LE RAGIONI DI VERONICA LARIO

LE RAGIONI DI VERONICA LARIO

Sul Corriere della Sera compare un articolo – a firma Angela Frenda – in cui Veronica Lario esprime il proprio scoramento per la situazione in cui si è trovata a vivere dopo la propria richiesta di divorzio. L’intervista è interessante perché esprime il punto di vista, a mente riposata, della protagonista su un argomento su cui in troppi hanno scritto, magari solo sulla base delle proprie convinzioni. Qui invece si ha finalmente l’interpretazione autentica.

La signora è amareggiata per tutto il baccano che si è fatto sulla sua vicenda ma dimentica che quel baccano l’ha innescato lei stessa. Non è giustificato scrivere, come fa il “Corriere”, che “alla comprensibile fatica di affrontare e contestare pubblicamente gli atteggiamenti e le abitudini del proprio marito, fino a chiedere il divorzio, si è sommato il dolore di vedersi attaccare pubblicamente”: infatti, chi l’ha costretta a “contestare pubblicamente” il marito? Poteva parlargli in privato; poteva adire le vie legali in silenzio, magari lasciando scrivere ai suoi avvocati – senza clamore e perfino con maggiore efficacia – le ragioni della sua richiesta. E invece è lei che si è rivolta all’Ansa piuttosto che al giudice: è lei che ha creato un avvenimento pubblico, con accuse pubbliche, di cui il pubblico si è occupato.

«Non mi ha chiamato nessuno. Tranne Confalonieri e Letta», si lamenta. E non capisce che continua ad alimentare il circo mediatico. Chi la chiami o no è cosa che dovrebbe interessare solo lei. Inoltre, dicendo questo, non fa i propri interessi. I lettori concludono infatti: “è segno che suo marito ha più amici di lei”; oppure, “è segno che sono moltissimi a darle torto, anche fra quelli che lei credeva suoi amici”. Perché indurre il prossimo a queste riflessioni?

“Veronica in lacrime avrebbe confessato: Non me l’aspettavo questa campagna mediatica. Non così. Non in questi termini. Una violenza inaudita”. Si riferiva in particolare a certe fotografie di “Libero”, in prima pagina. Dunque la signora ignora le supreme leggi del giornalismo? Che un giornale tanto più vende quanto più fa scandalo? Che chi attacca deve aspettarsi di essere attaccato? Che chi fa il moralista a ottant’anni rischia, se è una persona nota, di vedersi rinfacciare le marachelle di uando aveva vent’anni? È la regola. Lei ha attaccato giovani donne che si fanno forti del loro bell’aspetto? Era fatale che la si attaccasse sul fatto che una parte del suo successo è stata dovuta al suo bell’aspetto. Magari il suo stesso matrimonio con Berlusconi? Meglio tacere, di queste cose.

Forse la sostanza vera del problema è che questa donna è un’ingenua. Dice: “Vogliono descrivermi come poco affidabile, forse per poterlo usare in sede legale”. Ignora dunque che, per quanto la nostra magistratura possa essere poco credibile, non giudica certo leggendo i commenti dei giornalisti. E comunque, se volesse migliorare la propria immagine di affidabilità, per prima cosa non dovrebbe parlare con i giornalisti.

Nell’articolo si legge: “non essendo una sprovveduta aveva messo in conto una reazione forte da parte del marito. Ma non pensava che la strategia attuata sarebbe stata questa”. Ancora una volta, purtroppo, la signora Lario giudica sulla base dei giornali: come prova che la “strategia” sia del marito? Come dimostra che egli possa dare ordini a Feltri, Mauro, De Bortoli, Mazza, Riotta, alle televisioni, ai settimanali e a tutti gli altri? E perfino ai suoi amici, che “non la chiamano”?

Infine la signora Berlusconi riparla della discussa mancata partecipazione del marito alle feste di compleanno dei figli e non si rende conto di darsi la zappa sui piedi. Ecco le virgolette: “A quelle dei suoi figli non si è mai fatto vedere. Ora basta. La misura è colma”. La misura è colma? Se questi sono i motivi per divorziare, si rende conto di farsi guardare come una marziana, dai milioni di italiani che sopportano un matrimonio stanco, un matrimonio che non ha più nulla da dare ma che non si rompe perché ci sono dei figli, perché ormai si sta da tanti anni insieme, perché dopo tutto nessuno è perfetto?

Questa intervista, bevuta avidamente da chi aveva sete di verità e voleva conoscere “le ragioni della controparte”, è una delusione. Può dispiacere che Veronica Lario non sia felice – dispiace per chiunque – ma c’è da temere che lo sia per ragioni che non hanno molto a che vedere col suo matrimonio.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

 

LE RAGIONI DI VERONICA LARIOultima modifica: 2009-05-14T10:48:00+02:00da gianni.pardo
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