QUESTIONI LINGUISTICHE

Carlo Persano propone un tema interessante: l’influenza delle lingue sulle nazioni che le parlano. Al riguardo non potremo dire nulla di scientificamente fondato e dimostrabile, ma l’argomento tenta. Concesso che qualunque lingua di un grande Paese è in grado di esprimere i concetti espressi nella lingua di un altro grande Paese (diversamente le traduzioni non sarebbero possibili), a me sembra che le lingue abbiano un loro genio in due direzioni. Una lingua come il tedesco, fortissimamente strutturata e con un’etimologia trasparente ai germanofoni, è più capace di esprimere concetti complicati meglio di una lingua paratattica e strutturalmente lineare come l’inglese. E infatti una traduzione dall’inglese al tedesco dà un testo “elementare”, dal tedesco all’inglese dà un testo “illeggibile”. Questo darebbe ragione a Persano: il fatto che la filosofia più astratta sia più nel genio tedesco che in quello inglese potrebbe dipendere anche dalla lingua delle due nazioni. La seconda direzione in cui le lingue si differenziano, a mio parere, è nella presenza, in ogni lingua, di espressioni e concetti che in altre si esprimono con circonlocuzioni, perdendo immediatezza. Per esempio le espressioni “im Kauf nehmen” o “Schadenfreude”. La prima significa: “includere nell’acquisto”, cioè “sapere che questa cosa non si può evitare, se si vuole l’altra”, la seconda significa: “gioia maligna che si può avere del male altrui”. Naturalmente anche le altre lingue contengono espressioni “riuscitissime” di cui a volte si sente la mancanza. Questo fenomeno, almeno quando i dialetti erano più vivaci, capitava anche parlando in italiano: veniva in mente un’espressione in dialetto che sarebbe stata più appropriata e purtroppo non si poteva usare perché l’interlocutore era di un’altra regione.
A Mi@ mi permetto di far notare che sole (astro) e sole (aggettivo plurale femminile) non sono omonimi ma omofoni.
A Marco Sostegni direi che la minore influenza del tedesco sull’italiano rispetto al francese si spiega – direi quasi dolorosamente – col fatto che l’influenza culturale segue il successo delle armi. Finché la potenza dominante in Europa è stata la Francia, la sua lingua ha influenzato tutte le altre. Quando poi ha cominciato a prevalere la civiltà anglosassone, in particolare con la Seconda Guerra Mondiale, siamo stati invasi dall’inglese. E dire che questa lingua è lontanissima dalla nostra come pronuncia, come grafia e come etimologia. Siamo al punto che preferiamo una parola inglese, che in media pronunciamo malissimo (autoriti) e non raramente dandole un senso che non ha nella lingua di partenza (ticket), a una parola spagnola che pronunceremmo accettabilmente, e soprattutto a una parola italiana che potremmo usare senza maggiore spreco di fiato (tassa). Solo quando un fenomeno nasce solo in un Paese e da lì parte per conquistare il mondo si ha un’influenza linguistica che non tiene conto della fortuna delle armi. Per esempio la musica (salvo eccezioni) ha sempre parlato italiano, e parole come sudoku, karaoke, sushi mostrano ancora la loro origine giapponese. Tornando al tema, la risposta in generale è una: se Roma conquista il mondo, e se Roma parla latino, il mondo parlerà latino.

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2010-01-13T09:01:00+01:00da gianni.pardo
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