S’I FOSSI PAPA

“S’i fossi papa, scriveva Cecco Angiolieri, allor saria giocondo”. Un’opinione come un’altra. Me, se facessero papa me, a momenti maledirei il giorno in cui son nato. Nessuno sorrida dell’ipotesi. Per essere papa non è necessario né essere celibe (Alessandro VI lo era, ma sarebbe stato più casto se avesse avuto le quattro mogli islamiche) né essere un religioso, intendo un sacerdote o un monaco. Appena appena si richiede che si sia credenti, ma chi lo stabilisce? Se una verifica fosse stata possibile, chissà che sorprese avremmo avuto nel Rinascimento.
Comunque, a me non piacerebbe essere nominato papa perché, se accettassi la carica, perfino da ateo qual sono, mi porrei immediatamente al servizio della Chiesa, pensando soprattutto al suo bene. E chissà quanti fastidi me ne verrebbero. Infatti qualche conoscenza del Cristianesimo e persino, un po’, della storia della Chiesa, mi rendono chiaro che la vera dottrina cristiana è incompatibile col buon senso. Non a caso fra i credenti veri si parla di “follia della Croce”. Del resto, chi mai troverebbe ragionevole perdonare settanta volte sette o porgere l’altra guancia, se ci danno uno schiaffo?
Di fatto, un papa che fa gli interessi della Chiesa può essere seriamente criticato dai veri credenti (spesso divenuti eretici) e un papa che si comporta da vero credente rischia di mandare la Chiesa in rovina. Questi concetti non sono battute di spirito: una guida “politica” e incline al compromesso viola la dottrina e l’applicazione della vera dottrina alienerebbe milioni e milioni di credenti, seppure all’acqua di rose. E infatti a suo tempo la Chiesa è stata violentemente ostile a Francesco d’Assisi.
Oggi la cosa sembra inverosimile, ma ciò perché Francesco lo vediamo al di sopra dell’altare, col suo saio e la sua aria mite. A suo tempo era uno che criticava il lusso indecente del Vaticano, facendo notare, prima ancora che con la sua parola, col suo modo di vita, quanto esso fosse lontano dagli ideali evangelici. Quell’uomo era l’immagine vivente di quanto diverso fosse uno che prendeva sul serio il Vangelo rispetto a chi per giunta lo spiegava dal pulpito.
Per la gente era un santo, perché la gente crede ai santi, ma l’alta gerarchia sacerdotale, oltre che sentirsi attaccata personalmente, non se la sentiva di fare spazio ad un mentecatto che cercava di convertire i lupi (per renderli erbivori?) e che, in mancanza di meglio, predicava agli uccelli.
Francesco era un rivoluzionario che, per così dire, voleva la distruzione della società produttiva. Come si può richiedere a tutti di disfarsi dei loro beni? È vero, nel Vangelo Gesù lo consiglia a uno che gli chiedeva qual era la via per giungere alla salvazione, ma il vangelo aggiunge che quell’altro se ne andò senza dargli retta. Perché era ricco. E come lui hanno fatto pressoché indistintamente tutti i cristiani. Salvo Francesco, certo. Ma proprio per questo era dinamite.
Il buon senso era rappresentato da San Benedetto da Norcia, quello il cui motto era “ora et labora”, prega e lavora. Perché sarà pur vero, come si legge nel Vangelo, che Dio si occupa di nutrire i passeri e di abbigliare i gigli meglio di Re Salomone; di fatto se uno ci prova si accorge che Dio forse pensa ai passeri ma non agli uomini. E anche a mendicare rimane vero che l’elemosina si può chiedere soltanto a chi la ricchezza non la disprezza ed anzi la produce. Al punto da poter fare l’elemosina ai francescani.
Questa dicotomia fra la dottrina cristiana e la normale vita concreta va molto più a fondo. Il teologo distingue ciò che è contenuto nei vangeli ammessi dalla Chiesa da ciò che è contenuto nei vangeli apocrifi, la gente no, e ignora addirittura quante cose che crede “vere” sono invece leggende contenute in quei testi inaffidabili. Ma che senso avrebbe insistere per insegnare alla gente che i Re Magi sono una storiella cui la Chiesa non ha mai dato credito? E allora il Presepe come lo facciamo? chiederà.
Che senso avrebbe smontare la secolare indignazione per la strage degli innocenti, rivelando che Erode è morto quattro anni prima che Gesù nascesse? E del resto, se in Palestina ci fosse stata una strage di bambini, come mai Giuseppe Ebreo non ne avrebbe parlato, lui che cita fatti ben più minuti? E a che scopo parlare dei fratelli di Gesù (citati in tutti e quattro i vangeli ammessi, anche coi loro nomi) quando a tutti è stato predicato che Maria era Vergine, come se fosse chissà che merito? Senza dire che la Chiesa di Gerusalemme, dopo la morte di Gesù, fu guidata proprio da suo fratello Giacomo.
Un vero credente, devoto alla verità, insisterebbe su molte di queste cose, mentre un papa di buon senso lascia che la gente continui a venerare la Sacra Sindone, anche se è noto che è un lino del XIV Secolo; che continui a vedere la Madonna a Medjugorje e a credere alle stimmate di vari santi. Continui perfino a credere che Gesù discendeva da Davide, come affermano le genealogie (diverse fra loro) contenute in due Vangeli, che però si concludono ambedue arrivando a Giuseppe. Un vecchio che, secondo gli stessi Vangeli, non era il padre di Gesù.
Ecco in che senso io sarei un ottimo papa. Perché starei zitto pressoché sempre. Insisterei sul fasto delle cerimonie, alzerei gli occhi al cielo, benedirei con solennità e non metterei mai becco nelle credenze correnti, pregiudizi inclusi. Gli omosessuali? Se i credenti li considerano insalvabili peccatori, che continuino a condannarli, la Chiesa non interferisce. Se alcuni sacerdoti danno loro l’eucarestia senza nemmeno richiedere che si confessino la mia Chiesa si volta dall’altra parte. E così si appresta a sopravvivere per altri duemila anni.
Ecco in che senso Papa Francesco rischia di buttare all’aria la Chiesa. Forse è un vero credente, in perfetta buona fede, come Francesco d’Assisi, ma forse un giorno o l’altro si ritroverà a predicare agli uccelli.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
28 ottobre 2020

S’I FOSSI PAPAultima modifica: 2020-10-29T07:54:21+01:00da gianni.pardo
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9 pensieri su “S’I FOSSI PAPA

  1. La Chiesa di oggi ha notevoli problemi di soldi, che una volta erano ‘millanta’ ed adesso sono in rapida diminuzione.
    Così come il suo potere politico.
    Ricchezze e potere sono le cose che – da sempre – fanno girare il mondo e le faccende di religione non fanno eccezione.

    Per questo Papa Bergoglio si agita tanto.
    A lui dei misteri teologici può anche importare poco (come dimostrano i mugugni dei fedeli), ma la solidità della ‘baracca’ gli interessa eccome.
    D’altra parte, come dice giustamente Lei nel suo post, il primo dovere di un Papa è provvedere al benessere dell’istituzione di cui è a capo.

  2. San Francesco un mentecatto? Io ipotizzavo un abuso di sostanze stupefacenti che gli impediva di vedere la realtà per quello che è, ad esempio quando parlava di nostra sora natura che non è mai violenta.
    Lei è ancora meno “garantista” di me :-))

  3. l’errore che fanno quasi tutti è associare la parola “papa” o “chiesa romana” a “cristianesimo”…
    in realtà c’è molta molta differenza, in quanto il papa rappresenta una falsa chiesa, ben lontana da quella delle origini raccontata bene nel libro di Atti, nel Nuovo Testamento;
    hanno creato nel corso degli anni tante dottrine che con la Bibbia non hanno nulla a che fare, e hanno esaltato la cosiddetta “tradizione”, cioè dottrine umane…
    Per questo ne sono uscito, da quella babilonia.

    p.s.
    ma lo sapete che in realtà Pietro non è mai stato papa?
    tutto un inganno…

  4. Il primo papa fu il successore di Pietro, di nome Lino. Dunque Papa Lino.
    Da cui la pasta alla Papalina, con panna, prosciutto e piselli.
    E non venitemi a dire che la Chiesa non ha contribuito alla civilta’.

  5. lumen, ho dato un’occhiata al tuo blog, che dire:
    che il Signore abbia pietà di te…
    sei ancora in tempo…

  6. @ Luca
    Posso sempre convertirmi in punto di morte… 🙂
    Per il momento preferisco rimanere l’ateo miscredente che sono diventato.
    Meno male che non ho paura di lui (anzi di Lui).

  7. Io, in privato, non ho mai obbedito all’ingiunzione operistica di “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”. Per questo dico a Lumen che mi piacerebbe se, dopo morti, Lui ci accogliesse con queste parole: “Come vedi esisto, alla faccia tua. Ma ti confesso che nemmeno io ho preso sul serio tutte le cose che sono state dette in Vaticano, per due millenni…”

  8. Sono d’accordo col professore: sarebbe un finale davvero divertente…
    Certo però che, se non era del tutto d’accordo, in tanti secoli un piccolo intervento avrebbe anche potuto farlo.
    Tanto per chiarire direttamente.
    Perchè, come si dice, chi tace acconsente… 🙂

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