CALMA PIATTA

Stefano Folli, editorialista della Stampa, è un moderato – nel senso che non si butta ad avere idee ardite o troppo personali – e per questo può essere prezioso: non fornisce folgorazioni intellettuali ma aiuta a capire il clima del momento.
Nel suo articolo del 24 febbraio (1) scrive che: “Le cronache rovesciano nelle redazioni dei giornali notizie di collusioni inquietanti fra politica, mondo economico e malavita”, e riferisce, condividendole, le preoccupazioni di Giuseppe Pisanu – un “notabile” di lungo corso, come lo definisce – per il quale viviamo un momento che può «disgregare le basi della convivenza civile e delle istituzioni democratiche». Nientemeno. La nostra sarebbe un’emergenza tanto grave, e tanto diversa da quel ritratto ottimista che Berlusconi dà della nazione, da richiedere, come dice Gianfranco Fini, una sorta di union sacrée per procedere al varo di “riforme condivise” di cui c’è assoluta urgenza. Inoltre “si avverte tutta la difficoltà in cui è costretto ad agire Berlusconi”, fra l’altro perché “la magistratura è passata alla controffensiva”.
Folli non è il solo, a gridare questi allarmi. Si sente parlare da ogni parte di nuova Tangentopoli, di crollo di questa Seconda Repubblica (anche se è ancora la Prima), di crisi del sistema, di degrado civile, di Armageddon. Con tutto il rispetto dovuto all’illustre editorialista e agli altri noti commentatori, tutto questo ricorda una anziana signora, la zia Maria, che a novantadue anni, in buona salute, rifiutava le congratulazioni di un nipote: “Buona salute? Ma se ho appena avuto un raffreddore…”
Prescindendo dai raffreddori e considerando la situazione con la dovuta calma, si deve notare che gli scandali – non diversamente dagli omicidi per rapina – sono sempre esistiti. In Italia come nel resto del mondo. Bisogna lottare contro di essi, bisogna punire i colpevoli, ma è sciocco sognare di eliminarli per sempre. Né è il caso di dar loro chissà quale importanza politica: i reati non sono notizie, se per notizie si intendono le novità. Che la giustizia faccia il suo corso e tanto basta.
Per quanto riguarda le riforme condivise di cui parla Fini, la migliore risposta l’ha data sulla “Stampa”Riccardo Barenghi (Iena) con questa battuta: “Tesoro, mettiti a letto che ti racconto una favola per farti addormentare. Quale papà?  Quella delle riforme condivise”. Infatti in Italia c’è da sempre un tale clima di scontro che la sola idea di condividere qualcosa col “nemico” squalifica chi la propone. Tempo fa D’Alema, stanco della logomachia sulle beghe giudiziarie di Berlusconi, disse che una “leggina” che togliesse di mezzo questo problema sarebbe stata il male minore per l’intera Italia, avrebbe rasserenato il clima e permesso una più efficace legislazione. A momenti lo lapidavano.
L’unica riforma condivisibile sarebbe l’eliminazione di Berlusconi ma nel centro-destra questo  forse piacerebbe solo a Fini o quasi.
In Italia c’è una solida maggioranza che ha prenotato il Parlamento fino al 2013 e verosimilmente resterà in sella fino ad allora: pur di non andare a casa, è vissuta quasi due anni quella “nave dei folli” che fu l’ultimo governo Prodi. Berlusconi, del quale si avvertirebbe “tutta la difficoltà in cui è costretto ad agire”, in realtà ha le difficoltà normali di un Premier privo di reali poteri e costretto a mediare in un paese litigioso e linguacciuto. Inoltre, per quanto riguarda gli scandali, personalmente non è per nulla coinvolto. E non ha più problemi giudiziari.
La verità che sottostà a tutto questo è che nessuno si rassegna a vivere un momento insignificante della storia. Come la zia Maria, ha bisogno di credere che un raffreddore sia un dramma, che uno scandalo significhi crisi e che siamo alla vigilia della fine del mondo.
In realtà in Italia non sta avvenendo niente di speciale. Business as usual e anzi noia as usual: soprattutto dinanzi a tragedie immaginarie. Se proprio si ha bisogno di avventura, scontri, vittorie e sconfitte, si guardi il Grande Fratello. Se invece si hanno interessi di più alto livello, ci si occupi di politica internazionale. Le cronache giudiziarie si possono lasciare al Fatto Quotidiano e agli altri fogli di gossip.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
25 febbraio 2010
(1) http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/24-febbraio-2010/politica-corruzione.shtml?uuid=487f9d4e-2131-11df-9577-f5c6c14bceee&DocRulesView=Libero&correlato

CALMA PIATTAultima modifica: 2010-02-28T08:28:05+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo