CHE BELLEZZA, LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Curiosità morbose: che cosa c’era sotto le enormi gonne delle dame del Settecento? Va bene, la regina d’Inghilterra e il suo sposo ora sono ambedue vecchissimi, ma che tipo di vita sessuale hanno avuto, a suo tempo? Non sono omosessuale e non me ne lamento: ma com’è, essere omosessuali? E infine vengo alla curiosità più morbosa di tutte, che mi ha assalito oggi a tradimento: che cos’è il Ministero per la Transizione ecologica?
Sull’Onnisciente (Google) ho trovato questa definizione: “Il Ministero della transizione ecologica è un ministero del governo italiano, creato nel 2021 per la trasformazione del sistema produttivo verso un modello più sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e lo stile di vita delle persone”.
Se riprendiamo la definizione, vediamo che tutto converge verso una produzione di energia che sia sostenibile e non provochi danno all’ambiente. Per ottenere ciò si è disposti a modificare la produzione industriale e la vita delle persone. Ovviamente stiamo parlando di fonti di energia rinnovabili. Giusta preoccupazione. Col carbone potremmo andare avanti ancora per parecchi secoli, ma il petrolio finirà relativamente presto e per giunta, quando comincerà a scarseggiare, sarà tutto requisito dalla chimica. Esso infatti serve per un’infinità di scopi ed è un delitto bruciarlo. Ma il carbone puzza ed è inquinante, nel senso che produce anidride carbonica come fanno gli incendi della savana (o dell’Australia) e come fanno tutti i mammiferi che respirano. La transizione ecologica è dunque un’ottima cosa. Anzi, come mai non ci abbiamo pensato prima?
Innanzi tutto bisogna dire che l’umanità non ignora i difetti dei combustibili fossili. Il carbone va trasportato, inquina, lascia residui di combustione e provoca ancora altri fastidi. Ha l’unico pregio di essere la fonte meno costosa. Il gas ci fa la cortesia di spostarsi da solo dentro i tubi, se lo si spinge, è pulito e non lascia cenere. Costa più del carbone ma è comodo. Purtroppo inquina quanto il carbone, in materia di anidride carbonica. Rimane l’energia idroelettrica, che non inquina, si trasporta facilmente, ed è costante, se si dispone di una diga. Purtroppo, dicono gli esperti, da un lato sono già stati sfruttati tutti i “salti” disponibili, dall’altro la quantità di energia prodotta è lungi dal rispondere al fabbisogno.
Insomma, se desideriamo un’energia sostenibile, le fonti rinnovabili (ed eterne) sono poche e sempre le stesse: energia eolica (purtroppo è costosa, e a volte non c’è vento) energia fotovoltaica (ma è costosa, e non produce niente di notte, e neppure nelle giornate nuvolose). Sicché in qualunque Paese, anche il più ecologico, bisogna avere a portata di mano una centrale – anche a carbone, se occorre – che possa produrre energia in qualunque momento. Altri tentativi (per esempio lo sfruttamento delle maree, come si è tentato sulla Rance, in Normandia) hanno dato risultati peggio che mediocri. Prova ne sia che non ci si è provato altrove. Quanto al nucleare, che è concorrenziale e non inquina, sembrerà assurdo, ma è stramaledetto proprio dagli ecologisti.
Le energie rinnovabili ed ecologiche sono intermittenti e costose. Molto costose. Ne è prova il fatto che i Paesi poveri sono ben poco “ecologici”. L’intero Occidente si è a lungo arrabbiato con la Cina perché ci faceva una tremenda concorrenza anche perché non si sobbarcava i costi dell’ecologismo. Poi anche lì l’inquinamento dell’aria è stato tale che perfino in quella dittatura si sono allarmati, ed ora sono diventati un po’ più moderati.
Ma la Cina, oggi, rispetto agli altri Paesi, è uno Stato ricco. Ricco e sviluppato. Invece, per quanto riguarda la maggioranza dei Paesi, la sensibilità ecologica è un lusso che nessuno si può permettere. Ma appunto, ce lo possiamo permettere noi europei? E soprattutto noi italiani?
In certi posti – penso alla Danimarca – ci sono tante pale eoliche, anche in mezzo al mare, che uno pensa: “Chissà quanto producono!” E sarà certamente vero. Ma la domanda è: quanto costano? Ed anzi poniamone una ancora più semplice: c’è un privato, un’impresa che si sono fatti fabbricare un mulino eolico per la produzione di elettricità? La risposta è no. E ciò significa puramente e semplicemente che le energie alternative non sono economicamente convenienti.
E infatti, in nome della nuova religione, tutto quanto riguarda le energie alternative è finanziato o incentivato dallo Stato. Ma ciò non vuol dire che costi di meno: vuol dire soltanto che il differenziale fra il ricavato (l’energia) e il costo di costruzione e manutenzione è pagato dai contribuenti.
La gente spesso pensa stupidamente che, quando paga lo Stato, la cosa diviene gratuita. In realtà, se io spendo cento euro per me stesso, ricavo beni per il valore di cento euro. Se lo Stato spende cento euro per me, ad essi deve aggiungere il costo dell’amministrazione che riscuote le tasse, punisce gli evasori, paga gli stipendi della Guardia di Finanza, e via dicendo. Forse gli stessi beni, se me li procura lo Stato, in quanto cittadino finiscono col costarmi – vogliamo essere ottimisti? – centocinquanta. Gratuito, dallo Stato? No, grazie.
Né ci si può illudere, come fanno tanti, che stavolta ce lo possiamo permettere perché, tanto, “paga l’Europa”. Innanzi tutto l’Europa non esiste e nella realtà chi paga sono i contribuenti. Dunque, per cominciare, i contribuenti italiani, quando saranno chiamati a restituire gli ingenti prestiti: risparmiamo infattisugli interessi, ma il capitale quello è. E poi i contribuenti esteri per i contributi a fondo perduto. Vi lascio immaginare quanto siano felici i contribuenti olandesi, danesi, ecc., all’idea di regalare soldi all’Italia. Dunque i contributi che ci sembrano gratuiti non lo sono, e comunque la manna non cadrà a lungo. Molti commentatori scrivono: questo è un autobus che non passerà una seconda volta. Vero. Ma si sale pagando il biglietto.
Insomma io guardo a questo Ministero della Transizione Ecologica con la stessa simpatia con cui il tacchino guarda il calendario, quando comincia dicembre. Ha ragione Milton Friedman: nessun pasto è gratis,. L’ecologia, non che essere una soluzione per i nostri problemi economici, è un aggravio di spese demenziale, per giunta in un momento in cui non riusciamo a mettere insieme il pranzo con la cena. L’Italia non cresce da vent’anni e, una volta finita la pandemia, ci metteremo cinque o sei anni a tornare ai livelli del 2020, quando eravamo già regrediti ai livelli del 2000 o anche prima. Noi non dovremmo chiederci come combattere l’inquinamento ma come combattere la fame.
Il discorso ecologico mi fa pensare a quelle commedie in cui dei nobili decaduti, che non hanno di che comprarsi pane e mortadella, stilano menu pantagruelici e raffinatissimi, trascurando il fatto che non hanno i soldi né per comprare gli ingredienti né per pagare i cuochi. Qui si rischia il pane e si parla di aragoste.
Non ho niente contro l’ecologia. Non solo i suoi scopi sono lodevoli, ma sarei felice della transizione, se soltanto fosse conveniente. Immaginate che pacchia, cucinare con l’elettricità, riscaldarsi con l’elettricità, tenere l’automobile sotto carica con l’elettricità e il tutto pagando meno di oggi. Chi non ne sarebbe felice? Ma chiedete ad un competente quanto vi costerebbe questo scherzetto, con i costi attuali, e tenete un buon calmante a portata di mano.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
26 febbraio 2021

CHE BELLEZZA, LA TRANSIZIONE ECOLOGICAultima modifica: 2021-02-26T11:10:25+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “CHE BELLEZZA, LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

  1. Estratto da un articolo di Gerardo Coco
    “A metà febbraio un’improvvisa e grave ondata di freddo ha colpito la maggior parte degli Stati Uniti. È stato causato dall’aria artica spinta verso il basso da nord, da un sistema meteorologico raro ma non senza precedenti. Anche nel sud del Texas, le temperature sono scese a minimi record, causando guasti alla rete. Milioni di persone sono rimaste senza elettricità per giorni. Il problema? La crescente dipendenza del Texas dalle energie rinnovabili. Con l’arrivo del freddo, le persone hanno alzato il riscaldamento, ma le turbine eoliche si sono bloccate e la neve ha coperto i pannelli solari. Nello stesso periodo, in Germania gli autobus elettrici hanno smesso di funzionare. In alcune località del Canada la temperatura scende a -40 gradi e in strada non spengono mai le auto altrimenti non si riavviano. Se i motori fossero elettrici, anche accesi si congelerebbero. Questi ambientalisti sono proprio stupidi o hanno trovato il modo per ridurre la popolazione, facendola morire dal freddo durante gli inverni?
    Non era poi il “riscaldamento globale” a preoccupare gli ambientalisti? Si, ma l’etichetta è stata cambiata in “cambiamento climatico” da quando sono emerse prove, intenzionalmente soppresse, che secondo la Nasa, potrebbe arrivare un “raffreddamento globale” e durare più di 30 anni. La causa sarebbe la diminuzione delle macchie solari, segno di una ridotta produzione di energia del sole. Ma per gli ambientalisti l’obiettivo principale della loro isteria rimane sempre l’anidride carbonica, che pensano governi la temperatura della Terra ignorando i cicli solari, il vulcanismo, la variazione dell’asse terrestre tanto per citare alcune tra le vere cause delle variazioni climatiche”.

  2. Sono sempre più preoccupato per Lei, caro Prof.. Mi ha già risposto che non ha paura che Le somministrino la cicuta, ma lo sa quale è la pena per il Suo ostentato “negazionismo”? Quello che è capitato a Giordano Bruno è un gioco da ragazzi in confronto. Per favore, io voglio continuare a leggere le Sue sacrosante verità. Si adegui, si adegui …

  3. Certo che mi adeguerò. S’immagini che, per prepararmi al climate change, mi sto allenando a mettere il cappotto in estate e andare in giro in costume da bagno in inverno.

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