TELECAMERE BENEDETTE

“In arrivo le telecamere «intelligenti» che individuano writer e terroristi”, titolava qualche giorno fa il Corriere della Sera (1). Ed effettivamente questi nuovi strumenti sembrano fare miracoli. Ma c’è sempre chi si preoccupa.
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Chi segue sia pure distrattamente l’attualità si sarà accorto di quanti autori di delitti sono scoperti per mezzo di quelle telecamere di sorveglianza sparse per le strade o installate nei negozi. Ogni volta è presumibile che lo spettatore televisivo manifesti intimamente la soddisfazione di vedere inoppugnabilmente dimostrato il misfatto e innegabilmente identificato l’autore. In questo campo un esempio fra i massimi è il filmato di un omicidio di camorra in un bar di Napoli, dove il particolare più orribile è risultato l’indifferenza del killer. Costui, dopo avere ucciso un essere umano a tradimento, si è allontanato con la pistola in mano senza neppure affrettare il passo. Perché avrebbe dovuto? che premura aveva? che aveva fatto, di eccezionale?
Come si sa, il sicario è stato arrestato e sarà processato. Dal momento che quel filmato sarà mostrato ai giurati, si può star certi che essi saranno sconvolti dalla callosa insensibilità morale dell’accusato. Quel filmato renderà assurdo qualunque appello degli avvocati alla clemenza dei giudicanti. Anche in questo senso l’apporto delle telecamere è in qualche caso insostituibile: una cosa è sapere, una cosa è vedere.
Il caso del sicario napoletano non è infrequente. Non ci sarebbe da discutere, riguardo a questo nuovo mezzo di repressione del crimine se, in altro contesto, e senza minimamente pensare a tutto quanto s’è detto, molti non deprecassero su tutti i toni la presenza di tante telecamere. Come dicono le anime sensibili (che adorano l’inglese) “insidiano la nostra privacy”. Quegli aggeggi infatti possono dimostrare che non eravamo dove avremmo dovuto essere, che eravamo dove non avremmo dovuto essere, magari con la persona sbagliata. Le telecamere ci possono sbugiardare e le anime sensibili vogliono proteggere anche i bugiardi. Purtroppo ci lasciano con la sete di un loro commento sul caso dell’assassino di Napoli. Gli chiederemmo volentieri: “Avreste preferito che quella telecamera fosse stata spenta?”
Le persone di buon senso pensano di non avere nulla da nascondere e preferiscono qualche attentato alla privatezza che alla sicurezza. E tuttavia gli conviene non alzare troppo la voce. Perché non sono “nel vento”, come dicono i francesi: non sono buoniste, non sono raffinate, non sono politically correct. Hanno torto.
Probabilmente i galantuomini preferiscono avere torto, stavolta. La proliferazione delle telecamere nei luoghi pubblici è una benedizione del cielo. Esse danno la possibilità di dimostrare come effettivamente sono andate le cose: e per gli onesti è un vantaggio. Rimarranno i problemi degli adulteri e delle adultere, cui si può esprimere sincera solidarietà: ma è meglio avere una lite coniugale in più che un assassino a piede libero in più.
Naturalmente bisognerà sempre punire molto severamente chi mette una telecamera nella camera da letto altrui o chi registra una seduta di camera di consiglio, in Tribunale: ma la repressione rientra nel più grande problema della segretezza delle comunicazioni e della vita privata. Basta applicare il codice penale.
La conclusione è banale: comunque la si metta, la telecamera di una salumeria non somiglia molto al Grande Fratello e se contribuisce a fare arrestare dei rapinatori, Dio benedica chi l’ha inventata, chi l’ha installata e chi l’ha pagata.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
3 giugno 2010

(1)(http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_maggio_13/telecamere-intelligenti-de-corato-writer-1703012864173.shtml)

TELECAMERE BENEDETTEultima modifica: 2010-06-03T13:57:04+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “TELECAMERE BENEDETTE

  1. Al di la dell’educazione di cui qualcuno è privo,una differenza con le intercettazioni telefoniche o ambientali consiste nel fatto che le telecamere devono (chissà perché)essere segnalate: ZONA VIDEO SORVEGLIATA

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