciare a vivere normalmente.
Per la verità qualche competente malmostoso parlava della possibilità di una seconda ondata, ma era soltanto un’ipotesi. Che cosa dimostrava che questo virus si sarebbe comportato come tanti altri virus? Non si era detto che era diverso da tutti gli altri? Già non si poteva essere sicuri che l’avesse ucciso il caldo, come si poteva essere sicuri che sarebbe risuscitato con l’aria fresca? Nel dubbio, non potevamo certo smettere di vivere.
Questo è ciò che ricordo io ma – si sa – gli anziani hanno una memoria inaffidabile. Addirittura io ricordo che quando la pandemia impazzava i lombardi, capitanati da Gabriele Bertolaso, hanno creato in quattro e quattr’otto e a loro spese un ospedale da duecento posti di terapia intensiva alla Fiera di Milano per i colpiti dal Covid. E naturalmente sono stati subissati dai sarcasmi, quando l’ospedale non è più stato necessario.
L’innegabile realtà è che assolutamente non è vero che tutti avevano previsto la grave seconda ondata. L’atteggiamento prevalente è stato quello di uno scampato pericolo. Il problema è anzi sembrato essere quello di sapere come avremmo speso i 209 miliardi in regalo che da un momento all’altro sarebbero arrivati dall’Europa. Questo è il film che io ricordo di aver visto, ma – si sa – la cataratta fa brutti scherzi.
E allora, chiederà qualcuno, il governo rimane del tutto innocente? Certo che no. Solo che la giusta argomentazione, per la condanna, è un’altra. Nella mia città che io sappia nessuna delle tante sale cinematografiche è mai andata a fuoco. Ciò non impedisce che esse abbiano avuto, tutte e sempre, uscite di sicurezza, estintori e tutto ciò che serve in caso di incendio. E questo perché si ha il dovere di lottare contro le disgrazie in corso, ma anche contro quelle prevedibili. E se è prevedibile che scoppi un incendio e il semplice panico può provocare vittime, bisogna prendere in anticipo le necessarie contromisure. Così come una nave da crociera non aspetta di cominciare ad affondare per ordinare le scialuppe di salvataggio.
Analogamente lo Stato avrebbe dovuto prepararsi – e prepararci – per la seconda ondata anche se non era affatto sicuro che si sarebbe verificata. Non è più difficile di così. Ed è quello che non ha fatto. Come tutti, si è cullato nell’ottimismo. Addirittura, quando ha cominciato ad adottare provvedimenti a ripetizione, li ha adottati considerando la situazione del momento e dimenticando che la situazione del momento risponde alla catena causale che si è messa in moto quindici giorni prima. Sicché il governo è stato sempre in ritardo di un giro. Ha imposto sacrifici ai cittadini ma rispondendo alle necessità del passato ed ha costantemente inseguito un ladro che era già scappato.
Dunque sì, il governo è colpevole dell’attuale crisi sanitaria ed economica. Ma non in base alle certezze di giugno o di luglio, semplicemente in base alla prevedibilità, ed anzi alla probabilità, di una seconda ondata di pandemia.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
26 ottobre 2020

IN CHE MISURA IL GOVERNO È RESPONSABILE DELLA SECONDA ONDATAultima modifica: 2020-10-26T15:12:12+01:00da gianni.pardo
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10 pensieri su “IN CHE MISURA IL GOVERNO È RESPONSABILE DELLA SECONDA ONDATA

  1. Caro Gianni, sono assolutamente d’accordo su tutto cio’ che ha scritto in questo articolo. E anch’io trovo questo governo inconsistente e impreparato a guidare l’Italia.
    Un’ unica domanda. Quali misure, a suo avviso, il governo avrebbe dovuto prendere per prepararsi alla seconda ondata?

  2. Il commento doveva essere cancellato perché contenente insulti, cosa che, notoriamente non è permessa in questo blog. Inoltre perché (coraggiosamente) non firmato. Tuttavia, per non privare gli amici di questo sottile pensiero, ho tradotto il commento in italiano.

    Prof.Pardo, Lei è veramente fastidioso. L’epidemia pericolosa? Ma se fino ad ora i morti sono stati meno di quelli che si hanno normalmente con le influenze di stagione! Imoltre sono morte soltanto persone che avevano patologie pregresse.
    È meglio che stia zitto, vecchio meridionale, e pensi a godersi la sua pensione di professore di francese, smettendo di fare il liberista in materia di Covid, dove quelli che pagano sono gli altri.

  3. Nel commento cancellato mi si ricorda che sono vecchio, meridionale e professore. L’insulto che mi ha ferito di più è quello di essere vecchio. È veramente triste, arrivare alla grande vecchiaia. Auguro al mio interlocutore di non arrivarci.

  4. Eh, ma non dimentichiamo che già a maggio-giugno il “mondo scientifico” (che comprende di tutto, dai meteorologi ai geologi, con una miriade di virologi ed infettivologi di cui neanche sospettavamo l’esistenza) era diviso tra catastrofisti e possibilisti (forse bianco, forse nero, ancora non sappiamo, bisogna studiare), oltre che ottimisti ad oltranza. In quella situazione, provvedere ad estintori e uscite di sicurezza era molto rischioso: se invece di piovere usciva il sole, lo scandalo dei soldi spesi inutilmente (ricordiamo una vecchia storia di vaccini per un’altra epidemia virale, poi spentasi) per parare – whatever it thakes – una catastrofe priva del timbro della Ragioneria di Stato avrebbe travolto tutto il governo. Quindi, attesa dei primi tuoni, e poi eventualmente non corsa ad aprire gli ombrelli, ma corsa ad acquistarli. E naturalmente, “confidiamo che”, “abbiamo elementi per ritenere”, “nessuno sarà lasciato solo”, “ne abbiamo viste di peggio”, “volemose bene”, “e non rompeteci le palle, mica siamo fessi”. Tutto molto normale, molto umano. E non mi pare che in altri Paesi, oggi, stiano meglio. Certo, il fatto che pare che ora attacchi anche i più giovani, preoccupa: virus inaffidabile, virus carogna.

  5. Sinceramente mi pare che, al di là di quello che pensavano molte persone comuni (la cui opinione valeva zero, o meglio neppure poteva essere considerata opinione), a giugno/luglio la stragrande maggioranza degli esperti era concorde nel prevedere una seconda ondata. L’unica eccezione, o quasi, era il mitico Prof. Zangrillo, che peraltro non è neppure un virologo.
    Del resto bastava vedere quello che succedeva negli altri paesi per dedurre che il virus godeva di ottima salute.
    Quindi, il governo non ha né scusanti né attenuanti.

  6. Continuo a perorare la causa del metodo cinese (e giapponese, australiano ecc) nel combattere il coronavirus.

    Questo articolo del Giornale spiega piuttosto bene questo metodo. Metodo che, al momento, mi sembra l’unico capace di combattere efficacemente il Covid.
    Quanto alla domanda se sarebbe stato possibile o meno applicare tale metodo in Italia (o nella maggior parte del resto del mondo), ognuno e’ libero di avere la propria opinione.

    https://it.insideover.com/societa/dal-giappone-allaustralia-ecco-perche-i-contagi-sono-al-minimo.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect&_ga=2.12967927.1172564155.1602567860-1510451443.1519977137

  7. Alla fine caro professore aveva ragione Boris Johnson.
    Con questa pandemia bisogna convivere e rassegnarsi all’idea che farà morti e feriti.
    Ma con un’economia distrutta, i morti da covid-19 rischiano di essere il male minore.
    Quando un paese è nel caos, il covid-19 è la cosa meno grave che possa capitare.

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