L’ISTINTO MORALE

Comincia qui, sulla base di un articolo di Steven Pinker del 13 gennaio 2008 (1), una serie di puntate sull’ “Istinto Morale”. Il testo di Pinker, purtroppo in inglese e purtroppo lunghissimo (oltre dieci volte un normale articolo del sottoscritto) può facilmente essere annoverato fra i più profondi e pensosi che un quotidiano possa pubblicare. Conto di riassumerlo e di commentarlo per parecchi giorni, a latere rispetto alla pubblicazione dei miei normali articoli: infatti esso è destinato agli appassionati di etica, di scienza e di psicologia. Un ultimo articolo esporrà alcuni miei commenti.
G.P.
(1)http://www.nytimes.com/2008/01/13/magazine/13Psychology-t.html. Post Scriptum: se non ho tentato prima di far partecipi gli amici di questo testo è stato per pigrizia, un buon istinto cui raramente resisto.
______________

Chi, fra le seguenti persone, direste che è più da ammirare: Madre Teresa di Calcutta, Bill Gates o Norman Borlaug? E chi pensate che sia la meno ammirevole? Per molte persone questa sarebbe una domanda facile. Tutti conoscono quella donna beatificata dal Vaticano e tutti conoscono colui che ha creato Microsoft e che alcuni odiano a morte. Per quanto riguarda Norman Borlaug… chi diavolo è, Norman Borlaug?
Borlaug è il padre della “Rivoluzione Verde” che ha usato la scienza dell’agronomia per ridurre la fame nel mondo e si dice abbia salvato milioni di vite. Più di chiunque altro nella storia, mentre Gates ha solo fatto qualcosa contro le malattie del Terzo Mondo e Madre Teresa ha magnificato la virtù della sofferenza offrendo ai suoi malati molte preghiere, dure condizioni di vita, pochi analgesici e cure mediche pericolosamente primitive.
Non è difficile vedere perché la fama morale di questo trio debba essere così poco in linea col bene che hanno fatto. Madre Teresa era la personificazione della santità: tunica bianca, occhi tristi, immagine ascetica spesso fotografata con i più miserabili della terra. Gates è il più insignificante degli individui e l’uomo più ricco del mondo, con tante possibilità di andare in cielo quanto il proverbiale cammello attraverso la cruna d’un ago (in realtà il testo antico parlava di una gomena, non di un cammello, G.P.). E Borlaug, che ora ha novantatré anni, è un agronomo che ha speso la propria vita in laboratori e imprese senza scopo di lucro, raramente andando sul palcoscenico dei media e, naturalmente, ignoto alla maggior parte di noi.
Dubito che questi esempi convincano qualcuno a preferire Bill Gates a Madre Teresa, per quanto riguarda la santità. Ma essi mostrano che ci entusiasmiamo più per un’aura di santità che per un più obiettivo riconoscimento delle azioni che fanno sì che la gente soffra o stia bene.
Sembra che tutti possiamo essere vittime di illusioni morali che sono l’equivalente delle illusioni ottiche (le due rette che non sembrano parallele) quali si trovano nei testi di psicologia. Le illusioni sono uno degli strumenti favoriti per gli scienziati della percezione per esporre il modo di funzionamento dei cinque sensi. I filosofi se ne servono per scuotere le convinzioni delle persone ingenue che hanno la credenza che le nostre menti ci forniscono una finestra trasparente sul mondo: e allora, dal momento che i nostri occhi possono essere ingannati da un’illusione ottica, perché dovremmo aver fiducia in loro, in altri momenti?
Oggi una nuova branca del sapere sta usando le illusioni – con procedure scientifiche – per smascherare un sesto senso: quello morale.
“Due cose riempiono la mente con sempre nuova e sempre maggiore ammirazione e sgomento, quanto più spesso e costantemente riflettiamo su di loro”, ha scritto Immanuel Kant, “il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi”. Ai nostri giorni, la legge morale dentro di noi è vista con sempre maggiore sgomento, anche se non sempre con ammirazione. Il senso morale dell’uomo si rivela un organo di considerevole complessità, con scappatoie che riflettono la storia della sua evoluzione e le sue fondamenta neurobiologiche.
La morale non è soltanto un argomento classico della psicologia ma è qualcosa di molto vicino alla nostra concezione del significato della vita. La correttezza morale è ciò che dà a ciascuno di noi il sentimento che siamo esseri umani con una dignità. La cerchiamo nei nostri amici e nei nostri partner, la nutriamo nei nostri figli, la attribuiamo alla nostra linea politica e la giustifichiamo con le nostre religioni. La mancanza di rispetto per la morale è ciò cui diamo la colpa per i peccati quotidiani e per le peggiori atrocità della storia.
Per questo, sezionare le nostre intuizioni morali non è impresa da poco.
1 di 8.Continua Gianni Pardo da Steven Pinker

L’ISTINTO MORALEultima modifica: 2010-09-11T17:36:00+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo