ITALO BOCCHINO CON LA KEFIAH

Italo Bocchino si è dimesso. Il perché, se dobbiamo limitarci al contenuto della sua lettera, non è chiaro: c’è molto politichese e poca sostanza.
Chi si dimette, se non lo fa per motivi di salute, di solito cerca di evitare di essere sbattuto fuori. È molto più raro – anche se esiste –  il caso di chi si dimette con l’aria di dire “non mi meritate”: ma non è il caso di Bocchino.
Questo parlamentare, pressoché sconosciuto ai più fino a non molto tempo fa, si è fatto notare in queste ultime settimane per il suo attivismo e il suo estremismo finiano. Nessuno ha dimenticato la focosa serie di invettive rivolte in televisione a colleghi di partito, che certo non ha giovato né a lui né a Gianfranco Fini.
Probabilmente la realtà è che i deputati del Pdl non si sentono più rappresentati da lui e lo stesso Fini avrà creduto opportuno, non essendo ben riuscita l’intemerata, di mettere da parte un signore divenuto segno di contraddizione e motivo di preoccupazione.
Queste sono congetture, ma ci sono anche dei fatti incontrovertibili. Bocchino è convinto che, essendo stato eletto insieme con Cicchitto, se si dimette lui, deve dimettersi anche Cicchitto. Pensa che questo dica l’art.8 del regolamento della Camera e al riguardo spara anche un po’ di latino (per una volta senza errori, si vede che non si chiama Eugenio Scalfari): “simul stabunt simul cadent” (rimarranno in piedi insieme, insieme cadranno). La massima è bella e chiara, ma non è contenuta nel regolamento e non è detto si adatti alla fattispecie. Essere stati eletti nella medesima occasione nulla dice sul fatto che simul cadent. Ché anzi, si può sostenere (e lo sostiene il Pdl, come subordinata) che si debba dimettere il vice, se si dimette il titolare, mentre non ha senso che si debba dimettere il titolare se si dimette il vice. È il vice che deve riscuotere la fiducia del titolare, non l’inverso. Fra l’altro non si può neanche sostenere che il loro lavoro sia svolto in tandem, come un doppio di tennis, sicché se  si cambia uno dei due il team non funziona come dovrebbe: qui il lavoro viene dall’uno in alternativa all’altro.
Ma c’è di più. Anche se, dopo lunga discussione, si dovesse arrivare alla conclusione che Cicchitto deve dimettersi, potrebbe nel frattempo essere finita la legislatura. Il capogruppo infatti, fino ad ora, si è limitato ad un olimpico: “È evidente che il problema delle dimissioni dell’onorevole Bocchino deve essere esaminato anche dal gruppo dirigente del partito”.  Che premura c’è? E comunque l’ufficio stampa del partito fa sapere che: “Nella lettera di Italo Bocchino è contenuta una imprecisione perché l’art.8 del regolamento del gruppo non lega affatto il destino del presidente e del vicepresidente vicario a meno che ovviamente non sia il primo a dare le dimissioni dalla sua carica”. Se il buongiorno si vede dal mattino.
Ma l’on.Italo somiglia ai palestinesi: quanto più perde, tanto più pone condizioni al vincitore. Richiede infatti di convocare un’assemblea del gruppo del Pdl «per dare la possibilità alla minoranza di contare le proprie forze…[e per] rivendicare gli spazi corrispondenti al suo peso”. Senza chiedersi che interesse abbia la maggioranza a questa conta e a queste rivendicazioni. Bocchino è tanto sicuro di sé che, per fare buon peso, chiede anche un incontro con Berlusconi.
L’onorevole ribelle non si rende conto che, come è stato brillantemente detto, non bisogna mai presentare le dimissioni perché “c’è sempre il rischio che vengano accettate”. In secondo luogo, lui non riscuote più la fiducia della maggioranza dei deputati Pdl, mentre Cicchitto è saldamente in sella. Insomma, se si passasse ad un rinnovo delle cariche, come vicecapogruppo sarebbe sicuramente eletto qualcun altro, a partire dal finiano Roberto Menia che proprio questo ha affermato: se si candida Bocchino. “allora lo farò anch’io”.
Siamo al punto che speriamo, nell’interesse di Gianfranco Fini, che Italo Bocchino torni a fare il semplice deputato e parli il meno possibile.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 aprile 2010

ITALO BOCCHINO CON LA KEFIAHultima modifica: 2010-04-27T20:49:48+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo