LE DIFFICOLTA’ DELLE LINGUE

La comparazione delle varie lingue dà adito a differenze di opinioni insormontabili. La loro difficoltà – come del resto ha segnalato lo stesso Paolo Sartori – è infatti sia di natura intrinseca (flessioni, pronuncia, eccezioni, espressioni idiomatiche, ecc.) che di natura estrinseca: lo spagnolo è molto più facile per un francese che per un cinese.
Per quanto riguarda la difficoltà intrinseca, ho letto tempo fa che la lingua più difficile, in Europa, è l’ungherese. Sempre che questa difficoltà non dipenda dal fatto che essa, essendo ugro-finnica, non ha radici comparabili col tedesco o le lingue neolatine. Nel mondo pare che la palma della complicazione debba andare al coreano. Per la semplicità al contrario, fra le grandi lingue, vince l’inglese, afflitto purtroppo da una fonologia e da un’ortografia demenziali.
Gli italiani tendono a dire che “l’italiano è la lingua più difficile” solo perché molti hanno preso brutti voti a scuola. In realtà abbiamo un sistema fonologico abbastanza semplice (anche se non tanto semplice quanto credono gli ingenui secondo cui l’italiano “si legge come si scrive”) e strutture meno complicate, per esempio, del francese. In compenso abbiamo un mare di verbi irregolari e so di un preside che diceva ai professori “sappi che…” e non perché desse del tu.
La verità è che, in qualunque lingua, è difficilissimo parlare bene e in modo elegante, mentre è facile commettere errori. Un mio amico inglese usava dire che la sua era “the most abused language in the world”, la lingua più maltrattata del mondo. E per un certo verso non poteva che avere ragione, dal momento che era ed è la più parlata. Cinese a parte, naturalmente: ma è anche vero che il cinese non è “unico”. Unica e unificante è la sua scrittura, ho letto, diversamente parecchi cinesi a volte non si capirebbero.

LE DIFFICOLTA’ DELLE LINGUEultima modifica: 2010-01-23T14:00:00+01:00da gianni.pardo
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