GIOVANNI SARTORI, IL BURLONE

Giovanni Sartori è un vegliardo simpatico. Avrà ottantasei anni a maggio e li porta benissimo. Infatti, cosa che ci spinge ad amarlo, non ha mai perso la voglia toscana di essere mordace e il gusto della beffa. Non sappiamo però se prendere come una burla il fatto che – secondo wikipedia – dal 2008, “è fidanzato con l’artista italiana Isabella Gherardi”. Fidanzato? Poteva andare a convivere con lei senza preoccupazioni: nessuno avrebbe dubitato della loro castità.
Il professore è un’autorità internazionale nel campo della politologia e quando ne scrive lo fa con la semplicità di chi discorre al bar con gli amici. Questa chiarezza e questa mancanza di sussiego ne fanno un grand’uomo. E poiché uno dei più grandi complimenti che si possano fare a qualcuno è quello di prenderlo a modello, ci perdonerà se lo imitiamo e prendiamo in giro proprio lui.
Sartori ha una profonda antipatia per Silvio Berlusconi e non la nasconde certo. C’est son droit, come dicono i francesi; oppure “ne ha facoltà”, come si dice in Parlamento. Ma questo a volte gli fa fare delle figuracce, per un uomo della sua statura.
Sul “Corriere” di oggi (1) scrive infatti: “Faccio sempre fatica, confesso, a seguire la mobilità mentale del Cavaliere. D’un tratto scopre che le correnti sono la «metastasi », il cancro dei partiti”. Scrive questo e si dimostra disinformato. Il Cavaliere infatti citava ironicamente un’autorevole fonte che oggi ha cambiato opinione: Gianfranco Fini. Non è Berlusconi, è Fini che ha qualificato le correnti metastasi e cancro dei partiti.
Ma Sartori, ignorando l’antica opinione del leader di An è così contento della sua irrisione sanitaria, che ci torna su: Berlusconi “ha soltanto potuto decretare, su due piedi, che non solo le correnti in casa sua sono proibite, ma che fanno male alla salute”. Ah ah ah.
Poi prende in giro il Cavaliere perché “non ha mai avuto un partito che si dichiarasse partito”, pure se riconosce che anche a sinistra la parola partito non è più di moda, prova ne sia che essa “si è buttata per un po’ sulla botanica (la Quercia, l’Ulivo, la Margherita)”: e allora, se “un partito vero Berlusconi non l’ha mai costruito né fatto funzionare”, perché non bisognerebbe dire la stessa cosa della sinistra dopo il Pci? L’Italia è dunque senza partiti da vent’anni?
Il bello è che quest’uomo, pur essendo molto fazioso rimane molto intelligente. Per questo, come gli sciocchi mostrano involontariamente la loro imbecillità, lui riesce a mostrare involontariamente la sua intelligenza. Stabilito che le fazioni, le correnti, o “gli spifferi”, come si esprime spiritosamente lui, sono sempre esistiti e sono inevitabili, continua: “Il problema non è, diciamo, di pluralismo interno ma è la virulenza, slealtà e scorrettezza (o meno) con la quale si dispiega”. E questo è il punto. Se le correnti sono interne al partito e i loro dissensi sono garbati o ancor meglio segreti, il conto è uno. Se si parla contro il partito e contro il primo ministro non appena apre bocca, siamo sicuri che siamo in presenza di lealtà e correttezza? È contro questo genere di metastasi (Fini dixit) che si è espresso il Pdl.
Poi Sartori si lancia a parlare delle preferenze e dice cose molto ragionevoli, anche se attribuisce a Pannella un referendum del 1991 che il biancocrinito leader radicale non organizzò e non favorì. E non c’è da stupirsene, al riguardo Berlusconi non c’entra.
Il Professore somiglia a quegli antisemiti viscerali che sono costantemente ragionevoli, a meno che non si parli di ebrei. C’è da chiedersi se Silvio non sia ebreo senza saperlo.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
28 aprile 2010
http://www.corriere.it/editoriali/10_aprile_28/spifferi-correnti-e-preferenze-editoriale-giovanni-sartori_60e491ae-5283-11df-82ed-00144f02aabe.shtml

GIOVANNI SARTORI, IL BURLONEultima modifica: 2010-04-28T10:54:02+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “GIOVANNI SARTORI, IL BURLONE

  1. Lei inserisce un commento ad un articolo di quattro mesi fa, ed è già abbastanza stupefacente. E per giunta lo fa con un commento incomprensibile. È un record.

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