L’AGGRESSIVITA’ DI BERLUSCONI

Un vecchio detto insegnava: un gentiluomo non è mai sgarbato, a meno che non lo faccia apposta. Un uomo ben nato è padrone delle proprie reazioni e, se si comporta da maleducato, c’è da pensare che abbia serie ragioni per farlo. Nello stesso modo, se un grande capitano d’industria, onusto di una lunga serie di successi, compie un’operazione economica che a prima vista sembra sbagliata, è bene essere prudenti: può darsi che il suo sguardo arrivi più lontano del nostro.
Quando Berlusconi decise di scendere in politica, Montanelli cercò in tutti i modo di dissuaderlo e gli profetizzò tutti i possibili disastri: ma il tempo ha dato torto a Montanelli e ragione al Cavaliere. Lo stesso si potrebbe dire di tante altre operazioni che sul momento hanno tenuto molti col fiato sospeso. La stessa “fondazione” del Pdl (dal predellino di un’auto), che sembrò più che azzardata, oggi è una solida realtà. Quel partito ha vinto le elezioni con largo margine, facendo a meno di Casini e oggi mettendo in crisi Fini, un generale senza esercito.
L’ultima giravolta del Cavaliere è la sua attuale aggressività, da alcuni chiamata “nervosismo”. Ma è un comportamento spontaneo, come sembrano credere a sinistra?
Naturalmente ognuno ha diritto alla propria opinione, ma la più probabile è che si tratti di un piano organizzato a freddo. Non si va così lontano se non si è capaci di dominare se stessi. Berlusconi ha tutti i motivi di essere arrabbiato, ma questi motivi non sono una novità: dunque se a un dato momento reagisce vivacemente, è perché così ha deciso. Ed è questo ciò che bisogna interpretare.
Per anni il suo buon senso e i collaboratori gli avranno suggerito di fare la parte dell’uomo superiore: quello che non reagisce o reagisce blandamente. Nei tempi recenti si è avuta una novità, una straordinaria campagna di odio e diffamazione, nei suoi confronti, e tuttavia per molto tempo l’uomo di Arcore ha seguito la stessa linea di condotta di prima: ha negato gli addebiti, ma nulla di più. Fino al momento in cui – è la nostra opinione – si è accorto che la base cominciava a dubitare della sua capacità di difendersi. Magari c’era del vero, in quelle accuse infamanti? “Perché diversamente io, al suo posto, gli direi il fatto loro, a quei giornalisti. E gliela farei pagare dinanzi al giudice. Se non lo fa, non è che per caso non possa farlo, perché quello che dicono è la verità?”
Berlusconi potrebbe aver deciso che la precedente linea di comportamento non gli conviene più. Meglio rispondere con la stessa moneta: ai giornali, ai politici, tous azimuths, “in tutte le direzioni”. Ed è quello che ora fa, magari con spavento dei suoi collaboratori. Si noti che non ha querelato “la Repubblica”: l’ha citata per danni. E ha fatto bene: il giudice penale non è affatto tenuto all’azione penale  – obbligatoria solo sulla carta – e avrebbe potuto insabbiare il procedimento. Mentre il giudizio civile è inevitabile.
Il Cavaliere – come i grandi condottieri – non sente solo chi gli sta vicino, sente anche il polso del popolo. Soprattutto oggi che il polso del popolo lo si può tastare con sondaggi riservati. Così, dopo le sue prime bordate, avrà saputo che se le sue reazioni fanno aumentare la virulenza degli attacchi della sinistra, fanno nello stesso tempo aumentare i consensi della sua propria base. Diversamente non avrebbe continuato. Si spiegano così la durezza (“Auguri!”) con cui ha risposto alla telefonata di Casini, durante “Porta a Porta”, e la freddezza con Fini.
I media e la sinistra sono accecati dall’antiberlusconismo e non vedono la realtà. Continuano a vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato. Non fanno che parlare di declino di Berlusconi, di dopo-Silvio, mentre quell’uomo ha solo cambiato linea politica, magari adottandone una che si rivelerà vincente. Inoltre ha dalla sua “il potere che dà il potere”: è quello che ha permesso perfino allo scombiccherato carrozzone di Prodi di durare due anni.
Invece di parlare di declino di Berlusconi, la sinistra deve solo augurarsi che questa sua tattica non abbia lo stesso successo di quelle che l’hanno preceduta.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
17 settembre 2009

L’AGGRESSIVITA’ DI BERLUSCONIultima modifica: 2009-09-17T16:19:17+02:00da gianni.pardo
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