IL PROBLEMA DELLA PANDEMIA È INSOLUBILE

I giornali e le televisioni si occupano, quasi per il cento per cento del tempo, del problema del Covid-19. Un problema sanitario che ovviamente è anche un problema politico, dal momento che ci si chiede in che modo il governo potrebbe efficacemente risolverlo. Personalmente, sono già vicino alla crisi di rigetto. Quando, facendo zapping – cioè andando alla disperata ricerca di qualcosa da vedere – incappo in gente che parla di Covid, salto al programma seguente. Basta. C’è almeno un documentario sulla vita degli insetti?
Naturalmente un simile atteggiamento può essere criticato. Qualcuno mi potrebbe accusare di insensibilità per coloro che hanno perso una persona cara, o per i milioni di lavoratori alla fame, in attesa di un sostegno governativo che non arriva mai. Ma la risposta sarebbe semplice: “Voi che seguite questi programmi da mattina a sera avete le idee più chiare di me? Io non faccio niente ma voi fate più di me? E se foste al governo, sapreste come contrastare l’epidemia?”
Ecco il punto che non viene chiarito a sufficienza: il problema della pandemia è insolubile. Io che ho una pessima opinione dei ministri, e di colui che, passando di lì per caso, li presiede, sarei lieto di poter dare loro il torto della situazione. Ma onestamente non posso. Ed è facile spiegare perché.
La pandemia si diffonde col contagio e il contagio si diffonde col contatto fra gli esseri umani. E purtroppo noi siamo animali sociali. Se (fino ad un certo punto) possiamo stare lontani dagli estranei, non possiamo stare lontani dai nostri familiari e dai colleghi di lavoro. Un lavoro che crea ricchezza, cioè beni e servizi, ma che si svolge in compagnia e fuori di casa. Per non parlare degli affollamenti sui mezzi di trasporto. Ciò significa che i contatti umani sono inevitabili. Fra l’altro, se tutti ce ne stessimo chiusi in casa, moriremmo di fame, perché in casa non si semina e non si raccoglie. E chi ci porterebbe il necessario a domicilio, se anche chi dovrebbe farlo se ne stesse al chiuso per prudenza? La stessa acqua che esce dal rubinetto non uscirebbe più, se qualcuno non continuasse a lavorare negli acquedotti.
Coloro che credono di avere la soluzione dicono: “Chiudiamo tutto e lo Stato indennizzi coloro che sono costretti a non produrre ricchezza, cioè a guadagnarsi il pane”. Discorso stupido. Se lo Stato ha delle disponibilità, è perché impone tasse sulla produzione di ricchezza. Basta impedire la produzione di ricchezza e si inaridisce anche la fonte delle tasse e dei sussidi. Attingendo alle riserve o facendo debiti, lo Stato può aiutare qualcuno: ma per quanto tempo? Certo è che non può mantenere tutti e per anni.
Ecco perché i discorsi che si sentono in televisione sono uggiosi. La maggior parte schiva il problema centrale. Si discute di come evitare il disastro della pandemia come se poi, a mezzogiorno, il pranzo dovesse materializzarsi da sé sulla tavola. Oppure gli opinionisti credono che l’Italia possa vivere indefinitamente girandosi i pollici, ed essendo nutrita non si sa da chi? Non si sono accorti che l’Europa ha i nostri stessi problemi? O pensano che i mercati aprirebbero un credito indefinito ad un Paese che all’inizio dell’anno aveva un rapporto debito/pil del 134% ed ora, alla fine dello stesso anno, se va bene, sarà al 160%?
Non serve a niente prendersela col governo. Del resto sbaglia anch’esso quando si esprime come se fosse in grado di risolvere il problema della pandemia. Non basterà impedire al virus di prendere freddo la notte, ed ora anche di sera. Lo dico io che il livello di intelligenza, varcando il portone di Palazzo Chigi, non aumenta. Queste iniziative insignificanti, queste continue modificazioni e contraddizioni, questa mancanza di chiarezza e risolutezza autorizzano tutti a prendersela col centro di comando, mentre il centro di comando è innocente. E non perché abbia fatto e faccia il meglio, ma semplicemente perché non può far nulla di serio, se non rendersi stupidamente responsabile di un problema senza soluzione.
Un discorso drammaticamente serio sarebbe questo: quale numero di morti siamo disposti ad accettare e quali tagli all’economia siamo in grado di sopportare? Infatti non bisogna dimenticare che chi muore di Covid non fa calare la produzione di ricchezza, mentre la chiusura di tutte le attività produttive in breve tempo ci condurrebbe alla carestia e alla morte di milioni di persone per fame. Sembra una frase estremamente crudele, ma i morti ce li possiamo permettere, la fine dell’attività economica no. Perché anch’essa produrrebbe dei morti.
Nel Medio Evo la gente era poverissima ma era pressoché tutta impegnata nell’agricoltura. Non si produceva molto altro, ma almeno ci si impegnava a produrre cibo. Oggi l’agricoltura in Italia è trascurata, la maggior parte della gente non lavora nei campi e temo che il nostro territorio, nelle condizioni attuali, non sia in grado di produrre a sufficienza per sessanta milioni di persone. Credo che la stragrande maggioranza della farina che consumiamo sia prodotta altrove, forse in Argentina, forse negli Stati Uniti. E come pagheremo la farina, se non esportiamo niente?
Il governo dovrebbe smettere di promettere la Luna e i commentatori dovrebbero smetterla di chiedere che si elimini il virus mantenendo nel contempo i necessari livelli produttivi. Perché questo non è possibile. È solo possibile un tremendo compromesso.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
25 ottobre 2020

IL PROBLEMA DELLA PANDEMIA È INSOLUBILEultima modifica: 2020-10-25T14:03:37+01:00da gianni.pardo
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7 pensieri su “IL PROBLEMA DELLA PANDEMIA È INSOLUBILE

  1. Io credo invece che il problema sia solubile, basta affrontarlo alla maniera giusta.
    Questo articolo su the Lancet (mezzo di informazione al di sopra di ogni sospetto) fornisce le relative informazioni al riguardo.
    https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(20)30800-8/fulltext
    Se una popolazione ha disciplina e senso di responsabilita’, e il governo fornisce le giuste direttive, e’ possibile sconfiggere il Coronavirus. Il segreto e’ nei tamponi a tappeto (in Wuhan vennero fatti a milioni), l’isolamento di TUTTI i contagiati, e il ritorno al lavoro della popolazione sana.
    D’altra parte, un governo che permette la “movida” (odio questo termine!), tollera la gente che non porta la mascherina (andrebbero messi in galera), gli assembramenti, l’estate sulle spiagge, le discoteche come se nulla fosse, non puo’ aspettarsi di meglio.
    E non e’ che la Cina, “dittatura comunista che nasconde la verita’ ” sia stata l’unica nazione ad avere successo nel contenere il Coronavirus. Altre nazioni perfettamente democratiche come la Nuova Zelanda, la Thailandia o la Corea del Sud ci sono riuscite. Basta avere senso di responsabilita’, e una popolazione che collabori.

  2. Non mi permetterei certo di discutere Lancet, ma un’obiezione a Lei posso farla. Per secoli gli alchimisti hanno cercato di creare l’oro in laboratorio, e non ci sono riusciti (anche se riuscirono in questa occasione a creare la chimica). La risposta moderna è un’altra: “L’oro si può sintetizzare in laboratorio, ma costerebbe di più che estrarlo dalle miniere”. Dunque oltre che in teoria qualcosa deve essere possibile in pratica, se deve corrispondere ai nostri desideri.
    Nello stesso modo, Lei avrà ragione, ma in concreto se tanti grandi Paesi non riescono ad adottare il metodo giusto, e Dio sa se la pagano, qualche difficoltà deve esserci.

  3. @Nicola de Veredicis: beh, a parte le teorie e i “modelli matematici” da Lancet, io ci andrei cauto, anche in quei Paesi, a dichiarare la “definitiva scomparsa” del virus, trattandosi di un virus respiratorio, quindi a diffusione insidiosa, a differenza ad esempio del papilloma virus (diffuso per via sessuale).
    C’è poi da considerare la “accettazione sociale” di misure ultra-rigorose, su cui chi governa è molto sensibile, e recenti “ribellioni popolari” lo testimoniano. Consideriamo anche fattori antropologici: la densità della popolazione in NZ è 18,2 abitanti/kmq., in TH è 129, in Lombardia è 423,4.

  4. Il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri è ineffabile. Cioè indicibile. Nel senso che spesso ciò che dice o fa è talmente incredibile che bisogna dimostrare per tabulas che non stiamo inventando la notizia. Eccone una ricavata dall’Ansa del 26 ottobre 2020. Titolo: “Coronavirus. Conte: ‘Se non proteggiamo la salute dei cittadini non proteggiamo l’economia’ ”. Sottotitolo: “Lo ha detto il Presidente del Consiglio in un video messaggio all’assemblea degli artigiani”.
    Poche parole ma già un capolavoro di incontestabile marca italiana. Infatti l’assunto è che si possa proteggere la salute dei cittadini prima di proteggere l’economia. Senza vedere che, dal momento che per proteggere la salute dei cittadini è necessario del denaro, molto denaro, se l’economia va a rotoli è proprio quel denaro – e dunque la possibilità di occuparsi della salute dei cittadini – che viene a mancare. Per questo il capolavoro è stato definito di marca incontestabilmente italiana. Infatti la convinzione del nostro caro Paese è che i soldi non bisogna guadagnarli, ma “ci devono essere”, anzi “sicuramente ci saranno”, anzi “qualcuno ce li darà o ce li presterà. Ttanto si sa che i debiti non si pagano”. Soltanto ragionando in questo modo demenziale il discorso di Conte diviene normale.
    A voler tagliare i concetti con l’accetta, come fa il nostro “avvocato del popolo” (il quale popolo infatti, non essendo ricco, non se ne può scegliere uno migliore) si potrebbe stabilire un diverso principio: “Se nessuno produce ricchezza nessuno può curare i malati”. Insomma ci sono meno morti se alcuni producono ed altri sono malati, che se tutti sono malati o inattivi e nessuno produce i beni e i servizi necessari per tutti”.
    G.P.

  5. “Standard & Poor’s migliora la prospettiva sul rating dell’Italia, portandola a ‘stabile’ da negativa’ e mantiene il merito di credito a BBB, allontanando i timori di un avvicinamento ali livello junk, speculativo. Secondo l’agenzia infatti, nonostante le incertezze, le misure economiche intraprese per contrastare la crisi dall’Italia, dalla Bce e dall’Unione europea, “offrono alle autorità italiane un’opportunità per riavviare la crescita economica e per invertire il deterioramento dei risultati di bilancio”

    https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/23/sp-conferma-rating-italia-ma-migliora-loutlook_30830896-01b2-462c-952a-0e94e1a85525.html

    Prospettiva da negativa a stabile -:) ,con un milioni di disoccupati in più fra qualche mese. Ma che significa ? Che sarà stabilmente negativa ?

  6. Una proposta: si potrebbe iniziare a cercare di capire perché alcuni Paesi come Germania, Austria e Svezia hanno indici di mortalità per covid 19 per 100.000 abitanti stabilmente inferiori ai nostri (sono interessanti anche i casi asiatici riportati da altri lettori qua sopra, anche se culturalmente quei Paesi sono molto diversi da noi)

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