DUE POPOLI, DUE STATI

DUE POPOLI, DUE STATI
Il viaggio del Papa in Terrasanta ha riportato sotto i riflettori il problema palestinese. Uno dei luoghi comuni, al riguardo, è che la soluzione sia quella di “due popoli e due Stati”. Anche se – si aggiunge – ci sono parecchi ostacoli: i coloni nei Territori Occupati, il problema dei rifugiati e, soprattutto, il rifiuto degli estremisti palestinesi. Infatti Hamas e gli estremisti islamici non vogliono una parte della regione, la vogliono tutta. Sono pazzi? Forse meno di quanto si pensi.
Lo sarebbero certamente se sognassero, con le loro sole forze, di riuscire militarmente dove non sono riusciti tutti gli Stati arabi coalizzati. Ma forse è ragionevole che rifiutino un’offerta che non viene loro fatta. E facciano finta di chiedere di più.
La tesi sembra ardita ma non è detto che sia infondata.
Uno Stato è tale quando è sovrano, cioè quando ha l’indipendenza legislativa, amministrativa e soprattutto militare. Ebbene: un tale Stato non può essere tollerato da Israele. Gerusalemme può accordare al vicino una totale autonomia ma non potrà mai permettere la vera indipendenza militare, perché di questa indipendenza il nuovo Stato, secondo i suoi attuali programmi, si servirebbe per attaccarlo. Pure se molto debole, la Palestina potrebbe permettere ai suoi alleati – Siria, Egitto, Giordania e corpi di spedizione anche iraniani – di entrare nel proprio territorio per attaccare Israele dalle attuali frontiere. E perché mai Israele dovrebbe mettere a rischio la propria sopravvivenza, perché mai dovrebbe rinunciare al “cuscinetto” costituito dai Territori Occupati?
Nel 1948 i palestinesi si videro offrire uno Stato sovrano e lo rifiutarono. Dissero che non potevano contentarsi di più di metà della Palestina e tentarono – già allora – di “buttare a mare gli ebrei”. Persero e invece di piegarsi al responso delle armi, continuarono a rilanciare per decenni con altre guerre, tutte perse, fino a scrivere nello Statuto di Hamas il programma dell’eliminazione degli ebrei. L’eventuale nuovo Stato dunque sarebbe aggressivo, mentre se oggi Israele può dormire sonni tranquilli è perché i palestinesi sono fermati da una recinzione e perché, da quei Territori, non può venire un esercito dotato di armi pesanti.
In passato i palestinesi non hanno voluto l’indipendenza, oggi non possono più averla. Non hanno soltanto perduto tutte le guerre, hanno perduto anche la pace. Se oggi dicono orgogliosamente che non sono disposti a nessun compromesso, possono farlo gratis: infatti la Palestina, malgrado la sua bandiera e un’incessante retorica di guerra ed odio, è solo un Territorio Occupato. E tale timarrà a tempo indeterminato. Israele infatti non può permettere che si costituisca a pochi metri dalle sue case una minaccia per la propria sopravvivenza. Se i palestinesi, sessant’anni fa, avessero avuto un minimo di buon senso e di tolleranza, il problema non si sarebbe neppure posto: ma è andata com’è andata.
Nelle guerre normali, il vincitore lascia al vinto una limitata autonomia e questo avviene per un tempo relativamente breve. Dopo la Prima Guerra Mondiale le potenze alleate imposero il disarmo alla Germania; quelle della Seconda Guerra Mondiale tennero loro basi militari sul suolo tedesco per decenni e anche l’Italia ebbe le sue limitazioni: per esempio non è un caso se non possediamo portaerei. Ma il tempo e i buoni rapporti smussano gli angoli. Le ostilità si dimenticano e anche i vinti recuperano la loro indipendenza. Trenta o quarant’anni dopo la fine della Guerra, i rapporti fra inglesi e americani da un lato, e italiani e tedeschi dall’altro, erano tutt’altro che nel segno della guerra. Al contrario, trent’anni dopo la guerra arabo-israeliana del 1948 di pace non si parlava neanche lontanamente. Dal 1978 sono passati altri trent’anni e Hamas sogna di buttare a mare gli israeliani. E allora non c’è speranza: il problema è insolubile.
L’unica via d’uscita sarebbe un atteggiamento pacifico che, alla lunga, rassicurasse Israele. Ma a questo punto non si deve sconfinare nella fantapolitica.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
Se esprimerete il vostro parere, positivo o negativo che sia, sui miei testi, mi farete piacere.
13 maggio 2009

DUE POPOLI, DUE STATIultima modifica: 2009-05-13T17:59:00+02:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “DUE POPOLI, DUE STATI

  1. Concordo pienamente che il problema è insolubile.
    Non si può dimenticare che gli ebrei, e in particolare gli israeliani, abbiano fatto di tutto per attirare l’odio che c’è nei loro confronti.
    Tenendo sempre in mente le eccezioni, basta entrare in contatto con un ebreo doc o avere a che fare nel mondo del lavoro con gli israeliani per capire che sono soggetti originali, inadeguati su tutto, poco flessibili, e ritengono che tutto gli sia dovuto e che capiscono solo loro. In pratica esigono di far pagare a tutto il mondo l’olocausto e vogliono essere rimborsati culturalmente da tutti per l’eternità. La cosa non mi è mai piaciuta specie perchè bisogna tenere sotto ai riflettori SOLO la loro pulizia etnica dimenticando altri olocausti avvenuti in tantissimi paesi del globo ma, ahimè, dimenticati o nascosti sotto al tappeto.
    Dall’altra parte i palestinesi sanno solo lagnarsi e non hanno mai mosso un dito per cambiare le cose a loro vantaggio. Hanno sempre fatto la parte della vittima riuscendo a commuovere una parte dell’opinione pubblica mondiale. Si crogiolano di questo e CAMPANO e fanno la vita che fanno grazie agli aiuti umanitari ed ai soldi che gli passa la Comunità Internazionale.
    Israele si risolve i problemi da solo, la Palestina se li fa risolvere dagli altri. Potrei ritenere che questa soluzione soddisfi entrambi gli stati anche perchè, per risolvere il problema, i due stati dovrebbero trovarsi a distanze siderali.

  2. Tutti sono liberi di scrivere tutto quello che vogliono. Io mi dissocio fermamente delle calunnie da lei espresse contro gli ebrei. Anch’io sono libero di scrivere tutto quello che voglio.

  3. Considerazioni mica calunnie.
    Vuole sentire il parere di chi li conosce?
    Lei ha mai conosciuto un cittadino di Israele?
    Lei si ritiene “colpevole” dell’olocausto per tutta la vita?
    E’ l’unica strage etnica perpetrata nella storia del mondo?
    Se non dobbiamo dimenticare la loro, non dobbiamo dimenticare neanche le altre!
    La Comunità Internazionale deve pagare questo prezzo per l’eternità?
    Mi spiega come mai 3 delle 5 famiglie che decidono le sorti del mondo sono ebree? E’ un caso? Una coincidenza?
    Con quanto soprascritto mica ho negato loro le ragioni che hanno nel problema del medio oriente?

  4. Heifetz ; Natham Milstein ; Yeudhi Menhuim ; Isaac Stern ;Slomo Minz ; David Oistrakh ;Itzhak Perlmann…… alcuni grandi violinisti ebrei , per non parlare dei pianisti e direttori d’orchestra . Dalla scienza, all’arte ,se si tolgono gli ebrei cosa resta ?
    Perchè meravigliarsi se hanno successo anche nel mondo degli affari ?

  5. Agenor,
    se si tolgono gli ebrei cosa resta?
    Restano tutti gli altri.
    Li conti e vedrà che non sono pochi.
    Idem per gli affari ma forse lei non ha capito il discorso sulle famiglie, mi dispiace.
    Se lei è massone difende i massoni, è normale.
    Se lei è rom difende i rom, è normale.
    Col suo intervento cosa vuole dimostrare che gli ebrei sono migliori o più bravi degli altri.
    Ha delle prove scientifiche in suo possesso?
    Italiani di talento nel campo dell’arte c’è ne è stato qualcuno e non erano ebrei. E con ciò?

  6. Vi prego di concludere qui la discussione che è sbagliata nella sua stessa radice. Se si potesse provare che gli ebrei sono migliori o peggiori degli altri, si avallerebbe il fatto che sono una razza.
    Al massimo si potrebbero cercare dei fenomeni sociologici. Per esempio, il fatto che in passato la Chiesa vietava il prestito ad interesse ha spinto alcuni ebrei a praticare quella tecnica bancaria, non essendo essi sottoposti al potere della Chiesa. Il fatto che fossero spesso vittime di spoliazioni o di divieti di divenire proprietari, ha fatto sì che molti di loro si dessero a mestieri che potevano portare con sé dovunque andassero, per esempio quello di musicisti. Ecc.
    Quanto al fatto che gli ebrei si aiuterebbero gli uni gli altri, è un fenomeno naturale: quello stesso che ha fatto nascere Little Italy a New York, le varie Chinatown ecc.
    Infine, vi prego di non parlare più di questo argomento perché esso rischia di farmi morire: di noia.

  7. Sig. Pardo,
    di una cosa però potrebbe rallegrarsi : sono stato ben al di sotto del tetto delle 700 parole.
    Buon medio-oriente a tutti!

  8. Gaza può essere abbandonata a se stessa e ad hamas , le questioni di sicurezza possono essere negoziate ( armamento , divieto di ospitare truppe straniere ecc.). L’ostacolo maggiore sono i trecentomila israeliani in Cisgiordania. Quale governo riuscirebbe a ritirarli da li ?
    E se rimanessero ,quali garanzie avrebbero dal nuovo stato palestinese ?
    È questo è il problema da risolvere .

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