PER CHI SI DIVERTE CON LE DIATRIBE


Premetto che il mio articolo su Dino Boffo è stato pubblicato su “Affaritaliani”, un noto giornale on line e che il sig.Lupetti, in un trafiletto messo in evidenza dal Direttore, mi ha accusato di dimostrare una “cultura della rappresaglia”. Io gli ho risposto privatamente affermando soltanto: “No. È la cultura della legittima difesa”. Ora ecco che l’Editore Lupetti mi scrive:

Egregio Gianni Pardo,   rispondo a lei e solo per conoscenza al direttore Angelo Perrino perché non è piacevole star lì a veder pubblicato: “visto, avevo ragione” e alimentare tormentoni. La nota di oggi del direttore chiude brillantemente la questione. Passiamo ad altro di più importante.E arrivato un difficile settembre.
Ciò non toglie che le sue argomentazioni si sono dimostrate poco legittime e la difesa una  rappresaglia.D’altra parte era prevedibile.  Non serve essere di parte politica per sapere quali sono i metodi di lavoro e le categorie di pensiero spesso colorite di Feltri, Belpietro, Travaglio o Emilio Fede  e ci metto anche papà Guzzanti e il mitico Capezzone, e ce ne sono altri. Quello che dicono ormai da anni questi personaggi deve essere giustamente osservato,  farlo proprio è avventuroso. Lo stesso Berlusconi  penso abbia al fondo un inconfessabile sentimento di incredulo disgusto nei confronti di tanto ed evidente servilismo. Una manna a prima vista che però è  una disgrazia in quanto la miopia politica di cui sono capaci è spesso,  come con “Avvenire”, devastante, non meno di quella di Travaglio per la sinistra. Feltri sostiene che se ne è dissociato per ragion politica, il re mi ama.   Penso che il re abbia preso distanza da un eccesso  servile che diventa oscenità e abbia fatto un gesto antropologico. Ed è questa la cosa grave, dolorosa: la probabilità di trovarsi soli dopo tanta amorevole devozione.
Cordiali saluti Fausto Lupetti Editore

Gentile Fausto Lupetti,
preferisco sempre passare per imbecille che dire d’aver capito. La Sua lettera infatti contiene per me parecchi punti oscuri e Le sarei grato se volesse chiarirli.
1)  Lei scrive: “non è piacevole star lì a veder pubblicato: “visto, avevo ragione” e alimentare tormentoni”. Perché non è piacevole? Forse può ferire la nostra modestia, ma perché non dovrebbe essere piacevole avere avuto ragione? E soprattutto, chi è che ha avuto ragione, in questo caso?
2) “La nota di oggi del direttore chiude brillantemente la questione”. Il Direttore afferma che sarebbe forse un bene se non si rovistasse nella spazzatura altrui. Giustissimo. Ma questo andava detto già mesi fa e andava ripetuto instancabilmente da tutti. Ormai è tardi.
3) Lei mette in un solo mazzo e condanna senza appello Feltri, Belpietro, Travaglio, Fede, Guzzanti e Capezzone, gratificato del titolo di mitico. Mentre mi permetto di segnalarle che il posto centrale del più famoso affresco della Cappella Sistina è già occupato, io riterrei che è “avventuroso” far proprio qualunque testo, di qualunque giornalista, a scatola chiusa. Il senso critico non fruisce di vacanze.
4)  “Ciò non toglie che le sue argomentazioni si sono dimostrate poco legittime e la difesa una  rappresaglia”. Premetto che – senza offesa – nessuno ha sufficiente autorità per dichiarare invalide le argomentazioni altrui senza un rigo di spiegazione o motivazione. Se poi lei intende dichiarare illegittima una reazione che puzzi di rappresaglia, evidentemente dimentica che essa è ammessa dalle Convenzioni di Ginevra. Anche se i nazisti ne hanno abusato, rimane vero il detto che abusus non tollit usum.
5)  Lei poi parla di servilismo. Il quale è l’atteggiamento spregevole di chi non la pensa come noi, mentre lo stesso atteggiamento, quando è assunto da chi la pensa come noi, si chiama passione per la verità. Inoltre lei sembra escludere che si possa sostenere una tesi perché ci si crede, il che è tanto eccessivo quanto proclamare che tutti i giornalisti scrivono quello che scrivono per sincera passione per la verità.
6)  Tralascio di commentare le ultime righe perché non fondate su nessun dato concreto, sicché la loro contestazione sarebbe futile più o meno quanto la loro formulazione, nessuno potendo dimostrare niente.
Cordialmente,
Gianni Pardo

PER CHI SI DIVERTE CON LE DIATRIBEultima modifica: 2009-08-31T14:22:44+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo