IL CONTE GASTONE

La Dea della Vendetta ha tendenza ad esagerare. La massima fortuna che si possa sperare è che intervenga subito dopo il primo misfatto e che la sua punizione sia esattamente adeguata. Invece lei a volte dimostra la sua crudeltà rimanendo inerte mentre la Dea Fortuna ricolma di doni immeritati Gastone (il cugino fortunato di Paperino) risparmiandogli persino la vista dei burroni accanto ai quali passa, perfettamente ignaro. Ma non è che perdoni: tutto questo le serve per prendere la rincorsa. Infatti, quando poi interviene, lo spettacolo è tremendo. Tutto quello che prima pareva andare miracolosamente bene, improvvisamente si mette ad andare dannatamente male. La Nemesi non bada a spese.
Naturalmente chi ha spirito scientifico non può accettare questo schema. La Nemesi esiste soltanto nelle tragedie greche e fa parte della mitologia. E tuttavia come si spiega che lo schema prima descritto suoni così realistico?
Tutto dipende dalla distribuzione a caso. A caso non significa che avremo regolarmente un sì e un no, un sì e un no. Significa anche che, di tanto in tanto, avremo piccole serie di sì. O di no. Soprattutto in questo secondo caso noi ce ne stupiamo (“Sono sfortunato!”), mentre è una probabilità come le altre. Ma noi siamo “only human”. Se improvvisamente Gastone comincia ad essere sfortunato e Paperino comincia ad essere fortunato (ma Walt Disney non gliel’ha mai permesso) la cosa ci farà un tale effetto che non la scorderemo mai. Hitler ha da prima avuto una fortuna strabiliante. In poco tempo è salito da piccolo agitatore politico a Cancelliere della Germania e, dopo qualche tempo, a padrone dell’intera Europa. Ma poi è passato da una sconfitta all’altra, fino a suicidarsi come un coniglio nella sua tana sotterranea. A Sant’Elena, in confronto a lui, Napoleone era ancora un vincente.
Nell’“Enrico IV” di Luigi Pirandello il protagonista da prima è realmente pazzo e si crede l’antico imperatore tedesco; poi rinsavisce ma fa finta di essere pazzo, perché gli conviene. Oggi in Italia abbiamo un personaggio simile, un supercugino Gastone di nome Giuseppe Conte, ma la sua parabola è opposta, rispetto a quella pirandelliana. Perché quando gli diedero la carica di Presidente f.f. del Consiglio dei Ministri era sano di mente ma, purtroppo, subito impazzì e credette che gli altri avessero fatto sul serio. Il nostro dramma è proseguito – superando la sarcastica fantasia dell’Agrigentino – con la folla che, invece di sbeffeggiarlo, lo segue nella sua follia e lo crede effettivamente il PdCM. Anzi, il Nuovo Navigatore, capace di affrontare da solo una tempesta epocale come il Covid-19, guidando con mano sicura la nave dello Stato, mentre il resto del mondo annaspa. E a questo Gastone è rimasto soltanto il dovere di abbottonarsi la giacca e presentarsi quotidianamente in televisione.
Ma la Nemesi non perdona. Infatti, il vento è cambiato e l’epidemia non è più stata soltanto un’occasione per impadronirsi napoleonicamente di tutti i poteri: si è trasformata in un guaio capace di colpire a ripetizione e senza parata possibile. I problemi si moltiplicano come il virus, l’Europa non manda i soldi in regalo che aveva promesso, lo Stato aumenta il suo debito pubblico dal 134% del prodotto interno lordo al 160, c’è un malcontento diffuso, sino alle violenze di piazza e le prospettive per fine anno sono tremende. Presto forse, per darci il colpo di grazia, sarà anche necessario imporci una seconda quarantena nazionale, e nessuno osa immaginare le conseguenze. L’economia, che era asfittica prima della pandemia, ora rischia chiaramente l’anossia, e milioni di cittadini saranno alla disperazione.
Questa situazione estremamente sfortunata non consente nessuna soluzione. Ovviamente qualunque governante avrebbe i sudori freddi, e figuriamoci Giuseppe Conte che non è mai stato un uomo di Stato ma soltanto un politico dilettante molto astuto, molto opportunista e privo di scrupoli. La sua popolarità cala vistosamente perché il popolo, dopo aver creduto che la fortuna potesse rimpiazzare tutte le virtù, è deluso e tende a dargli anche i torti che non ha. In realtà nella situazione presente, neanche Metternich o Talleyrand saprebbero come cavarsi d’impaccio. Forse si comporterebbero con uno stile migliore, ma la sostanza cambierebbe poco.
Conte non riesce ad uscire dalla sua bolla immaginaria. Con infantile incoscienza è convinto che la Fortuna non potrà mai tradirlo e per questo invoca a ripetizione i pieni poteri. Quasi volesse – novello Redentore – farsi carico di tutti i nostri peccati. Ma data la sua infinita arroganza, è difficile compiangerlo. Ha vinto il primo premio della lotteria ed è sempre stato convinto di avere avuto diritto a quella ricchezza, e la sua prosopopea ha gridato vendetta dinanzi all’Altissimo. E quando l’Altissimo quella vendetta ha cominciato a concederla, una buona parte del suo peso è ricaduta su tutti noi.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
30 ottobre 2020

IL CONTE GASTONEultima modifica: 2020-10-31T10:57:52+01:00da gianni.pardo
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