CHE COSA ACCADE? LO SA IDDIO

Ammaestrato in questo dal famoso giornalista Alistair Cooke, ho sempre sostenuto che non soltanto non sappiamo niente del futuro, ma in grandissima misura non sappiamo niente del presente. Se, per esempio, c’è un summit internazionale, diceva Cooke, sappiamo dove si svolge, sappiamo chi vi partecipa e, se quel summit ha un nome, conosciamo anche quel nome. Ma l’essenziale è ciò che quei signori si dicono una volta che le porte sono state chiuse: e proprio quello non ce lo dice nessuno. Magari, anni dopo, si trova tutto nei libri specialistici di storia ma, sul momento, al massimo potremmo dire il colore dell’auto con la quale è arrivato il delegato giapponese. Né ci dice molto il comunicato ufficiale finale, spesso scritto in “politichese criptico”.
Lo stesso vale per quanto sta avvenendo in Italia, in occasione dell’attuale crisi. Premetto che tutti i discorsi ufficiali sono un seguito di bugie retoriche, di false lezioni di morale e di insulsi atteggiamenti patriottici. Dunque del tutto inadatti a fare chiarezza. Anche se qualcuno potrebbe chiedere: “Ma chi è tanto stupido da prenderli sul serio?” E qui la tremenda risposta è: “Molta più gente di quanto non si creda”.
Se il pubblico fosse composto da gente razionale, questi signori temerebbero seriamente di essere fucilati sul posto da una gigantesca pernacchia. E starebbero zitti o direbbero la verità. O almeno non bugie insultanti per l’intelligenza. Invece i politici continuano a dire balordaggini perché la gente non vede che sono balordaggini. E dunque loro ci contano.
Se qualcosa si può tentare di capire non è dai discorsi ufficiali, ma dai particolari significativi. Un po’ come il lapsus nella teoria di Freud. In Unione Sovietica la consegna del silenzio e del mistero era talmente ferrea che, per sapere qualcosa delle sorti della dirigenza, i “kremlinologi” erano costretti a notare chi era presente e chi era assente, sopra il Mausolo di Lenin durante la sfilata del Primo Maggio. E a che distanza ognuno si trovava dallo zar del momento.
Nello stesso modo oggi mi sono trovato ad astrologare sul fatto che Conte ha chiesto la collaborazione di tutti i “volenterosi” (cioè disposti a reggergli la coda) ma ha continuato a bollare Italia Viva accusandola del peggio. Soprattutto di avere provocato una crisi assolutamente priva di ragioni, come se Renzi, in tutti i talk show cui ha partecipato, non si fosse sgolato per settimane ad illustrarle, quelle ragioni. Ma procediamo, non è questo il punto.
Perché Conte ha attaccato ancora una volta Iv, mentre ha bisogno del voto di tutti? E perché Iv continua a promettergli l’astensione, mentre sarebbe normale che votasse contro? Qualcuno qui mente. Magari tutti e due, ma vediamo se, da “kremlinologi”, riusciamo a dare un significato a quegli atteggiamenti.
Se parlasse seriamente, domani Conte dovrebbe rinunziare alla partecipazione di Iv ad un nuovo governo da lui presieduto, quand’anche ne dipendesse la formazione. Cosa di cui è più che lecito dubitare. Sappiamo bene che lui non avrebbe scrupoli a rimangiarsi qualunque affermazione, secondo l’utilità del momento. Ma, lo stesso: perché compromettersi? Ed ecco varie ipotesi. Conte potrebbe realmente non credere alla possibilità di Iv di rientrare nell’ambito del potere e allora si concede il piacere di “sciacquarsi la bocca”. D’altra parte, pensando all’ipotesi opposta, potrebbe reputare che comunque, nel caso, dinanzi al proprio interesse né Iv né lui stesso si farebbero scrupolo di allearsi nuovamente.
Quanto a Italia viva, perché non vota contro? Innanzi tutto perché astensione o voto contrario pesano lo stesso, in concreto. Poi perché ci sono più possibilità di tornare al governo se questo governo non cade che se se ne forma un altro. E dunque il segnale è: “Siamo critici, molto critici, al punto da mettere a rischio l’esecutivo, ma nella sostanza siamo interessati ad un miglioramento dello stile e del programma di governo (e ovviamente al potere). Nel frattempo, dimostriamo la nostra disponibilità non prendendo posizione contro un Conte che disprezziamo. Di fatto costui ha talmente rotto le scatole a tutti, con la sua boria, la sua presunzione, e il suo attendismo che, comunque, da questa simil-crisi uscirà largamente ridimensionato. Anche se fischietta per farsi coraggio, è ormai un cavallo zoppo e sa benissimo di camminare sull’orlo del burrone”.
E quanto sono vere queste ipotesi? Chi lo sa. Si accettano scommesse.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com

CHE COSA ACCADE? LO SA IDDIOultima modifica: 2021-01-19T09:15:51+01:00da gianni.pardo
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