IL DIVORZIO LARIO-BERLUSCONI

IL DIVORZIO LARIO-BERLUSCONI
L’ideale del matrimonio – un ideale nato però quando la vita era molto più breve – è che duri per sempre e ci si può dunque dispiacere quando finisce: ma che finisca in fondo fa parte della normalità. Poi, se non è durato sei mesi o un anno, come pure accade, ma quasi un trentennio, come nel caso dei coniugi Berlusconi, c’è da cavarsi il cappello: è un rapporto glorioso.
Sarebbe bello se il discorso potesse finire qui: l’argomento è infatti estremamente fastidioso. Purtroppo, gli affari personali dei grandi personaggi sono anch’essi affari di Stato e per questo a volte si ha più che il piacere, il dovere di occuparsene. Ma non per questo il fastidio diminuisce.
A un adulto non interessa se John Kennedy sia o no andato a letto con Marilyn Monroe, interessa sapere se sia stato o no responsabile del disastro della Baia dei Porci. Il fatto che Mitterrand avesse una figlia segreta è stato una manna per i giornali rosa, ma è rimasto del tutto insignificante dal punto di vista politico. Né ci interessa molto il fatto che Pierferdinando Casini, capo di un partito cattolico, sia divorziato e dunque, secondo la dottrina, viva in costante peccato mortale di concubinato. Sono affari suoi.
Leggere le dichiarazioni di Veronica Lario sui giornali è cosa che disturba. La riservatezza è un dovere innanzi tutto verso se stessi. Certe confidenze si fanno soltanto agli amici, non ai giornali. Fra l’altro, le sue accuse al marito sono evanescenti. Ci sono mogli che non lasciano mariti che le fanno vivere nella miseria, che le tradiscono notoriamente, che sono violenti con loro, e ci si separa da un marito perché non ci piacciono le candidate alle elezioni europee? O perché partecipa alla festa di compleanno di una ragazzina, insieme con i suoi genitori? Suvvia.
Michel de Montaigne soffrì molto per la morte di Etienne de la Boétie, con cui aveva intrattenuto  soprattutto una lunga corrispondenza. Eppure sentiva per lui una tale amicizia che arrivò a scrivere: “Se mi si chiedesse perché l’amavo tanto, risponderei: perché era lui, perché ero io”. Straordinaria definizione dell’amore che però vale anche all’incontrario, per il caso che non se ne possa più di una persona. È inutile cercare le ragioni e addirittura raccontarle ai terzi curiosi: agli altri dovrebbe essere sufficiente dire “la sposo perché è lei”, “divorzio perché è lei”.
Tutto questo forse è fuori moda. Appartiene ad un tempo in cui non si giudicava il primo venuto in grado di capire i nostri sentimenti: non perché ci reputiamo speciali o superiori, ma semplicemente perché ognuno di noi è unico e deve essere perdonato per i propri limiti. L’affettività ci fa infatti deviare dall’astratta ragionevolezza. Se ci innamoriamo, la persona amata ci appare straordinaria e ben diversa da come la vedono gli altri. Dunque, se ne parliamo, rischiamo di renderci ridicoli come Don Chisciotte con Dulcinea. Bisogna confidarsi solo con qualcuno che ci vuol bene; che, invece di sorridere di noi con malcelata ironia, cercherà di ricordarsi come vedeva lui la donna amata, un tempo. Qualcuno che comunque sarà intenerito, non divertito dalla nostra passione. Parlare del nostro cuore agli sconosciuti è come confessare che i nostri sentimenti sono così banali, correnti, di serie, che chiunque può capirli. Ecco perché la riservatezza è innanzi tutto un dovere verso se stessi.
Ma tutto questo, come si diceva, è fuori moda. Oggi si mette facilmente in piazza la propria vita e molti, assurdamente, sentono il dovere di rendere conto delle loro scelte all’opinione pubblica. In realtà, ci sono casi in cui bisognerebbe scacciare via con sdegno giornalisti e telecamere.
Non appartenendo né cronologicamente né spiritualmente a questo mondo dell’informazione, auguriamo ai coniugi Berlusconi una separazione indolore. E saremmo tanto felici se non ce ne facessero sapere niente.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
Se esprimerete il vostro parere, positivo o negativo che sia, su questo testo, mi farete piacere.
3 maggio 2009

IL DIVORZIO LARIO-BERLUSCONIultima modifica: 2009-05-03T15:06:01+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL DIVORZIO LARIO-BERLUSCONI

  1. E’ bello il Suo articolo, Sig. Pardo. Ma Lei pare dimenticare o voler sorvolare su un fatto estremamente grave, che è la mancanza di rispetto che già da troppo tempo il Presidente del Consiglio ha nei confronti della moglie, ed è una mancanza di rispetto che lui non si cura affatto di nascondere. E lo ha fatto con superficialità, con spudoratezza, con la sicumera che gli è propria.
    A lui tutto è concesso, lui tutto si può permettere. La Signora Veronica aveva già mandato un avvertimento un paio di anni fa, quando chiese pubbliche scuse per pubbliche dichiarazioni che l’offendevano. Le scuse arrivarono, ma il comportamento offensivo è continuato molto peggio di prima.
    E non mi si venga a dire che sono cose private. La signora è stata usata pubblicamente per mandare l’immagine di una famigliola felice, ed allora perchè pretendere di tenere nascosto che la famigliola poi tanto felice non è?

  2. “La Signora Veronica aveva già mandato un avvertimento un paio di anni fa, quando chiese pubbliche scuse per pubbliche dichiarazioni che l’offendevano.”

    E secondo Lei una moglie si rivolge pubblicamente a un giornale per parlare con il marito ?

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